"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Oltre le ritualità. La terra, il sole e la storia.

Italia

di Michele Nardelli

(7 settembre 2011) Una buona partecipazione ha contrassegnato lo sciopero generale promosso dalla Cgil in Trentino. Diverse migliaia di lavoratori e cittadini sono scese in piazza nella manifestazione che si è conclusa in via Verdi a Trento con le testimonianze finali e la musica dei Bastard. Tante persone, molti volti conosciuti, anche molti giovani. Ma tutto questo, qui come in Italia, non sembra rappresentare quello scossone di cui avremmo bisogno per mandare a casa questo governo.

Anni di "berlusconismo" hanno lasciato il segno nel profondo della nostra società, nelle culture come nei comportamenti. PDL e Lega non hanno vinto perché qualcuno si è sbagliato a votare, ma perché il modello sociale e culturale che rappresentavano aveva il consenso della maggioranza degli italiani.

Ora forse questo consenso è almeno in parte venuto meno, anche perché Berlusconi & Co. hanno dato prova di quanto fossero inaffidabili. Ma questo non significa affatto che la maggioranza degli italiani abbia in mente un diverso progetto di società, di stili di vita, di relazioni sociali. In altre parole questo significa che il centrodestra sta perdendo, non che il centrosinistra sia nel cuore degli italiani.

Manca in effetti un credibile progetto alternativo. E questo non lo si costruisce attraverso i rituali, né con le vecchie culture che ci hanno portato alla sconfitta. In effetti se domani ci trovassimo ad andare a votare le contraddizioni che emersero nei governi di centrosinistra ritornerebbero nelle forme che abbiamo già conosciuto. Questo per dire che o si ha la capacità di proporre sguardi e narrazioni diversi del presente e del futuro oppure non si andrà da nessuna parte.

Occorre una proposta per questo paese, in una prospettiva europea. Serviranno sacrifici, certo, per farsi carico della situazione disastrosa in cui versa l'Italia, ma a fronte di un progetto chiaro che punti sull'economia vera, la terra, il sole e la storia. Ovvero le cose che possono fare la differenza per la peculiarità e unicità di questo paese. Terra vuol dire uno straordinario patrimonio agroalimentare, su cui costruire la rinascita dell'agricoltura, la valorizzazione dei saperi e dei sapori dei territori nella loro diversità, che spaziano dalla cultura alpina a quella mediterranea. Sole significa ambiente, unico ed irripetibile nell'interazione fra uomo e natura, oltre che una fonte straordinaria di energia. Storia sono i beni culturali, che abbiamo come in nessun altro paese al mondo. E tutto questo insieme significa cultura e turismo.

Sono certo che un grande programma di valorizzazione di tutto questo vedrebe un mobilitarsi straordinario di energie, umane, economiche ed anche finanziarie.

L'alternativa ad un governo del quale ride il mondo intero dev'essere un progetto radicalmente diverso, dove si valorizzi tutto questo, si taglino i privilegi, gli sprechi, le furbizie e le spese miliari. Il centrosinistra lo sta preparando? Purtroppo no, perché non c'è la capacità di cambiare registro, perché le culture sono quelle di prima ed anche gli interpreti, perché la stessa nascita del PD non ha portato a quella nuova sintesi di pensiero che ne avrebbe dovuto rappresentare il fondamento. Non parliamo del resto della sinistra, ferma al Novecento.

Se c'è una cosa che ci racconta la primavera araba è che questa grande rinascita avviene attarvesro giovani, donne e uomini, colti ed in rete col mondo, senza simboli del secolo passato. Non è quello che accade in Italia e scusatemi ma le bandiere sono sempre le stesse, gli slogan e le parole pure, non parliamo delle canzoni...

Occorre predisporsi ad ascoltare quel che questo tempo pure ci regala, valorizzare tutto quel che sul territorio si esprime sul piano dei saperi, della creatività e della responsabilità. Un lavoro paziente di ricognizione per costruire nuove idee e soggettività politiche territoriali, in rete fra loro, in Europa e nel Mediterraneo.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*