"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Pace e diritti umani

1989-2019: il Muro di ieri, i muri di oggi
La locandina

Nell'ambito della rassegna “1989-2019. Il Muro di ieri, i muri di oggi” sabato 9 novembre 2019, alle ore 18.00, presso Sala Falconetto di Palazzo Geremia a Trento il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani promuove l’incontro con Andrea Purgatori, uno dei più amati sceneggiatori e giornalisti investigativi italiani, appartenente a una generazione nata e cresciuta nella guerra fredda, che presenterà il suo primo romanzo Quattro piccole ostriche (HarperCollins, 2019): dopo tanti articoli, scoop, sceneggiature e trasmissioni tv, il suo esordio nella narrativa rilegge le forme del grande thriller spionistico tornando proprio ai giorni della caduta, quando il mondo assisteva commosso al passaggio del fiume umano in fuga da Berlino Est.

L’intervento, in dialogo con il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi, con il saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Trento Corrado Bungaro e il coordinamento della giornalista Fausta Slanzi, sarà anche l’occasione per gettare uno sguardo di prospettiva sui muri fisici e immateriali del nostro presente.

 

Nazra torna in Trentino, uno sguardo sulla Palestina
Gaza

Per il secondo anno approda in Trentino il Festival internazionale di cortometraggi palestinesi “Nazra”. Tre appuntamenti pubblici sul territorio tra il 18 e il 20 ottobre.

Nazra, festival itinerante nato per dare spazio di espressione a registi palestinesi e non sulla realtà quotidiana in Palestina, torna di nuovo in Trentino. Nazra in arabo significa "sguardo" e sono molti i punti di vista - diversi per origine, stile e temi proposti - che si incroceranno durante il festival.

Attraverso questa rassegna sarà possibile conoscere l’altro, ma anche sollevare domande e fare breccia nel silenzio o nella disinformazione che permeano il conflitto israelo-palestinese: verranno affrontate non solo le difficoltà della vita in territori occupati militarmente, ma anche la volontà di emersione delle donne e dei giovani in situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani.

Una nuova guerra e l'onda lunga del Novecento
Aleppo, la storia bombardata

di Ali Rashid

E' dal 2011 che la guerra dilania la Siria. Oltre seicentomila morti, lo sfollamento di più della metà della popolazione all’interno del suo territorio e oltre confine, la distruzione di un patrimonio storico e culturale di tutta l’umanità e lo smembramento di un tessuto sociale esito di migliaia di anni di convivenza. Una storia simile a quella avvenuta in Iraq e che continua fino ai nostri giorni, con la differenza che nel caso iracheno era stata una coalizione internazionale a guida nordamericana, fuori dalla legalità internazionale, ad assumere la responsabilità dell’invasione di quel paese con motivazioni risultate in seguito prive di ogni fondamento.

Quanto accaduto in Siria negli ultimi otto anni ha avuto un'origine almeno in parte diversa, laddove le istanze di democrazia che una primavera nonviolenta contro il regime di Assad avevano coinvolto milioni di persone sono state brutalmente represse e lasciate sole da un'opinione pubblica distratta e da cancellerie che si muovono solo a partire dai propri interessi. A partire dai quali hanno invece foraggiato la guerra in un paese chiave della regione, compreso il dilagare dello Stato Islamico, usato per giustificare tale intervento.

 

Sicurezza. Il nuovo libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli
La copertina del libro

Mauro Cereghini – Michele Nardelli

Sicurezza

Edizioni Messaggero Padova, 2018

Il 12 luglio sarà presentato a Bolzano, il 13 luglio a Trento.

 

«Il Novecento è stato il secolo di Auschwitz e della violenza. Le guerre hanno contato milioni di morti, e l’umanità si è attrezzata per distruggere il pianeta che la ospita. Eppure nel secolo scorso la sicurezza non era quell’ossessione che oggi offusca lo sguardo. Ci siamo risvegliati dall’illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. Così l’incertezza si è tramutata in paura, e la paura in aggressività.

Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. Elaborare il passato per promuovere un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme».

Esce in questi giorni un nuovo lavoro editoriale, come il precedente1 scritto a quattro mani da Mauro Cereghini e Michele Nardelli, su un tema che sembra avere effetti devastanti nella coscienza come nei comportamenti collettivi, la sicurezza.

 

Domus Terra. Quali competenze per la società globale?
Matteo Boato, Terra. 2009

«La più grande illusione è credere di conoscere il presente perché ci siamo»

Edgar Morin

 

 

Una giornata di studio a dieci anni dalla nascita del Centro per la Cooperazione Internazionale si terrà venerdì 25 gennaio 2019 dalle ore 10.00 alle ore 16.45 presso il Centro per la Cooperazione Internazionale in Vicolo San Marco, 1 a Trento.

Un invito a quanti hanno attraversato e attraversano il Centro, una giornata per ripensare le esperienze raccolte in dieci anni di attività, per rimettere in discussione le ipotesi principali, per mettere in condivisione le risposte e per aprire a nuovi stimoli, idee ed energie. Proveremo insieme a rispondere alle domande che girano intorno alla questione di quali siano le competenze che servono in una società globale e cosmopolita. Lo faremo alternando stimoli di esperti, laboratori in parallelo e una sessione plenaria di co-costruzione di una mappa delle competenze per la società globale.

Le domande guida saranno le seguenti: Quali sono le competenze utili o necessarie per la società globale? Come essere attrezzati ad affrontare il presente e a contribuirvi? Quali sono le competenze che servono per abitare quest’epoca con consapevolezza - come cittadini, come lavoratori, come amministratori pubblici e decisori - utili a favorire una “agencyqualificata da parte dei singoli e delle organizzazioni al fine di un miglioramento della società? Cosa significa acquisire competenze “globali” o “cosmopolite”? Che ruolo ha la formazione nello sviluppo di tali competenze? Quale formazione è efficace: su quali contenuti, con quali metodi, in riferimento a quali valori, verso quale fine o visione? La “solidarietà internazionale” resta un paradigma utile ed efficace per tale scopo?

Costruire ponti di cooperazione internazionale e sindacale nel tempo dei muri, del risentimento e dell’iperconessione
Perù

Considerazioni a margine dell’incontro Anolf-Iscos Toscana, Firenze 22 ottobre 2018


(23 ottobre 2018) Si è tenuta ieri a Firenze una conferenza sulla cooperazione internazionale a partire dall'esperienza di co-sviluppo realizzata fra la Toscana e il Perù nel progetto Alpaca. Riporto qui le interessanti riflessioni di Francesco Lauria, responsabile formazione e progettazione europea della Cisl. A seguire, nei prossimi giorni, qualche mia considerazione sul convegno e lo stato dela cooperazione internazionale. (m.n.)

 

di Francesco Lauria *

1. L’illusione umanitaria. 2. “Darsi il tempo”. 3. Globali e solidali? 4. Cooperazione sindacale internazionale e sindacalismo glo-cale

L’illusione umanitaria

C’è una bella frase di Albert Camus che recita: “Il male che c’è nel mondo deriva sempre dall’ignoranza, e le buone intenzioni possono fare altrettanto danno della malevolenza, se mancano di discernimento.”. A queste parole si possono affiancare quelle di Saint Just: “Nulla somiglia tanto alla virtù quanto un grande delitto”. Entrambe queste citazioni sono contenute in un libro collettivo che è stato molto importante e per un’intera generazione di attivisti, cooperanti, ricercatori impegnati nel sociale. Si tratta del libro: “L’illusione umanitaria”, curato da Marco Deriu, opera collettiva di un gruppo denominato “AlfazetaObserver”, edito all’inizio del 2001 dalla EMI, l’Editrice Missionaria Italiana di Bologna.

Gennaio 2001 rappresenta, nei tempi super turbo veloci di oggi, un’era geologica lontana: dovevano ancora accadere Genova e l’attentato alle Torri Gemelle, le guerre “umanitarie” in Afghanistan e in Iraq, mentre eravamo appena usciti dagli interventi Nato nei Balcani, successivi al disastro europeo e globale del 1992-1995 nella ex Jugoslavia. La cooperazione internazionale aveva vissuto la crisi negli anni novanta dovuta alle inchieste giudiziarie e alla riduzione delle risorse pubbliche e il conseguente allargamento del campo dell’attività delle organizzazioni non governative. 

Nazra, uno “sguardo” sulla Palestina
Haifa, Palestina

Arriva anche in Trentino il Festival internazionale di cortometraggi palestinesi “NAZRA”. Gli appuntamenti a Trento e Rovereto il 13 e il 14 ottobre.

Il festival itinerante Nazra è nato con la volontà di sostenere registi palestinesi ed internazionali dando spazio ai loro sguardi che raccontano in maniera inedita la condizione attuale della Palestina, le difficoltà della vita in territori occupati militarmente e la volontà di emersione delle donne e dei giovani in situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani.

Nazra in arabo significa ‘sguardo’, e sono molti i punti di vista pronti a incrociarsi durante questo festival, diversi per origine, stile e temi proposti. Lo sguardo non è solo quello degli autori, ma anche quello degli spettatori, spesso raggiunti dalle notizie di cronaca estera sul Medio Oriente senza avere reali possibilità di incontro e conoscenza culturale di questo mondo. Attraverso questa rassegna sarà possibile conoscere meglio la realtà palestinese, sollevare domande, fare breccia nel silenzio o nella disinformazione che gravano sulla condizione attuale di questo popolo e questa terra.

Nelle città di Trento e Rovereto verrà proposta la visione, alla presenza di alcuni registi vincitori, di una selezione delle 18 opere in concorso, la metà delle quali realizzata da registe donne. Sarà un’occasione di riflessione su tematiche come la libertà, la pace e la memoria: la rassegna Nazra si propone infatti di stimolare il dialogo e la conoscenza reciproca tra le due sponde del Mediterraneo.

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