"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Lavoro e politiche sociali

Economia sociale e circolare
Il logo del progetto

Gentilissimi, con la presente vi invitiamo ad iscrivervi alla prossima formazione on line del progetto ESC

Il 12 giugno dalle ore 9.30 alle 13.00 circa

FORMAZIONE GENERALE SULL’ECONOMIA SOLIDALE CIRCOLARE a cura di Fondazione Ecosistemi, relatore principale Silvano Falocco

Programma:

Introduzione – Riccardo De Facci (Presidente Cnca)

Il progetto ESC – Michelangelo Marchesi (Comitato Scientifico di progetto)

L’Economia Solidale e Circolare – Silvano Falocco

Common fare Trentino
Immagine dell'evento
Tavola rotonda
 
Alcuni attori locali in Trentino stanno iniziando a ragionare su nuovi approcci dal basso per la gestione del bene comune come modo innovativo per affrontare le questioni di interesse per lo sviluppo sociale, economico e culturale della comunità. Che si tratti di ipotesi progettuali o semplici idee in via di sviluppo, l’approccio condiviso è quello di mettere a fattor comune alcune risorse chiave (spazi, tecnologie, conoscenze, idee …) per strutturare in maniera diversa – più vicina alle persone e per quanto possibile integrata in una filiera di gestione aperta – la creazione e gestione di alcuni servizi per la com...unità.

Contemporaneamente, il termine Commonfare è stato introdotto su wikipedia.it come “welfare del benessere comune”, sottolineando la possibilità di riscatto dalla condizione di precarietà di vita e di lavoro attraverso nuovi modelli di cooperazione sociale, dallo scambio cognitivo e dal benessere comune.

Ottavia, la città della rete: fare comunità di cura nella metamorfosi del sociale
L'ex carcere di Tirano (particolare)
Nell’ambito della trasformazione dell’ex carcere mandamentale di Tirano in una struttura polifunzionale finalizzata all’accoglienza, alla cura e alla riabilitazione di persone in situazioni di fragilità psico-fisica o di conclamata precarietà sociale, l’Associazione Comunità il Gabbiano promuove un momento di riflessione e condivisione pubblica di un’iniziativa che intende radicarsi nella realtà sociale, economica e istituzionale locale, con l’ambizione di configurarsi quale luogo di progettazione sociale avanzata di rilievo sovra locale.
 

Alla frontiera e in terra incognita
Una manifestazione della Cgil a Trento

(23 maggio 2015) Nei giorni scorsi Franco Ianeselli è stato eletto nuovo segretario della CGIL del Trentino. Non sto qui a dirvi di quando l'ho conosciuto vent'anni fa e delle impressioni che avevo di questo ragazzo che amava lo studio e la ricerca quando invece dominava l'apparire. Del resto, non si diventa segretario della Camera del Lavoro a trentasette anni in assenza di buone qualità. Quella dote fatta di passione per la conoscenza, lo studio, il “pensare da sé” per Franco è diventata la cifra dell'impegno sindacale e civile, cifra anche politica nel senso più nobile del termine.

Se è vero che la crisi della politica investe l'insieme dei corpi intermedi compreso il sindacato, allora il lavoro di elaborazione del “non più”, di narrazione del presente e di immaginazione del “non ancora” non può che rappresentare l'orizzonte di un sindacato che vuole essere protagonista di questi “tempi duri e difficili” per riprendere un passo della dichiarazione programmatica di Franco Ianeselli (che potete trovare in allegato). Occorre il coraggio della frontiera e l'ebbrezza della creazione politica. Che a Franco, ne sono certo, non mancherà.

Cannibalismo e precariato. I caratteri del lavoro, oggi
Precarietà

 

di Ugo Morelli *

 

(5 dicembre 2014) Uscendo dal cinema Astra dove, grazie alla solita qualità delle scelte, ho visto Due giorni e una notte dei fratelli Dardenne, mi chiedo: ma come abbiamo fatto ad accettare un potere dominante che ritiene pazzia il sogno di un mondo migliore?

La vita individuale e sociale dilaniata dalla crisi del lavoro e un legame sociale distrutto dalla precarietà lavorativa sono rappresentate in modo magistrale e tremendo nel film. Si attende fino alla fine che vi sia uno spazio di consolazione, ma invano. E giustamente, viene da aggiungere.

I dati sulla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, sono implacabili e la speranza ha lasciato il posto da tempo alla rassegnazione. Solo chi cerca il consenso come unica distinzione del governo della nostra realtà può fare finta di niente, sostenendo che le cose vanno bene. E i numeri non dicono tutto.

 

Il condominio multiculturale: accesso alla casa tra difficoltà e prospettive
Ombre

ATAS onlus rinnova l’invito a partecipare al primo caffè dibattito delle MattinAtas:

 
Il condominio multiculturale: accesso alla casa tra difficoltà e prospettive

Sabato 22 novembre dalle 9.00 alle 12.30
Sala Conferenze della Fondazione Caritro
Trento - Via Garibaldi 33
 
Il problema dell'accesso alla casa è sempre più sentito anche da chi fino a qualche tempo fa - italiano o immigrato - poteva non considerarsi toccato da esso e concentrava sforzi e aspirazioni in altri ambiti. Per i migranti – per altro - la possibilità di avere una casa adeguata per la propria famiglia è ancora più difficile per diverse ragioni. Quali allora le fatiche percepite? Quali le risorse e esperienze sviluppate? E quali prospettive è possibile individuare?
 
Intervengono Walter MosnaStefano Petrolini e Teresio PoggioSegue dibattito con tutti i partecipanti intorno ai tavoli, accompagnato da un buon caffè.

Case del parto, idea da attuare
Klimt

 

Nel dibattito di questi giorni sulla chiusura dei punti nascita ho trovato condivisibile la proposta contenuta in questo commento di Maurizio Agostini, apparso nei giorni scorsi sulla stampa locale.

di Maurizio Agostini

(17 luglio 2014) Qualche tempo fa, in un documento redatto con la collaborazione di amici operatori della sanità come contributo al Pd, ragionavo sulla necessità che la rete degli ospedali provinciali fosse ripensata con l'intenzione di superare logiche di separatezza e autoreferenzialità, per collegarla agli altri servizi in modo più costante e fluido. In questo senso, anche il criterio del mantenimento dell'ospedale quanto più possibile vicino al luogo di vita dei cittadini doveva essere superato in favore della scelta della struttura che offre il servizio più adeguato al problema di salute da affrontare. 

All'interno dell'attuale rete degli ospedali, quindi, proponevo di riconoscere il particolare ruolo di strutture che assicurano livelli di alta intensità e complessità delle cure. E, per ottimizzare l'efficienza e ridurre gli sprechi e i costi, sostenevo come necessario scegliere cosa fosse giusto decentrare e cosa, invece, andava accentrato.

Ero e sono convinto, infatti, che il nascere, il gestire l'oscillante andamento delle cronicità, il morire, siano momenti che vanno, nei limiti del possibile, demedicalizzati. E ha dunque senso, quando non gestibili a domicilio, che si pensi di fornire i servizi necessari nell'ambito di strutture periferiche di Comunità, che a queste funzioni dovrebbero essere orientate, contando anche sulla rete delle residenze sanitarie nella loro nuova veste di Aziende di servizio alla persona. Al contrario, le situazioni patologiche che richiedono terapie intensive o l'uso di supporti tecnologici particolarmente complessi o abilità specialistiche straordinarie, sostenevo andassero centralizzate in strutture con valenza multizonale, capaci di accogliere la casistica da bacini di utenza più grandi, di collegarsi con altri centri anche extraregionali, e di garantire - in ultima analisi - il miglior risultato clinico possibile.

pagina 2 di 12

123456789101112