
(2 giugno 2011) Quando lo sentivo al telefono nei mesi scorsi la voce si faceva ogni volta più flebile, ma ciò nonostante non veniva meno la sua proverbiale tenacia che avevo conosciuto negli anni '70 quando era consigliere comunale in un piccolo paesino della Val di Non dove la lista di Democrazia Proletaria prendeva percentuali a due cifre e percorreva di lungo in largo la valle per promuovere incontri, organizzare giovani, attaccare manifesti. Mi dava consigli per il mio lavoro, lanciava idee sullo sviluppo locale e sulla valorizzazione degli antichi mestieri (lui che era un formidabile intrecciatore e che negli ultimi anni aveva svolto per il Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele i corsi di tessitura sugli antichi telai), seguiva questo blog e mi diceva che avrei dovuto fermarmi un attimo per fare meglio le cose che stavo facendo. Era una persona saggia, Gianni Rigotti...

(3 luglio 2011) Uno degli episodi più tristi di questi primi due anni e mezzo in Consiglio Provinciale è stato quando un consigliere dell'opposizione ha affermato durante una seduta della terza Commissione legislativa che l'unico orso che apprezzava era quello in gabbia o nel piatto. Detto fatto, si potrebbe dire. E la carne di orso diventa l'attrazione della festa leghista in Primiero. Merita solo indignazione?
Se per un verso dovremmo consigliare a queste menti così sensibili e raffinate un buon psicologo, dall'altra dovremmo chiederci il perché di tanto odio verso una creatura della natura... che cosa rappresenta l'orso di così profondo da farlo diventare il simbolo della paura e dell'intrusione...
Ecco, forse è questo. L'orso, il paradigma dello straniero, famiglia numerosa ovviamente (guarda il video).
http://www.webtv.provincia.tn.it/focus/-eventi/pagina198.html
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Questo articolo è stato pubblicato nell'ultimo numero della rivista UCT in questi giorni in edicola
di Michele Nardelli
(13 luglio 2011) Le immagini di quella brutale carezza che precede la mattanza rimarranno nella coscienza e nel dolore del ‘900. Sul set di Potočari, zona industriale di Srebrenica, il protagonista era lui, il generale Ratko Mladić. Lo sguardo fiero di chi ha in pugno la situazione, la sicurezza del gesto, il cameratismo, l'immancabile rakija, tutto secondo copione. Anche le comparse, perfette. Uomini smunti da mesi di assedio caricati sui camion con i loro zaini, donne con lo sguardo perso di chi ha un cattivo presentimento, i bambini per mano. E poi i caschi blu, ragazzini olandesi finiti più o meno per caso in quel buco del mondo di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome, alla mercé di guerrieri carichi di adrenalina e di alcol. Ma non era un film...

di Michele Nardelli
(24 giugno 2011) E' singolare ed è molto grave che un folto gruppo di contribuenti della comunità trentina di fede islamica non possa usufruire di un diritto fondamentale come la pratica integrale della libertà religiosa, comprendendo in essa la frequenza di un proprio luogo di culto. Si tratta di un diritto violato.

Il 12 e 13 giugno, al referendum 4 sì
di Michele Nardelli
(7 giugno 2011) I referendum del 12 e 13 giugno rappresentano una importante opportunità per la politica, l'occasione per un confronto attorno ad alcuni temi di fondo che hanno carattere paradigmatico per il nostro tempo: la sostenibilità, il concetto di limite, la sobrietà, l'autogoverno.
La sfida della sostenibilità
Il tema della sostenibilità non è nuovo. Sul piano politico già all'inizio degli anni '70 il "Club di Roma" nel suo famoso "Rapporto sui limiti dello sviluppo" pose l'accento sul carattere limitato delle risorse, mettendo in guardia dal proseguire nell'idea di uno sviluppo illimitato, cosa che avrebbe potuto determinare nell'arco di un secolo una situazione di rottura irreversibile. Già qualche anno prima alcuni scienziati e matematici come Nicholas Georgescu Roegen, avevano posto le basi per un'economia ecologicamente e socialmente sostenibile. Ma, a guardar bene, l'acuta sensibilità di Giacomo Leopardi aveva messo in guardia "dalle magnifiche sorti e progressive" dello sviluppo ancora nel secolo precedente.
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di Michele Nardelli
(27 maggio 2011) Domenica ci sono i ballottaggi. Se la sconfitta del centrodestra di quindici giorni fa verrà confermata potrebbe segnare l'inizio della fine dell'era Berlusconi. Non ancora del berlusconismo e nemmeno del leghismo, culture penetrate in profondità ed in modo devastante nella società italiana, che richiedono un lungo lavoro di ricostruzione di un tessuto sociale (e culturale) andato in frantumi. Ma l'inizio della fine di un signore che ha occupato in maniera pervasiva le istituzioni e una parte importante dell'informazione, rendendole un docile strumento al servizio di chi paga di più, questo sarebbe già un passo non indifferente.

(17 maggio 2011) L'Italia si sveglia stamane intravedendo un po' di luce in fondo al tunnel. I risultati elettorali nei 1351 comuni e nelle 11 province ci dicono che il vento è cambiato e che un po' di primavera arriva anche da questa parte del Mediterraneo. Sconfitta sonora per il Pdl, sconfitta per la Lega, risultato al di sotto delle aspettative per il terzo polo. Buono invece il risutato del centrosinistra che vince al primo turno a Torino e Bologna, va al ballottaggio (ma con un notevole vantaggio) a Milano e a Napoli dove fra i due candidati del centrosinistra prevale (grazie al voto disgiunto) Luigi De Magistris a testimoniare una forte richiesta di discontinuità rispetto alla gestione precedente. Nelle elezioni provinciali 6 provincie vanno al ballottaggio, mentre il centrosinistra si afferma al primo turno a Gorizia, Ravenna e Lucca. Vince il centrodestra a Treviso e Campobasso.
L'esito del voto a Milano segna forse più di altri il cambiamento nell'orientamento del nord fino a ieri roccaforte di Berlusconi e della Lega. Nella città simbolo del berlusconismo Giuliano Pisapia raggiunge il 48% mentre la Moratti si ferma al 41,6%, la Lega Nord è sotto il 10% e il PD per un soffio non è il primo partito.
Più in generale è il nord del paese che sembra uscire dalla notte in cui s'era cacciato: il voto di tre città chiave come Torino, Milano e Trieste(pur nella prudenza necessaria per l'esito del ballottaggio) indica in ogni caso una netta inversione di rotta.
Ora si tratta di confermare questo risultato nei ballottaggi ma soprattutto di corrispondere alle istanze di cambiamento con idee, progettualità e comportamenti capaci davvero di aprire una pagina nuova.
Un'occasione viene il 12 e 13 giugno con i quattro referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento: temi che assumono un profondo significato politico, investendo il modello di sviluppo di questo paese. In gioco è la nostra capacità di cambiare rotta, facendo della cultura del limite e della sostenibilità uno dei tratti decisivi del cammbiamento. (m.n.)

di Ugo Morelli
(25 maggio 2011) Il benessere è diverso dalla ricchezza. Quest'ultima ne può essere una condizione, a patto che si combini con la giustizia, l'eguaglianza, la tolleranza, l'etica e l'attenzione allo sviluppo delle capacità.

Si sviluppa il dibattito sul tema del diritto al futuro. Al mio intervento su L'Adige del 9 maggio scorso sono seguiti gli stimolanti interventi di Daniela Zecca, di Edoardo Benuzzi e di Lorenzo Pomini che trovate nei commenti.
di Michele Nardelli
(9 maggio 2011) Quale idea di futuro può avere oggi un ragazzo di vent'anni? Penso dovremmo partire da qui, dal prendere atto piuttosto amaramente che è stato cancellato il diritto al sogno, nell'aver reso logori i pensieri che si fondavano sull'uguaglianza degli esseri umani come nell'aver reso difficile un progetto di vita fondato sulla sicurezza sociale, sulla possibilità di mettere su casa, sul veder riconosciute le proprie capacità.

di Francesco Picciotto
(28 marzo 2020) In questo tempo della mia vita le grandi questioni invece di fare nascere in me il desiderio di affrontarle, sviscerarle, discuterle, finiscono invece per ammutolirmi.
Per settimane, mesi, durante i quali assisto a dibattiti accesissimi, leggo tutto quello che redattori prolifici scodellano sulle pagine di social saturi, io non riesco a produrre un pensiero che sia uno, non riesco a definire un unica idea che mi sembri degna di nota e quindi taccio. Poi, magari dopo mesi appunto, magari quando il fatto, la notizia sono belli e decotti a me sembra di scorgere un significato, una “rima” ed è allora che scrivo.
Purtroppo quello di cui voglio parlare adesso non è questione passata e non perché una volta tanto io sia stato particolarmente reattivo ma perché si tratta di qualche cosa che c'è da tempo e che è destinata ad esserci ancora a lungo. Parlo di questa condizione terribile ed innaturale nella quale siamo immersi da settimane, questa condizione che ha rivoltato le nostre vite e che ci costringe ad una sorta di esilio forzato dal quale proviamo a ricucire relazioni, sicuramente difficili e forse impossibili, con le persone a noi care, con il nostro pianeta, con l'universo che si agita dentro di noi, con la nostra storia.

di Michele Nardelli
(2 maggio 2011) La notizia rimbalza di buon mattino attraverso le agenzie di tutto il mondo: Osama bin Laden, il simbolo del terrorismo internazionale, è stato ucciso. Lo ha annunciato nel corso della notte il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dopo il blitz dell'intelligence americana che lo ha scovato non lontano da Islamabad, in Pakistan. Sono bastati, secondo le informazioni molto sommarie che gli Stati Uniti hanno lasciato trapelare, quaranta minuti di operazione per eliminarlo per sempre. Forse allora non servivano le bombe da 500 kg rovesciate sulle montagne dell'Afghanistan...

(19 aprile 2011) Oltre una certa soglia è ostico, persino ingrato, trasformare il dolore in parole. Un dolore accompagnato dalla rabbia e lo sgomento che non sai in quale direzione urlare.
Tutte le guerre sono sporche, quella sulla Palestina in modo particolare. Non ci sono state zone proibite o limiti invalicabili. Fiumi di parole e lacrime per descrivere la sofferenza e invocare aiuto, un oceano di menzogne che attirano altre menzogne per giustificare i crimini e perpetuarli. Mani e anime sporche di sangue rendono arduo il restare umani.

(16 aprile 2011) Oggi sabato alle ore 17.00 presso il Centro di formazione alla solidarietà internazionale a Trento (Via San Marco 1), in occasione della conferenza "Intrecci di pace" ci sarà un momento di ricordo di Vittorio Arrigoni
di Fabio Pipinato
Quando ho saputo della morte di Vittorio Arrigoni s'è riaperta in me una ferita. Andare o restare. Nel '94, quando in Rwanda crollava tutto, io me ne andai. Non ebbi la forza di restare. Vittorio, invece, a Gaza, rimase. Fu l'unico italiano. Gli altri, come ci racconta Pax Christi, obbedirono all'ultimatum dei militari al valico di Heretz che ordinavano di uscire dalla Striscia. Vittorio disobbedì. Questa era la sua vita: disobbedire, rimanere e raccontare.

(5 aprile 2011) Una comunità con grandi tradizioni democratiche - la comunità trentina, la terra di De Gasperi - deve prendere seriamente posizione su un fatto gravissimo: Cristiano de Eccher del Partito delle libertà - senatore della Repubblica Italiana votato ed eletto dai trentini, dunque un rapppresentante dei trentini nel parlamento italiano - ha presentato un disegno di legge per abrogare la norma costituzionale che vieta sotto qualsiasi forma la riorganizzazione del disciolto partito fascista. È bene soffermarsi sulle parole e sulla carica; scrollarsi di dosso l'indifferenza che un passo alla volta ci ha anestetizzato; sentire il colpo allo stomaco e le fitte acute che procura rileggere il commento sdegnato di Luca Malossini sul Corriere del Trentino di domenica, una presa di posizione necessaria e coraggiosa.
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(1 aprile 2011) Tra poco 50 milioni di italiani dovrebbero recarsi alle urne per il referendum sull'acqua pubblica e il nucleare. Per impedire il quorum il governo ha negato l'election day, per il solo voto di un radicale e l'assenza di 10 parlamentari del centro sinistra. 400 milioni spesi per evitare il quorum. Nazionalmente il PD evita ancora di prendere una posizione pubbica per il sì ai referendum. Teme di dividersi al proprio interno, mentre centinaia di realtà di questo partito si stanno esprimendo e si impegnano per i Sì!