«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»
Manifesto di Ventotene

Balcani, il cuore inascoltato dell'Europa

28 giugno 1914

giovedì, 25 marzo 2021

Nell'ambito del percorso "L'orizzonte - Una piazza virtuale" promossa da Claudio Voltolini come proposta di confronto e di condivisione di idee, giovedì 25 marzo 2021, alle ore 20.30, sulla Piattaforma Zoom, si svolgerà la seconda conferenza dal titolo "Balcani, il cuore inascoltato dell'Europa". A dialogare con i presenti sarà Michele Nardelli, fondatore di Osservatorio Balcani Caucaso.

«Nei mesi scorsi si è tornato a parlare dei Balcani a proposito del dramma che si sta consumando da anni lungo la rotta migratoria che attraversa quella regione d'Europa.

Del resto sui Balcani si accendono i riflettori quando scorre il sangue o si consumano tragedie come quella dei migranti, fari che poi vengono spenti quando tutto questo diviene cinicamente ordinaria amministrazione oppure un groviglio che le cronache (e i lettori), nella loro superficialità, faticano a comprendere. E' accaduto così anche per “la guerra dei dieci anni” con cui si è concluso il Novecento europeo...

... Eppure quel che accade nel cuore balcanico dell'Europa andrebbe messo a fuoco perché questa regione rappresenta una sorta di caleidoscopio sul nostro tempo. Per comprendere i processi e le dinamiche che investono la modernità e che, se compresi ed elaborati, potrebbero aiutarci a vedere in anticipo quel che si addensa su di noi.

Invece lo sguardo di un'informazione generalmente distratta (e di una politica a caccia di consenso) rincorre gli avvenimenti e nemmeno si pone di trarne un qualche insegnamento. Questo atteggiamento portò un personaggio illustre come Winston Churchill ad affermare che i Balcani “producono più storia di quanta ne possono consumare”. Così ben pochi si sono soffermati su un fatto incontrovertibile: il Novecento nasce e muore a Sarajevo.

In assenza di elaborazione del passato, l'Europa è oggi di nuovo attraversata dal vento del nazionalismo, nelle sue forme più tradizionali del predominio etnico/religioso come in quello più subdolo dello scontro di civiltà. E lo stesso processo di costruzione dell'Europa politica, se ci riflettete, si è incagliato negli anni '90 proprio attorno alla questione delle sue radici culturali.

Invece si è preferito affidarsi agli stereotipi e chiudere gli occhi prima sul riapparire dei campi di concentramento e sul genocidio che avveniva in quella regione, in seguito senza comprendere il carattere postmoderno di una spaventosa sperimentazione sociale fatta di deregolazione estrema e di giganteschi affari criminali».

Per seguire l'incontro: https://us02web.zoom.us/j/81242318028

La presentazione del percorso

Piattaforma Zoom

 

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