Cultura

Grazie, Arlechin Batocio
Andrea Zanzotto

di Giuseppe Colangelo

C'è una figura indimenticabile, definitiva, nella poesia di Andrea Zanzotto. È quella di Nino, un contadino dei suoi luoghi prediletti che appare per la prima volta in un testo de La beltà (1968). Così: «Le profezie di Nino. (Cosa mi fai scrivere, Nino!) (E non sappiamo se oggi tutto questo possa ottenere il permesso per un - benché minimo - senso!)».

Il poeta lo fa irrompere in modo forte nei suoi versi ma rendendosi subito conto dell'oltranza semantica di quell'incipit si affretta ad attenuarne la portata. Poi però nei versi successivi lo trasforma di fatto «in mitico profeta naturale» che comprende gli arcani del tempo e della natura. Perché Nino non avendo mai abbandonato la sua terra ne conosce tutte le potenzialità, vive in armonia con essa e sa guidarla a produrre sempre migliori raccolti con metodi naturali («off limits la sofisticazione»).

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La lingua di Ana
La lingua di Ana

Elvira Muji

La lingua di Ana

Chi sei quando perdi radici e parole?

Infinito edizioni, 2012
 
 

La rabbia e la dolcezza

di Michele Nardelli

Alla presentazione del libro "La lingua di Ana" ero arrivato in ritardo. Appena in tempo per un saluto ad Elvira, acquistarne una copia, ricevere una dedica e via, verso chissà quale altro impegno. Lei avrà pensato che questi "politici" dopo un po' sono tutti uguali, lo sguardo si inaridisce, lo spazio per l'emozione di un incontro tende a svanire, figuriamoci quello per un romanzo.

Forse. O forse no, perché la sensibilità di Elvira Muji, che nei libri precedenti conoscevo un po' acerba, non è più così. La rabbia verso il mondo ha lasciato il posto alla dolcezza. La dolcezza - si badi bene - non è meno radicale, semplicemente non ti avvelena la vita. E' la consapevolezza che la verità, quella che s'incontra nella storia di Ana come in tante altre storie di vita, fra guerra e pace, fra terre di emigrazione e d'immigrazione, fra incontri ed abbandoni, come scrive Elvira "non è né triste, né felice, è semplicemente verità".

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Irpinia, Terremoto del 21 agosto 1962. Cinquanta anni fa. Una fine del mondo annunciata
Heatherwick Studio, Seed Cathedral, Shanghai Expo, 2010

di Ugo Morelli

(anticipazione dal libro di Ugo Morelli, Erba cedra e segreti amori. Il terremoto dentro, in corso di pubblicazione)

(agosto 2012) Come quercia squassata da ponente, violentata in ogni foglia, la terra sobbalzò, scommattuta, poverella, si perse, si squarciò, si aprì, ferita a morte e mostrò i danni irreparabili fatti da intere generazioni di sfruttatori incapaci di sopportarne la bellezza. Come i chichilicanti stavano su le case, in cima alle colline, e nei posti solatii, scelti dalla sapienza antica per viverci la vita propria e quella dei figli, e dei figli dei figli. Sembravano proprio quelle costruzioni che chiamavamo chichilicanti, fatte con le noci sgagnuliate e mondate con cura, per non rompere neppure un pezzo piccolo del frutto, disposte l'una sull'altra, tre alla base più una sopra, appoggiate in verticale, per giocare da bambini a farle cadere con un soffio. Tremendo fu il soffio quando il mondo tremò: niente trovò più pace. Gli uccelli persero il canto. Gli uomini la via. Non fu più lo stesso il mondo intorno a noi, lo perdemmo per sempre e, oggi, sembra il fantasma di quel che era, somigliante appena appena, solo a guardarlo da lontano. Non se ne capisce più niente. Così come non capimmo niente di cos'era un terremoto, ancora più oscure furono le cose che accaddero dopo. Tutto andò in frantumi, come le lastre delle finestre, lastre di terza scelta con gli "occhi" di fusione, che caddero in pezzi alla prima scossa.

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Il fiore del deserto, il teatro del tempo
Il folto pubblico al Museo di scienze naturali
Giovedì sera si è svolta a Trento la seconda rappresentazione de "La Ginestra. Il fiore del deserto", realizzata dalla compagnia teatrale MULTIVERSO teatro di Michela Embriaco, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, all'interno della rassegna annuale che il Forum stesso propone sulla Cultura del Limite. 

La serata ha preso avvio con la presentazione da parte degli ospiti di casa del messaggio relativo al luogo (il Museo di Scienze Naturali di Trento) in cui si è deciso di svolgere la messa in scena dello spettacolo. Di particolare interesse è stato l'intervento di Michele Lanzinger (Direttore del Museo) che ha portato una riflessione - coinvolgente - sul tema del limite secondo le angolazioni e le prospettive che la scienza è in grado oggi di offrire, anche in termini di conoscenza del mondo naturale e di come, quest'ultimo, sia in grado di difendersi (una volta oltrepassato il limite) mediante una peculiare resilienza specifica ed una capacità di assorbimento ed adattamento alla circostanze avverse.

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giovedì, 19 luglio 2012 ore 21:15

La Ginestra. Paradigma del limite.
il manifesto dell\'iniziativa

A 27 anni dalla strage di Stava

Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, nell'ambito del percorso sulla cultura del limite (Nel limite. La misura del futuro), presenta lo spettacolo teatrale "La ginestra. O il fiore del deserto" di Giacomo Leopardi. 

La rappresentazione, introdotta da un intervento di Michele Lanzinger e di Michele Nardelli, si inserisce nell'ambito del percorso culturale "Nel limite. La misura del futuro" proposto dal Forum attraverso un itinerario di manifestazioni che ne affrontano le diverse sfaccettature, fuori dai luoghi tradizionali e dalle consuetudini.

Trento, Museo Tridentino di Scienze Naturali, via Calepina 14

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La Ginestra. O il fiore del deserto
Ginestra

di Giacomo Leopardi

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.

Giovanni, III, 19

Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.

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Erba cedra e segreti amori
la copertina del libro

 

Ugo Morelli

Erba cedra e segreti amori

Il terremoto dentro

Zandonai, 2014

 

«Apprucundìa»

Sabato scorso il romanzo "Erba cedra e segreti amori" di Ugo Morelli è stato presentato a Taurasi. Non ho nascosto ad Ugo (che mi aveva invitato) il desiderio di essere lì con lui e c'è davvero mancato poco. Spero ci sarà un'altra occasione per essere nel nostro mezzogiorno, insieme. Intanto riporto la recensione che è apparsa nei giorni scorsi sul Mattino.

di Generoso Picone

«Apprucundìa». Chissà in quali delle categorie interpretative della malinconia Jean Starobinski avrebbe catalogato il sentimento che con caparbia gelosia Giovannina custodisce. Quella cosa per cui «certe mattine mi svegliavo che il sole nasceva dritto e tutto sembrava girare come si deve, ma poi bastava un niente e allora cominciavo a domandarmi che ci facevo dov’ero, perché non avevo scelto un’altra via, come mai avevo preferito alla fine vivere da sola». Ma le bastava poco per evitare di piombare nell’acedia, in quella disperazione muta che pure altri avevano sperimentato e subìto, lei si guardava intorno, si convinceva di essere nella vita e nel posto che voleva. Si consegnava all’«appruncundìa» facendosi trasportare nei posti più strani e lontani, in una specie di mondo a parte che resisteva mentre il mondo reale stava mostrando la sua fine.

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martedì, 22 maggio 2012 ore 17:30

Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine dei lanzichenecchi
Rudi Patauner

Presentazione del libro di Francesco Prezzi su una delle pagine meno indagate della storia del Trentino

Martedì 22 maggio, ad ore 17.30, Palazzo Trentini (Sala Aurora), via Manci

Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine del lanzichenecchi

con Bruno Dorigatti, Presidente del Consiglio Provinciale; Marcello Farina, docente di storia e filosofia; Marcello Bonazza, Presidente Società di Studi Trentini di Scienze Storiche; Rudi Patauner, illustratore

Trento, Palazzo Trentini

La locandina

giovedì, 10 maggio 2012 ore 20:30

Palestina e Israele oggi
Palestina

Palestina e Israele oggi: una riflessione, a partire dal libro "Vivere con Con-vivere" di Micaela Bertoldi

Partecipano: Alessandro Andreatta, sindaco di Trento; Micaela Bertoldi, autrice del libro; Ugo Morelli, fondatore di Polemos, Scuola di ricerca e formazione sul conflitto; Michele Nardelli Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani; Erica Mondini Associazione Pace per Gerusalemme

Associazione onlus "Pace per Gerusalemme - Il Trentino e la Palestina"

Trento, Sala Falconetto, Palazzo Geremia, via Belenzani

Lepanto. La battaglia dei tre imperi
La copertina del libro
Alessandro Barbero

Lepanto. La battaglia dei tre imperi

Laterza, 2010
 
 

La battaglia di Lepanto (1571) ebbe delle conseguenze, o non servì a niente? La domanda che infastidiva Fernand Braudel viene proposta dallo storico Alessandro Barbero a conclusione di settecento pagine che tracciano un affresco molto vivo di quel passaggio di tempo cruciale che fu il XVI secolo. E la risposta che prova a formulare è che se sul piano politico e militare non ebbe un grande effetto, nell'immaginario collettivo essa segnò - grazie soprattutto alla propaganda che in quella circostanza dimostrò forse per la prima volta dove avrebbe potuto arrivare - una sorta di spartiacque fra oriente e occidente.

Il fatto che Lepanto, ancora ai giorni nostri, rappresenti un riferimento tanto per la destra radicale quanto per la Lega ci racconta di quanto quel mito, la superiorità del cattolicesimo sull'islam, ancora produca i suoi effluvi velenosi.

Un libro interessante non solo per gli appassionati di storia (e dei dettagli, dove si nasconde il diavolo ed altro ancora), ma anche per comprendere la partita che si sarebbe giocata nel Mediterraneo e in Europa nei secoli successivi.

Il potere che frena
la copertina del libro
Massimo Cacciari
 
Il potere che frena
 
Adelphi, 2013
 
 

«... Ma che accade allorché il katechon, esausto, giunge al suo termine, a 'toccare' la manifestazione piena dell'Anticristo?»

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giovedì, 8 marzo 2012 ore 18:00

Lo sa il vento
La copertina
Il Circolo sardo G. Dessi e il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani presentano il libro "Lo sa il vento" di Carlo Porcedda e Maddalena Brunetti

Perché «il vento gira e ogni tanto spira dalla parte dei vinti, di chi ostinato non vuol dimenticare. Lo sa il vento, in Sardegna, come stanno le cose». (P. Fresu)

Introduzione: Salvatore Dui - Presidente del Circolo
Interventi: Carlo Porcedda - autore del libro
Moderatore: Rinaldo Cao

Al termine dell' incontro il Circolo offrirà un piccolo rinfresco

Trento, Piazzetta Agostiniani, 2

L'ultima lezione
la copertina del libro
Ermanno Rea
 
L'ultima lezione
La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato
 
Einuadi, 1992
 

"... A un'ora imprecisata, compresa tra l'una di notte e le cinque del mattino, smise di di pensare. Insdossò i pantaloni grigi che aveva portato sino a poche ore prima (forse non se li era neppure tolti di dosso), una giacca, una camicia, un impermeabile e, dopo aver disposto una serie di oggetti sul tavolino accanto al letto - l'orologio, gli occhiali, le chiavi, il passaporto, il libretto degli assegni - raggiunse in punta di piedi la porta di casa. Aprì con meticolosa lentezza la serratura evitando di fare anche il più piccolo rumore. Poi si rinchiuse la porta alle spalle con la stessa cautela. Appena al di là del portone si sentì investito da un flusso di aria fredda: era fatta. Qualunque decisione fosse in procinto di attuare , non poté non percepirla come qualcosa d'irrevovabile..." 

La Ginestra, riflessioni e dialogo tra natura e cultura
Octavio Paz
di Octavio Paz (Città del Messico 1914 - 1998)

Il dialogo tra la natura e la cultura - o più esattamente: l'abbraccio della vegetazione che sgretola i palazzi e della sabbia che seppellisce i templi e gli anfiteatri - è tanto antico quanto la storia dell'uomo. Chi dice storia dice rovine e, ovviamente, meditazione di fronte alle rovine. Ciò che è stato detto meno è che le parole di questa meditazione, e la meditazione stessa, sono anch'esse storia e sono destinate a soffrire una sorte identica a quella degli edifici che ispirano lamenti e riflessioni: cadere e confondersi con la polvere.

E allo stesso modo: quasi sempre dimentichiamo che la natura, sebbene ci appaia eterna e inalterabile, nemmeno sfugge alla storia: l'universo ebbe un principio e avrà una fine. Che cosa sono gli astri e i pianeti, gli atomi e le loro particelle, se non fossili dello spazio-tempo dell'inizio? L'idea di una natura sempre identica a se stessa non è meno illusoria delle eternità dei metafisici.

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sabato, 4 febbraio 2012 ore 21:00

Le musiche del mondo sinto e rom del passato e di oggi
La bandiera sinta al Colle di Miravalle
Sabato serata promossa dall'Associazione AIZO e dai Sinti di Rovereto
 
Musica tradizionale, un po' di flamenco e swing.
Le musiche del mondo sinto e rom del passato e di oggi.
 
Una serata studiata per stare insieme, per denunciare attraverso LA MEMORIA, LA DISCRIMINAZIONE DI UN TEMPO,  quella del presente. Sì insieme, perchè lo spettacolo avrà lo spazio per le testimonianze dai lager di ieri e di oggi, poesie e altri interventi, scelti - letti - interpretati da SINTI e GAGI (i non sinti e rom). Sì perchè è solo INSIEME  che costruiremo un futuro più giusto per noi ed i nostri figli: alzandoci INSIEME per contestare le ingiustizie e la discriminazione.
Siete TUTTI INVITATI  a partecipare anche da protagonisti, offrendovi già da oggi per una lettura dal palco. Entrata libera.

Rovereto, Sala Filarmonica