Editoriali

Milena Demozzi, una perdita per il Trentino
Milena Demozzi
A 52 anni, dopo una lunga malattia, si è spenta nella sua casa di Ravina l'ex segretaria della Fiom. Era membro della segreteria confederale della Cgil. Una perdita per il sindacato, la sinistra e tutto il Trentino.

(3 dicembre 2011) All'alba di venerdì 2 dicembre si è spenta Milena Demozzi, membro della segreteria confederale della Cgil del Trentino. Originaria di Sardagna, era nata a Trento il 10 febbraio 1959 e, giovanissima, aveva mosso i primi passi nel sindacato. Nel 1980 cominciò a lavorare infatti come funzionaria amministrativa per la Federazione unitaria dei metalmeccanici, la Flm.

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Il dovere della sobrietà
crisi
di Ugo Morelli

(6 dicembre 2011) Lo stile è un gesto verso il mondo, per nulla un fatto esteriore. É un codice di civiltà. Quando degrada, degradiamo tutti. Quando è distintivo diviene un'opportunità di crescita per tutti. Certe cose si possono attendere anche vent'anni. Mentre ci si vergogna nel vedere propri simili esibire arroganza del potere, volgarità e silicone, si arriva persino a pensare che il mondo, forse, è diventato così e non cambierà più. Poi una sera, in una conferenza stampa che annuncia sacrifici resi inevitabili da chi ha mal amministrato il Paese, una signora, nuovo ministro del governo italiano, passa dalla sobrietà alle lacrime senza riuscire a contenere la commozione. Il suo volto porta evidenti i segni degli anni e della fatica, della ricerca e dello studio.

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Il sarto di Ulm ha smesso di volare
Lucio Magri
"In una delle affollate assemblee che dovevano decidere se cambiare nome al PCI, un compagno rivolse a Pietro Ingrao una domanda: "Dopo tutto ciò che è successo e sta succedendo, credi proprio che con la parola comunista si possa ancora definire un grande partito democratico e di massa come siamo stati, ancora siamo e che vogliamo rinnovare e rafforzare per portarlo al governo del paese"? Ingrao, che già aveva ampiamente esposto le ragioni del suo dissenso da Occhetto e proposto di seguire un'altra strada, rispose, scherzosamente ma non troppo, usando un famoso apologo di Bertold Brecht, Il sarto di Ulm. Quell'artigiano, fissato nell'idea di apprestare un apparecchio che permettesse all'uomo di volare, un giorno, convinto di esserci riuscito, si presentò al vescovo e gli disse: "Eccolo, posso volare". Il vescovo lo condusse alla finestra dell'alto palazzo e lo sfidò a dimostrarlo. Il sarto si lanciò e ovviamente si spiaccicò sul selciato. Tuttavia - commenta Brecht - alcuni secoli dopo gli uomini riuscirono effettivamente a volare".

Inizia così "Il sarto di Ulm", l'ultimo lavoro di Lucio Magri. Quel sarto era la metafora di un'idea senza tempo, a dispetto della storia che l'aveva condannata all'oblio. Lucio Magri era un comunista così.

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Considerazioni oltre Berlusconi
il dito e la luna

di Michele Nardelli

Vedo in giro un'euforia forse eccessiva intorno all'epilogo dell'era Berlusconi. La sua fine, sia chiaro, l'abbiamo auspicata in molti ed ora che l'uomo di Arcore è costretto a farsi da parte per la propria incapacità di gestire una situazione complessa e che il suo governo ha contribuito a determinare, non si può non tirare un sospiro di sollievo.

Ma niente di più. Nel senso che il tunnel dal quale uscire è ancora lungo, non solo perché l'eredità che ci lascia è di quelle pesanti, ma perché se Berlusconi ha potuto governare per così tanti anni vuol dire che ha avuto il consenso di un paese che si è andato smarrendo sul piano dei valori e dell'immaginario collettivo. Un'amnesia profonda, fatta di populismo e cattiveria sociale, di spaesamento e di caduta morale.   

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La Chiesa tra motrice e rimorchio
La morte del Mons. Romero

di Fabio Pipinato

(1 dicembre 2011) La motrice della Chiesa è fatta di molti laici, preti, vescovi che lottano, sul campo, a fianco dei più poveri. Con tutte le difficoltà che questo comporta. Il lavoro, sempre, si scontra con le autorità politiche. Pazienza. Questa Chiesa di frontiera è spesso e per fortuna ingenua e chinandosi verso il povero non protegge a dovere la schiena. Andiamo per ordine. Dal mondo al piccolo paesino di periferia.

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Il buon costruire contro i disastri
Genova, fiumi e condomini

di Alessandro Franceschini *

(commento proposto dal quotidiano L'Adige mercoledì 9 novembre)

La "distruzione" della città di Genova dei giorni scorsi, preceduta dalla devastazione delle splendide Cinque Terre e di una parte significativa dello Spezzino e della Lunigiana, che prosegue in questi giorni lungo l'asta del fiume Po, ci obbliga a riflettere ancora una volta, ma con un'urgenza ancor più impellente, sul rapporto che l'uomo moderno ha instaurato con il territorio che lo circonda.

Il fatto che il Trentino non abbia subìto allarmi in questi ultimi giorni di pioggia non deve farci abbassare la guardia e l'attenzione: il nostro territorio, infatti, se da una parte gode di una buona gestione ambientale, dall'altra parte ha delle caratteristiche di fragilità che possono renderlo protagonista naturale di disastri idrogeologici.

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Boccone avvelenato?
La stangata

(8 novembre 2011) La maggioranza parlamentare, già alterata dalla compravendita di deputati e senatori, non c'è più. il rendiconto dello Stato passa alla Camera con soli 308 voti favorevoli e una maggioranza di non partecipanti al voto. Berlusconi va al Colle e concorda le sue dimissioni dopo il voto sui provvedimenti annunciati nella lettera ai partner europei (legge di stabilità). A quel punto il presidente Napolitano deciderà se affidare un nuovo incarco o sciogliere il Parlamento. Scenario realistico? O boccone avvelenato?

Un sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani
Fuori dal tunnel?

Intenzioni di voto, sale il centrosinistra
Centrodestra indietro di 10 punti

Ancora un calo per i partiti che sostengono il governo. Pdl e Lega Nord al 35,5%. Pd, Sel, Idv e i loro alleati al 45,5%. Fermi il Terzo Polo e il Movimento 5 Stelle. Un sondaggio commissionato dal quotidiano "la Repubblica".  

(1 novembre 2011) Sale al 10% esatto il vantaggio del centrosinistra sul centrodestra nel sondaggio mensile di Ipr Marketing per Repubblica.it. A un mese e mezzo dall'ultimo rilevamento, il centrosinistra arriva al 45,5% (era al 44%) e il centrodestra scende di due punti, dal 37,5% al 35,5%. In un quadro in cui la fiducia nel governo e nel premier è ormai scesa a livelli minimi, diventa dunque più rilevante il dato delle intenzioni di voto. Rispetto a settembre si muovono quasi esclusivamente i due blocchi maggiori l'uno in contotendenza rispetto all'altro. Restano fermi sia il Terzo Polo inchiodato da tempo al 13% che il Movimento 5 Stelle (3,5% come a settembre dopo l'impetuosa salita dal 2,5% di giugno), mentre la Federazione delle sinistre risale all'1,5% (era scesa allo 0,5%).

TABELLA: LE INTENZIONI DI VOTO

Vedo quel mare, comprendo quello stato d'animo...
Ventotene

Questo pezzo è stato scritto per "La Patria riTrovata" che lunedì ha preso il via grazie al "Gioco degli Specchi".

di Michele Nardelli

(7 novembre 2011) "Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato - come da un lontano loggione - la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che andavo meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili ... nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si prestava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file ... con me non avevo per ora, oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici ...".

In queste parole, scritte da Altiero Spinelli mentre lasciava la sua terra d'esilio, l'isola di Ventotene, c'è l'orgoglio di un grande disegno ed insieme il senso profondo della solitudine.

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Tecnologia e libertà
Villaggio globale

Questo commento è apparso oggi sul "Corriere del Trentino".

di Michele Nardelli

(26 ottobre 2011) "Con internet questa storia di proibire è finita" diceva qualche anno fa Elias Khury nell'intervista che costituiva la postfazione del libro di Samir Kassir "Primavere". Forse non immaginava che il contributo delle nuove forme di comunicazione sarebbe stato così decisivo nel processo di cambiamento che la primavera araba ha impresso al Mediterraneo, ma la realtà talvolta va oltre l'immaginazione. E così i diritti digitali dei cittadini sono entrati a pieno titolo a far parte degli strumenti della partecipazione democratica e della libertà.

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Addio ad Antonio Cassese, uomo dei diritti umani
Antonio Cassese
(23 ottobre 2011) Chiunque si sia occupato in questi anni di conflitti e diritti umani non ha potuto fare a meno di attingere al pensiero e all'esperienza di Antonio Cassese. Giurista, scrittore, docente di Diritto Internazionale è stato Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti e primo presidente del Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia. Da ieri ha lasciato questo mondo. Non ci resta che ringraziarlo, per tutto quel che ci ha portato in dono. Dal quotidiano "la Repubblica", di cui è stato per anni editorialista, riprendiamo il saluto di Adriano Sofri.

di Adriano Sofri

Colpiva, all'indomani del linciaggio di Sirte, l'assenza su queste pagine della voce di Antonio Cassese. Nel suo libro ultimo aveva ricordato come già de Maistre parlasse di nazioni rimaste allo stato di natura. Nazioni "tutte prese dall'enthousiasme du carnage", l'entusiasmo della carneficina. Al quale opponeva "l'entusiasmo per i diritti umani" che sentiva crescere.

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Partito territoriale, un'idea da coltivare
Michele Nardelli e Lorenzo Dellai

di Michele Nardelli

(marzo 2012) E' vero, se ne parla da tempo. Ma dar vita ad un partito territoriale a ridosso delle elezioni provinciali credo sarebbe un errore. Non solo sul piano della riconoscibilità elettorale (le elezioni sono anche un momento di verifica dell'attività politico-amministrativa svolta nei cinque anni precedenti), ma per una ragione di fondo: i partiti non si costituiscono per vincere le elezioni, ma perché si ha un progetto condiviso sul piano dei valori e delle idee progettuali.

Di macchine elettorali prive di visioni in questi ultimi anni ne abbiamo avute abbastanza, dai partiti-azienda a quelli ad personam. Nessuna nostalgia nemmeno per i partiti tradizionali, che pure hanno svolto un ruolo importante nella storia del Novecento, delle cui culture erano figli tanto sul piano delle idee (le magnifiche sorti e progressive), quanto su quello delle forme organizzative (partiti a forma di stato).

Premesso dunque che alle elezioni provinciali del 2013 è bene che i partiti del centrosinistra autonomista trentino si presentino con le proprie soggettività e i propri simboli, la proposta rilanciata recentemente da Lorenzo Dellai di dar vita ad un partito territoriale in grado di proporre una sintesi originale fra le migliori tradizioni di pensiero di questa terra, a me pare di grande interesse per almeno quattro ragioni.

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Silvano Grisenti è stato condannato
Silvano Grisenti

(17 ottobre 2011) Silvano Grisenti è stato condannato dalla Corte di Appello di Trento ad un anno e sei mesi nell'inchiesta "Giano Bifronte" per corruzione impropria: è andata peggio che in primo grado, considerato l'inasprimento della pena che era stata di quattro mesi. Grisenti ha avuto anche un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici e così il suo ritorno in politica risulta piuttosto improbabile.

Ciò che emerge da questa sentenza rappresenta una brutta pagina della nostra autonomia, perché non dobbiamo dimenticare che fino alle sue dimissioni nel corso della precedente legislatura, Grisenti era l'uomo forte del governo provinciale. Evidentemente un po' troppo forte.

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Una lettera da Londra
Dauod e Sohelia

(10 ottobre 2011) "Ritorno a Londra, il mio viaggio a Trento è stato breve ma l'effetto di questo viaggio è molto profondo e rimarrà con me per un lungo tempo.

Partecipare  alle conferenze  e seminari e dialogare  con la gente sono parti costanti del mio lavoro, ma raramente alla fine di un lavoro la mia anima rimane cosi coinvolta...

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Il mondo, dieci anni dopo...
11 settembre 2001

di Lucio Caracciolo *

(11 settembre 2011) Proviamo a ricordare come appariva il mondo all'alba dell'11 settembre 2001. La carta strategica del pianeta era centrata sulla "superpotenza solitaria", gli Stati Uniti d'America, uscita trionfante dalla guerra fredda. Nessuno appariva in grado di sfidarla. Scomparsa l'Urss, con la Cina ancora all'inizio del suo percorso di ritorno agli antichi splendori e l'Europa sempre introversa e mai davvero unita, visto da Washington il resto del mondo non pareva particolarmente minaccioso. Anzi, sembrava destinato a evolvere secondo i valori e gli interessi a stelle e strisce. Tanto che già alcuni ideologi vicini a Bush junior cantavano l'impero americano, ossia l'Impero del Bene, come fine (al maschile e al femminile) della storia.  Che cosa resta oggi di quello scenario?

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