"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Territorio trentino

Trento con Mimmo Lucano
Riace, paese dell'accoglienza

 

Complici di umanità

in piazza per i diritti e l'accoglienza

Venerdì 15 ottobre alle ore 18.00 in Piazza Duomo a Trento

 

Non c'è giustizia nella sentenza politica che ha colpito Domenico Lucano. Non è possibile restare in silenzio.

Sabato 2 ottobre ci siamo riuniti una prima volta - in più di 150 persone, di ogni età e appartenenza - in largo Pigarelli a Trento per rendere visibile la solidarietà e la vicinanza a Lucano. Ai presenti si sono uniti i rappresentanti di alcune organizzazioni solidali che per il loro operato subiscono quotidiani attacchi e vengono addirittura criminalizzate dalle stesse istituzioni che dovrebbero sostenerle. Mimmo Lucano viene colpito quale simbolo di un discorso sulle migrazioni e sull’accoglienza che è evidentemente e diametralmente opposto a quello della maggior parte delle forze politiche.

 

Accesso al credito e Casse Rurali
Falegnameria

 

di Alex Faggioni

(novembre 2021) Da un anno e mezzo l'apertura dei TG, dei giornali, l'argomento più dibattuto nei talk show televisivi, è l'andamento della pandemia e le reazioni dell'opinione pubblica alle direttive emanate dal governo per il suo contrasto. Il dibattito pubblico si è cristallizzato attorno a questo anche se nel frattempo il mondo continua a scorrere ed il processo di erosione dei sistemi che per decenni hanno contribuito a garantire la tenuta sociale continua inesorabile.

La revisione di tutto l'impianto del terzo settore, cui le realtà trentine non sono esenti, procede spedito verso forme di privatizzazione ed accentramento di stampo marcatamente neoliberista. Processi in atto da tempo e denunciati vent'anni fa dai movimenti di protesta di Genova oggi non sono più semplici proiezioni teoriche di prospettiva ma sono piuttosto una realtà concreta che incide sulla vita di tutti noi.

Accanto alla messa in discussione quotidiana dei diritti dei lavoratori portata avanti con parole d'ordine come flessibilità e attraverso una trasformazione nell'ingaggio delle maestranze in forme sempre più liquide e precarie, stiamo vivendo in maniera del tutto inconsapevole all'opinione pubblica, un gravissimo processo di restringimento della possibilità di accedere al credito da parte di artigiani e realtà produttive. Posso testimoniare rispetto a questo un’esperienza diretta che mette a nudo un sistema territoriale che ha dei tratti inquietanti.

 

 

 

Domenica al voto per il Distretto biologico Trentino
Il logo della campagna per il Distretto biologico trentino

 

di Michele Nardelli

Domenica 26 settembre 2021 si vota in Trentino per il Distretto biologico. L'esito del referendum non dipenderà dal prevalere dei sì ma da quante persone andranno a votare, considerato che la soglia da superare affinché l'esito del referendum abbia valore è il 40% degli aventi diritto e che i contrari o critici verso l'agricoltura biologica punteranno sul non voto.

Nel 2021 siamo ancora a questo punto. Un largo schieramento politico, ma soprattutto una cultura radicata ancora nei vecchi modelli ancorati alla crescita e alla scorciatoie della chimica supportata dalla filiera della ricerca e della formazione, della consulenza alle imprese e della commercializzazione ancora osteggia l’agricoltura biologica.

Forse meno apertamente di qualche decennio fa, quando parlare di agricoltura biologica e biodinamica era quasi tabù, ma nonostante una crescente sensibilità verso l'ambiente e la salute delle persone ancora oggi la lobby della chimica imperversa, se è vero che il settore del biologico in Trentino rappresenta ancora meno del 10% delle produzioni agricole complessive.

 

Preparare il terreno fertile. Alimentare l’ecosistema vitale.
dal blog https://pontidivista.wordpress.com/

di Federico Zappini

Prima premessa. Fine agosto, tardo pomeriggio. Neppure l’ultima birra delle vacanze, vista laguna veneziana, si salva dal dibattito sulla irrisolvibile litigiosità del centro-sinistra italiano, con declinazioni territoriali che ognuno di noi ha potuto almeno una volta vivere e/o subire. Il mio interlocutore è pessimista di fronte alla possibilità che nel prossimo futuro la situazione possa migliorare. Da parte mia ho maggiore fiducia, a patto che davvero ci sia il desiderio di mettersi in gioco con coraggio e generosità, consapevoli che non esistono per nessuno rendite di posizione comode e sicure e che a richiedere un deciso salto di qualità è il contesto complesso e mutato che ci troviamo ad affrontare, nell’intersezione e nell’interferenza tra contesto globale e locale.

Seconda premessa. Piazza Dante, Trento. Serata di cinema all’aperto. La storia che viene proiettata è quella di due giovani, John e Molly, che lasciata la città decidono di dedicarsi all’agricoltura acquistando un ampio appezzamento da anni in stato di abbandono. Prima di raccogliere i frutti del loro lavoro dovranno affrontare un variegato campionario di errori e difficoltà utili per comprendere che le premesse a una buona stagione, non solo agricola, sono la predisposizione di un terreno fertile e curato, dentro e sopra il quale sviluppare il massimo livello di biodiversità possibile, intesa come disordine armonico in un ecosistema vario, vitale e collaborativo. Bignami per la costruzione dell’orto e metafora per l’attivazione di processi politici.

Da mesi in diversi segnalano la necessità di rigenerare dalle basi l’alleanza di centrosinistra trentina, avendo chiaro che ciò che è successo in questi tre anni (con l’aggiunta di incertezza prodotta dalla pandemia) non è frutto esclusivamente di una passeggera crisi di consenso o di un deficit comunicativo di una compagine politica in salute.

 

«Il monito della ninfea» a Sopramonte
Effetti Vaia sul Trentino

Nell'ambito del Monte Bondone Green Festival domenica 29 agosto 2021, con inizio alle ore 11.00, presso il Parco Frà Dolcino e Margherita di Sopramonte, in occasione della Festa del Gusto, un nuovo appuntamento attorno al ciclone tropicale Vaia che ha devastato una parte importante dei boschi e delle foreste dolomitiche.

Sarà l'occasione per riflettere sulla crisi climatica, sugli eventi estremi, sulle previsioni che ci parlano della fine dei ghiacciai alpini e, più in generale, sull'insostenibilità del nostro modello di sviluppo.

Presentazione del Libro di Diego Cason e Michele Nardelli “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite” (Bertelli Editori)

Interviene uno degli autori Michele Nardelli, in dialogo con Federico Zappini, Libreria Due Punti di Trento.

 

«Il monito della ninfea» alla Marcesina
Marcesina dopo Vaia

Sabato 28 agosto 2021, con inizio alle ore 10.00, presso la Malga Valcoperta di Sopra sull'Altopiano della Marcesina (Grigno)

un nuovo appuntamento attorno al ciclone tropicale Vaia che ha devastato una parte importante dei boschi e delle foreste dolomitiche (e l'altopiano della Marcesina più di altre), agli eventi estremi che accompagnano il nostro tempo, al nostro rapporto con la montagna e la natura.

 

Il monito della ninfea.

Cosa deve accadere ancora per capire che bisogna cambiare?

 

Intervengono gli autori del libro "Il monito della nifea. Vaia, la montagna, il limite" Diego Cason e Michele Nardelli. In dialogo con loro il giornalista Walter Nicoletti.

Promuove l'incontro l'Orizzonte, in collaborazione con l'Associazione Sisampa.

«Il monito della ninfea» a Lavarone
Effetti Vaia nei pressi di Lavarone

Nell'ambito della rassegna «Incontri d'autore 2021» promossa dalla Biblioteca Comunale di Lavarone (in collaborazione con la Comunità di Slow Food per lo sviluppo agrocolturale degli Altipiani Cimbri), giovedì 15 luglio 2021, alle ore 21.00, presso il Centro Congressi ai Gionghi di Lavarone (Tn), si svolgerà la presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia. la montagna, il limite" (Bertelli editore).

A conversare con uno degli autori, Michele Nardelli, ci sarà Domenico Sartori, giornalista de "L'Adige"

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Sono trascorsi due anni e mezzo da quella notte di fine ottobre 2018 quando la furia del vento abbatté 42.500 ettari di bosco e foreste dolomitiche. Si trattò dell'evento di maggior impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, cambiando in questo modo il volto di 494 Comuni, per un territorio complessivo di due milioni e 306 mila ettari spalmati sull'arco alpino orientale.

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