giovedì, 13 giugno 2013 ore 09:00
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Seconda giornata di visita in Trentino della delegazione palestinese guidata dal ministro dell'agricoltura Waleed Assaf. Un intenso programma che inizierà alle 9.00 con l'incontro nella presidenza della PAT con Alberto Pacher e l'assessore all'agricoltura Tiziano Mellarini, a cui parteciparanno anche Ali Rashid, Michele Nardelli e Mario Zambarda.
Al centro dei colloqui le relazioni fra i due territori nel campo agroalimentare. Già nel corso della prima giornata di incontri sono emerse grandi opportunità di scambio attorno alla produzione dell'olio di oliva (Agraria di Riva del Garda) e alla lavorazione della frutta, in parcolare del melograno (Dolomiti Fruits di Nanno).
Trento, Piazza Dante
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di Eric Maurice
Assicurare la prosperità al suo popolo non gli è bastato ad evitare la contestazione. Secondo le previsioni della Commissione europea la Turchia dovrebbe registrare una crescita del 3,2 per cento nel 2013 e del 4 per cento nel 2014, contro una media dell'eurozona di -0,4 e +1,2 per cento.
Eppure centinaia di migliaia di turchi sono scesi in piazza per contestare il loro primo ministro, Recep Tayyip Erdoğan. Le manifestazioni sembrano destinate a durare a lungo, anche senza le violenze eclatanti dei primi giorni.
sabato, 1 giugno 2013 ore 18:00

Da un'idea lanciata mesi fa in una chiacchierata con qualche amico (Luca Paolazzi, Steven Forti, Andrea Ciambra ..) è nata la volontà di organizzare un evento interno al Festival, promosso dal Consiglio provinciale, che mettesse al centro i particolari modelli autonomistici di Trentino e Catalogna. Della Catalogna si è parlato molto, negli ultimi mesi, in ragione dell'inasprirsi delle tensioni tra Comunità autonoma e Stato centrale, con forti spinte indipendentiste: ben poche, purtroppo, sono state le occasioni per riflettere in modo approfondito su quella realtà e, più in generale, sui processi che in tutta Europa stanno facendo emergere forti contraddizioni tra i diversi livelli di governo, in assenza di un quadro unitario articolato e sufficientemente solido.
Trento, Sala Depero, Piazza Dante

Cooperazione e agricoltura le materie al centro dei colloqui avuti dal presidente Pacher a Ramallah
(19 marzo 2013) Cooperazione e ricerca scientifica: questi i temi emersi dai colloqui avuti nei giorni scorsi in Palestina, a Ramallah, dal presidente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher con i ministri all'agricoltura e al lavoro dell'Autorità palestinese Wallid Assaf e Ahmed Madjalani, e con il consigliere del presidente Abu Mazen, Nehmer Hammad. Il settore dove la collaborazione potrebbe dare maggiori frutti è quello agricolo, vitale per l'economia della Cisgiordania. Da un lato, la Palestina considera preziose le competenze della Fondazione Mach, soprattutto nel campo della genetica. Dall'altro, vi è un forte interesse per l'esempio della cooperazione trentina, nell'ambito del credito così come in quello della commercializzazione. Al termine della breve visita, il presidente Pacher ha siglato con il ministro all'agricoltura un accordo che impegna Trentino e Palestina ad approfondire le relazioni, coinvolgendo San Michele e la Federazione trentina della cooperazione. Fra le azioni possibili: formazione di personale palestinese, collaborazione con il centro di ricerca in campo agricolo di Al Arroub, presso Hebron, sostegno alla realizzazione di un laboratorio di analisi della produzione locale, la cui assenza costituisce un elemento di ulteriore freno all'export palestinese, che si somma a quelli creati dalla politica.

Vinicio Capossela
Tefteri
Il libro dei conti in sospeso
Il Saggiatore, 2013
Era l'anno in cui sarebbe dovuto finire il mondo. L'anno in cui si sentì spesso dire: "Non siamo la Grecia", "non faremo la fine della Grecia". Che peccato. Infatti, non siamo la Grecia. Per questo ne abbiamo bisogno.

(3 gennaio 2013) "Almeno 60 mila morti in Siria dall'inizio del conflitto secondo dati delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto l'Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay, citando un rapporto delle Nazioni Unite. Le persone uccise in Siria dal 15 marzo 2011 al 30 novembre 2012 sono state 59.648".
Fin qui la notizia Ansa. Quello che sta accadendo in Siria, aggiungo io, non avviene affatto nell'indifferenza internazionale, perché su questo paese strategico nel contesto mediorientale si concentrano grandi interessi, tanto da parte delle principali potenze che dei paesi della regione.

Dialogo attorno alla guerra in Ucraina fra Michele Nardelli e Francesco Prezzi: una sua ultima testimonianza sulle cose del mondo. Francesco ha vissuto questa ennesima tragedia dal letto di un ospedale e fino all'ultimo non ha mai smesso di ragionare sulla società, sul senso della Storia e sul valore del pensiero politico. Poi ha preso il volo.
(8 marzo 2022) Immersi nel Novecento. Questo siamo.
Lo sferragliare dei carri armati e il rumore sordo dei bombardamenti. I vecchi palazzoni sovietici sventrati e anneriti dal fuoco. Gli occhi impietriti di un'umanità costretta ad abbandonare le proprie case, a rifugiarsi negli spazi sotterranei delle metropolitane o ad ingrossare le fila del libro dell'esodo1. I miliziani nazionalisti, sempre più protagonisti delle nuove guerre, padroni delle strade e delle macerie. A prescindere dalle loro bandiere e da come andrà a finire, saranno loro a vincere.
E ancora. L'aria e l'acqua avvelenate, il sudiciume di ogni guerra. Le palizzate di eternit prese a calci, come ad essere senza futuro. La paranoia dei signori della guerra, sempre uguale. L'ipocrisia dei potenti che non hanno mai smesso di produrre e vendere armi. Sullo sfondo il riecheggiare del moto latino “vis pacem, para bellum”, che ha armato il pianeta tanto da poterlo distruggere.
Infine l'incubo nucleare, che da quelle parti conoscono bene e con il quale – malgrado la tragedia di Chernobyl – hanno continuato a convivere, quello delle centrali mai dismesse e in questi giorni sfiorate dalle cannonate, e quello delle testate atomiche allertate in un follia che vorrebbe reclutarci e che militarizza anche il confronto politico.
venerdì, 21 dicembre 2012 ore 14:30
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Un incontro di lavoro si svolgerà oggi pomeriggio (inizio ore 14.30) a San Michele all'Adige presso la Fondazione Mach, per fare il punto sulla cooperazione trentina in Palestina nel campo dell'agricoltura ed in particolare attorno agli sviluppi del progetto Vino di Cana.
A gennaio una delegazione trentina si recherà in Palestina per l'inaugurazione della piccola cantina di Aboud, non lontano da Ramallah, realizzata con il contributo della nostra comunità. Con l'occasione si farà il punto sulle relazioni e sull'applicazione del protocollo d'intesa fra il Trentino e il Ministero dell'Agricoltura dell'ANP.
San Michele all'Adige, Fondazione E. Mach
giovedì, 6 dicembre 2012 ore 18:00
Mediterrano. Partecipano Adel Jabbar e Gianfranco Belgrano.
Trento, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo San Marco 1

(29 novembre 2012) Un voto storico quello di oggi al Palazzo di Vetro. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con 138 sì, 9 no e 41 astenuti accoglie la Palestina come "Stato osservatore". Il voto è venuto dopo il discorso del presidente dell'Anp Abu Mazen di presentazione della risoluzione poi approvata a larghissima maggioranza.
"La Palestina viene all'Assemblea Generale oggi perchè crede nella pace e la sua gente ne ha un disperato bisogno. Dateci il certificato di nascita", aveva detto Abu Mazen convinto di "rilanciare il processo di pace" anche se con paletti ben piantati. "E' arrivato - ha detto il leader palestinese - il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni, perché a Gerusalemme Est l'occupazione ricorda il sistema dell'apartheid ed è contro la legge internazionale". E ha ribadito che i palestinesi "non accetteranno niente di meno dell'indipendenza sui territori occupati nel 1967 con Gerusalemme Est".
(26 novembre 2012) Il "sogno" di una Catalogna indipendente si allontana. Artur Mas, uscito vincitore ma molto ridimensionato dalle urne catalane rispetto al 2010, ovviamente lo nega, ma rischia seriamente di dover rinunciare al referendum sull' "Estado Propio", lo Stato indipendente. L'indipendenza è stato il tema centrale della campagna elettorale, ma dallo scrutinio emerge una maggioranza a favore dell'indipendenza eterogenea e ingovernabile.
I dati finali delle elezioni regionali in Catalogna, tenute in un clima surriscaldato per una possibile secessione dalla Spagna, hanno confermato come prima forza politica di destra Convergencia i Uniò (CiU) con 50 seggi: i nazionalisti moderati del 'governatore' catalano Artur Mas hanno però subito un forte calo rispetto alla legislatura precedente, quando ne avevano 62, e restano lontani dalla maggioranza assoluta di 68. Al secondo posto, in una consultazione che ha fatto registrare la partecipazione record del 70% degli elettori, il partito della sinistra indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), cresciuto di 11 seggi, a quota 21 deputati.
lunedì, 19 novembre 2012 ore 16:30

Trento, Vicolo San Marco 1
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(28 novembre 2012) Quattro anni fa, in quei drammatici giorni che seguirono l'assedio di Gaza, lanciammo un appello dal titolo: "La questione morale del nostro tempo". Rappresentava il tentativo non solo di uscire dalla spirale della guerra ma anche dai rituali dello schierarsi con le parti in conflitto, per provare ad indicare una prospettiva diversa, capace di modificare il nostro sguardo su un conflitto che affonda le proprie radici nel cuore di tenebra dell'Europa e del suo Novecento.
Si avviò una carovana. Si nutriva di culture e di storie che la guerra intendeva cancellare, di resistenza nonviolenta a dispetto della chiamata alle armi, di relazioni fra territori e persone nell'intento di valorizzare luoghi e saperi che nell'intreccio del Mediterraneo hanno costruito straordinarie civiltà niente affatto in conflitto. Una rete fittissima di esperienze che hanno interagito con la "primavera araba" dopo la quale niente è più come prima.
Oggi la storia sembra ripetersi, quasi a voler abbattere i ponti di dialogo costruiti a fatica nel contesto dei grandi cambiamenti di questo tempo. Di nuovo assistiamo impotenti al dilagare della guerra. Le popolazioni civili vedono aggiungersi nuove sofferenze e nuove distruzioni, tanto in Palestina dove nuovi lutti si aggiungono ad una interminabile lista del dolore, quanto in Israele dove un numero pur minore di vittime non attenua lo stato di tensione e di paura. Per entrambi, l'insicurezza e l'incertezza del domani avviliscono l'esistenza ed offuscano le menti.
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Riprendo questo testo che condivido ampiamente e che credo rappresenti un modo diverso di immaginare il futuro nella martoriata Mezzaluna fertile del Mediterraneo.
di Awad Abdelfattah e Jeff Halper
The Electronic Intifada
Un paese, due popoli, tre religioni. È tempo che una soluzione a uno stato unico basata sulla parità di diritti diventi senso comune. Il "conflitto israelo-palestinese" è stato spesso presentato come uno dei più intrattabili nella storia del mondo moderno. Ma una ragione di ciò è proprio che è stato erroneamente analizzato come un conflitto e quindi le "soluzioni" offerte e i "processi di pace" per arrivarci sono falliti. Questo non è un conflitto. Non ci sono due parti in conflitto su alcune questioni che possono essere risolte attraverso negoziati tecnici e compromessi. Piuttosto, il sionismo era – ed è – un progetto coloniale di coloni. I coloni ebrei arrivarono in Palestina dall'Europa con l'intenzione di conquistare il paese e farlo proprio. Come tutti i movimenti dei coloni, erano dotati di una narrazione: il motivo per cui il paese apparteneva effettivamente a loro e hanno perseguito unilateralmente la loro rivendicazione di diritto. La popolazione indigena palestinese (che includeva sefarditi, mizrahi ed ebrei ultraortodossi) non aveva voce nel processo; non erano una “parte”, ma semplicemente una popolazione di cui sbarazzarsi. Ciò rimane vero fino ad oggi, poiché il progetto dei coloni sionisti ha virtualmente completato il suo compito di giudaizzare la Palestina, di trasformare un paese arabo in uno ebraico. La sua conclusione inevitabile è l'apartheid: confinare i palestinesi in enclave disconnesse e impoverite sparse per oltre il 15 per cento del loro paese.

La verità è che i luoghi esigono fedeltà assoluta come degli amanti gelosi: se li abbandoni, prima o poi si fanno vivi per ricattarti con la storia segreta che ti lega a loro; se li tradisci, la liberano nel vento, sicuri che ti raggiungerà ovunque, anche in capo al mondo.