"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
L'incontro a Roma dei presidenti Dellai e Durnwalder con il ministro Fitto e la delegazione parlamentare
(24 agosto 2011) Nel vertice con i parlamentari trentini e altoatesini, oggi a Roma nella sede della Provincia autonoma di Trento in via della Scrofa, è stato ribadito con forza la volontà di richiedere il rispetto delle prerogative dell'autonomia speciale. E dai senatori, come dai deputati presenti, è stato assunto in questo senso un impegno preciso: all'incontro, infatti, erano presenti tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, che hanno convenuto con forza della necessità di volontà di lavorare assieme.
È questo, in sintesi, quanto emerso durante la trasferta nella capitale del presidente Lorenzo Dellai che, assieme al presidente Luis Durnwalder, ha promosso un'azione istituzionale per definire al meglio il concorso degli enti locali. Con i parlamentari trentini e altoatesini il presidente Dellai ha parlato di un incontro istituzionale fondato sul senso di responsabilità, che non ha colori politici, illustrando poi nel dettaglio le proposte di emendamento, la cui principale punta a salvaguardare l'Autonomia speciale delle due province, attraverso una formulazione maggiormente compatibile all'impianto della manovra. Soddisfazione è stata espressa dal presidente Lorenzo Dellai per la disponibilità a lavorare assieme per obiettivi comuni: "Mi rendo conto - ha commentato il presidente - che la strada è in salita ma confido che l'attenzione del Governo e l'impegno congiunto di tutti i nostri parlamentari possa portare al raggiungimento di una soluzione improntata alla ragionevolezza e al buon senso".
In precedenza anche un colloquio cordiale con il ministro agli affari regionali, Raffaele Fitto, al quale è stata consegnato un documento che riassume il quadro finanziario emerso dopo l'accordo di Milano. In questo senso l'impegno delle due Province autonome è quello di partecipare al risanamento dei conti pubblici nel rispetto però delle prerogative dell'Autonomia speciale e dei patti che in virtù di essa sono stati siglati con l'Amministrazione statale. In ragione di ciò la Provincia autonoma di Trento ha chiesto che nella definizione del contributo della manovra statale si tenga conto degli effetti prodotti appunto dall'Accordo di Milano. "Siamo pronti a fare la nostra parte - spiega il presidente Dellai - ma secondo principi di equità che devono valere per tutti gli enti locali e assecondando richieste che siano ragionevoli e corrette".
Successivamente, ad incontrare i presidenti Dellai e Durnwalder vi erano gli onorevoli: Cristiano De Eccher, Laura Froner, Maurizio Fugatti, Maria Luisa Gnecchi, Claudio Molinari, Manfred Pinzger, Helga Thaler, Giorgio Tonini, Giacomo Santini. Tra i presenti anche l'assessore al bilancio e alle finanze della Provincia di Bolzano, Roberto Bizzo.
Quattro gli emendamenti presentati, ma è stato soprattutto sul primo che è stato definito l'impegno congiunto di tutti i parlamentari. Questo prevede di inserire, dopo il comma 2 dell'articolo 19, nelle disposizioni finali, il seguente comma: "2-bis. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto dei propri statuti, delle relative norme di attuazione e secondo quanto previsto dall'articolo 27 della legge 5 maggio 2009, n. 42"
Durante la riunione nel capoluogo sono state quindi analizzate le criticità connesse al patto di stabilità.
Gli effetti finanziari dell'Accordo di Milano
Il presidente Dellai ha ricordato i principali effetti finanziari derivanti dall'Accordo di Milano in virtù del quale la sola Provincia di Trento ha assicurato un miglioramento del saldo del bilancio dello Stato (saldo netto da finanziare) pari a 568 milioni di euro. Val la pena ricordare che il totale delle minori entrate unito ai maggiori oneri in carico all'Amministrazione provinciale viaggia sui 790 milioni di euro all'anno, risultato della rinuncia: alla somma sostitutiva dell'Iva all'importazione (320 milioni / anno), alla quota variabile (280 milioni / anno), alle assegnazioni sulle leggi di settore (90 milioni / anno), all'assunzione di oneri dovuti all'esercizio di funzioni statali delegate e al finanziamento delle iniziative a favore dei territori confinanti al Trentino (la somma delle due voci è di 100 milioni / anno). A fronte di queste minori entrate ci sono però circa 222 milioni di euro in più per le casse provinciali frutto della modifica dei criteri di quantificazione della quota spettante di alcune entrate erariali. In definitiva il risultato netto a favore dello Stato rimane come detto di 568 milioni di euro (790 milioni di euro meno 222).
Indebitamento netto
Ai tre Enti (Regione, la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano) era richiesto anche di concorrere a migliorare l'indebitamento netto con una ripartizione di 250 milioni per la Provincia di Trento, 220 per quella di Bolzano e 30 per la Regione. Tutte queste poste finanziarie sono state già applicate ed incidono a decorrere dal 2010 sul bilancio dell'amministrazione trentina. Anche relativamente alle maggiori spese, la Provincia autonoma di Trento sostiene direttamente (sempre dal 1° gennaio 2010) sia i progetti di cui beneficiano i territori confinanti (40 milioni di euro), sia l'Università di Trento (60 milioni).
Concorso della Provincia autonoma di Trento al Patto di Stabilità
La manovra statale del 2010 ha previsto un ulteriore incremento di 59,3 milioni di euro per il 2011 e di 118,6 milioni di euro dal 2012 di quanto chiesto alla Provincia autonoma di Trento per concorrere al Patto di Stabilità. Come noto la manovra in corso di definizione prevede un forte appesantimento di quanto richiesto agli enti territoriali per risanare la finanza pubblica. In particolare per le regioni a statuto speciale e per le province autonome la manovra fa impennare la previsione 2012 da 1 miliardo a 3 miliardi di euro. Quindi per la Provincia autonoma di Trento, stimando il concorso al patto del 2012 sulla base del riparto effettuato del 2011 e tenendo conto dell'incidenza della finanza di ciascun ente, i 118,6 milioni di euro di cui dicevamo prima addirittura triplicherebbero portandosi a una cifra stimata in 355,8 milioni di euro. In termini di indebitamento netto la manovra in corso di definizione imporrebbe alla Provincia autonoma di Trento un concorso cumulato 615,5 milioni di euro, volume che rappresenta il 18% del totale di bilancio 2010 al netto della sanità (considerando il bilancio al lordo della sanità, la percentuale risulta del 13%).
In termini di concorso complessivo, invece (vale a dire unendo sia il miglioramento garantito al bilancio dello Stato sia la riduzione del debito netto), la manovra nazionale imporrebbe invece alla Provincia di concorrere cumulativamente per 923,8 milioni di euro, vale a dire qualcosa come il 27% del totale del bilancio 2010 al netto della sanità (se consideriamo il bilancio lordo la percentuale è del 20%).
"È ovvio che siamo pronti a fare la nostra parte - commenta il presidente Lorenzo Dellai - però con equità, perché questi dati dimostrano come le richieste del Governo siano del tutto sproporzionate e irragionevoli se paragonate a quanto richiesto agli altri enti territoriali".
In particolare l'impatto delle regioni ordinarie in termini di indebitamento al netto della sanità è contenuto nel 15% del totale di bilancio. Se consideriamo i bilanci al lordo della sanità l'impatto per le regioni ordinarie è del 5% (per la Provincia di Trento è del 13% o del 20% se consideriamo il concorso complessivo).
Il concorso dei Comuni al patto di stabilità
Un ultimo argomento affrontato nel vertice di stamane riguarda il concorso dei Comuni al patto di stabilità.
La manovra 2010 come è noto prevedeva per il 2012, un apporto pari a 2,5 miliardi; il che significava per i Comuni trentini un apporto pari a 19,3 milioni di euro. alla luce delle novità però, questo apporto salirebbe a 4,2 miliardi per il complesso delle municipalità, vale a dire circa 32,5 milioni di euro per i Comuni trentini. Resta il fatto che non è ancora stata risolto il problema del calcolo delle cifre attribuite ai Comuni in virtù del patto di stabilità, posto che bisogna considerare le spese di questi enti al netto dei trasferimenti provinciali. E questo ovviamente per evitare di duplicare il concorso al risanamento delle casse dello Stato.
(a cura dell'ufficio stampa della PAT)
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