"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

Il libro Sicurezza all'Università di Parma
Sicurezza e caffè

Il 23 ottobre prossimo, alle ore 14.30, il libro "Sicurezza" sarà l'oggetto di una conversazione presso l'Università degli Studi di Parma (in via Kennedy, aula K3) con gli studenti del corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi tenuto dal prof. Marco Deriu. All'incontro sarà presente uno degli autori, Michele Nardelli.

Vegan, un manifesto filosofico
La copertina del libro

Leonardo Caffo

Vegan

Einaudi, 2018

 

Purtroppo la presentazione è stata annullata per l'indisposizione dell'autore. Spero sia solo rimandata nel tempo. In ogni caso è un libro da leggere e con il quale confrontarsi, stimolante anche per chi non è vegano (m.n.)

 

Un tema etico, politico e culturale trattato dentro un vero e proprio manifesto filosofico

Martedì 30 ottobre 2018, alle ore 18.00, presso la Libreria due punti, in Via San Martino 78, Leonardo Caffo dialogherà con Michele Nardelli

Essere vegani non è né una moda, né una dieta. Essere vegani vuol dire, prima di tutto, abbracciare una filosofia. Perché chi sceglie di essere vegano ha deciso di non mangiare più dei «qualcuno» che la nostra società ha trasformato in dei «qualcosa» non solo per mettere fine a una barbarie, ma per salvaguardare l'architettura sociale, ambientale ed economica del nostro futuro. Tuttavia, nonostante questo stile di vita abbia alle spalle centinaia d'anni di riflessione sull'etica e l'ambientalismo, in molti oggi decidono di diventare vegani solo per nobilitarsi e sentirsi migliori degli altri.

Ma per inseguire un vero cambiamento epocale è necessario un nuovo tipo di veganesimo, filosoficamente orientato e più integrato nella società. Lontano dal fanatismo e dal controllo militaresco dei frigoriferi, e più tollerante nei confronti di chi non ha ancora fatto questa scelta. Con Vegan, Leonardo Caffo mette a disposizione di tutti noi un'originale riflessione filosofica che, vagliando i limiti e le risorse della pratica alimentare più discussa, amata e odiata del nostro tempo, apre una finestra su un diverso mondo possibile.

Sicurezza. O del prendersi cura.
La copertina del libro

Care amiche, cari amici

Venerdì 19 ottobre alle ore 20,15 presso la nostra sede in Località Maso Canova 1 a Bosco di Civezzano, come secondo appuntamento autunnale, vi proponiamo un incontro con argomento "Sicurezza. O del prendersi cura".

Durante la serata interverranno Mauro Cereghini e Michele Nardelli, entrambi saggisti e ricercatori sui temi della pace, della mediazione e cooperazione internazionale, che ci introdurranno al tema del loro ultimo libro: "SICUREZZA", Edizioni Messaggero Padova (2018).

 

Piero Del Giudice, il partigiano con la Bosnia nel cuore
Sarajevo, 5 aprile 2012, Piero Del Giudice e Nicole Corritore (Foto © Tullio Bugari )

Dopo una breve malattia, il 30 agosto è morto a Milano Piero Del Giudice. Docente, giornalista e scrittore, inviato nei paesi della ex Jugoslavia, curatore di edizioni italiane dell’opera di diversi poeti e scrittori del sudest europeo è stato anche collaboratore di OBC Transeuropa. Un ricordo dal sito www.balcanicaucaso.org

di Melita Richter *

Era uno dei grandi. Un appassionato, collerico, visionario, schierato dalla parte delle vittime e della ragione, competente e pronto sempre ad approfondire, a conoscere, a dedicarsi alla ricerca. I Balcani nel cuore, la Bosnia, la sua Sarajevo. Era e rimane un partigiano.

L’ultima volta che lo vidi a Trieste si muoveva con difficoltà, ma con l’eterno spirito giovanile. E tanti progetti ancora. Abbiamo collaborato in diverse occasioni, chiedeva l’aiuto, anche quello “alla Piero”, immediato, di contatti balcanici, di traduzioni istantanee… Si accaldava se le cose stentavano a partire, critico e severo. Un fiuto fine a riconoscere i nazionalismi anche camuffati da posizioni dotte degli intellettuali su misura del nuovo corso, ma vecchie ideologie.

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Sicurezza, per liberare questa parola dagli stereotipi
da OBC-T

Da poco in libreria “Sicurezza”, un breve saggio che guarda al presente europeo e prende spunto dagli anni '90 nei Balcani

 

di Davide Sighele *

Non è facile scrivere di un libro scritto da persone con cui si è condiviso parte di un percorso di vita e professionale. Non è facile perché dopo viaggi, discussioni, esperienze comuni si teme di non riuscire più a meravigliarsi, a stupirsi e a sentirsi colpiti da ciò che si legge.

Michele Nardelli e Mauro Cereghini, gli autori di “Sicurezza”, uscito di recente per Edizioni Messaggero di Padova, sono tra coloro i quali hanno fatto nascere Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e lo hanno accompagnato nei primi passi. Sono stati poi affiancati nel farlo crescere e diventare un'esperienza matura qual è ora dalla nostra direttrice scientifica Luisa Chiodi e dal nostro direttore di testata Luka Zanoni.

E' bastata però la lettura delle prime pagine per dissipare i timori e per trovare stimolante il proseguire. 

Sicurezza di chi?
Urlo-Munch

 

Negli ultimi anni la "sicurezza" (insieme a "protezione") è la parola magica delle destre. Facendo leva sulla paura e l'ansia per quello che ci succede intorno (la globalizzazione, le migrazioni, la precarietà, ecc.) l'evocazione della "sicurezza" è diventata l'architrave (e merce elettorale) di una narrazione populista e crimonogena che sfocia spesso nell'autoritarismo, nel "law and order", nella retorica retrograda del "prima noi".

Al carotaggio analitico e politico di questa parola e di questo concetto, Michele Nardelli e Mauro Cereghini hanno dedicato un prezioso volume ("Sicurezza", pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova), svelandone le ambiguità, i falsi miti, ma anche le cause e le possibili declinazioni in una chiave diversa: progressista, solidaristica, comunitaria.

 

Cinquant'anni fa. Per ricordare e riflettere
Praga, 21 agosto 1968

di Michele Nardelli

(20 agosto 2018) Cinquant'anni. E' passato mezzo secolo da quella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968 in cui i carri armati fecero irruzione in Cecoslovacchia e invasero le strade di Praga.

Ne ho un ricordo nitido, malgrado fossi poco più che un bambino. Con mio fratello Carlo nella nostra stanza alle Camalghe il piccolo transistor era sintonizzato sulle frequenze di Radio Praga e fu proprio in quei momenti, passata la mezzanotte, che venne lanciato il disperato appello affinché la Primavera non venisse soffocata.

Sappiamo che la storia andò in altro modo e che dovettero passare altri vent'anni per la fine di quella dittatura. Ed ero a Praga in quel 29 dicembre 1989 quando Vaclav Havel parlò alla folla dei manifestanti dalle finestre del Forum civico che di lì a poco l'accompagnarono al Castello in veste di presidente dell'allora Cecoslovacchia.