"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Servirebbe una terza mano

Frenesia

di Francesco Cavalli *

(20 settembre 2012) Non andrò mai nell'antipolitica. Me lo ripeto ogni mattina, come la litania del giorno, come un training autogeno, un'opera costante di autoconvincimento. Ma la nostra classe politica attuale non perde occasione per spingerci sempre di più in questa direzione. Quello che è successo ieri in parlamento ne è un'ulteriore spinta. Con gli scandali di soldi e politica che ci invadono con maggiore frequenza della pioggia, l'opporsi al controllo esterno sulle spese dei gruppi parlamentari, nel nome di una trasparenza invocata da tutti, dall'ultimo cittadino al Presidente della Repubblica, è davvero l'ennesimo segnale di una politica profondamente malata al suo interno. La marcia indietro sucessiva di Pd-Udc-Idv sono un ulteriore segnale di smarrimento che lascia noi spettatori quantomeno perplessi.

Con questi pensieri in testa questa mattina venendo al lavoro ho affiancato un pullman di turisti, un gruppo vacanze di anziani signori che dal nord Italia vengono in riviera per gustarsi queste ultime, splendide, giornate di mare. L'autista del pullman, una donna (ma questo non vuol dire nulla, sarebbe potuto benissimo essere un uomo), con la mano sinistra reggeva il telefonino alle prese con una partecipata conversazione. Nella bocca una sigaretta che di quando in quando prendeva fra le dita della mano destra, l'unica altra rimastale, lasciando il volante del pullman in marcia. Per amor di verità, i movimenti li faceva con una certa rapidità proprio per evitare di perdere il controllo del mezzo. Ho pensato, povera signora autista, le ci vorrebbe davvero una terza mano. I pensieri della politica malata si sono mescolati a quelli di una società malata. Mi sono venuti in mente i "furbi" che di notte, vanno a scaricare rifiuti ai bordi delle strade di campagna in improvvisate discariche. Penso a quei poveri operatori turistici che hanno mostrato ai controlli della finanza i loro redditi a zero e come abili giocatori d'azzardo nascondono sempre un'asso nella manica. Adesso qualcuno dentro quella manica ha cominciato a guardarci, forse anche a loro servirebbe una terza mano.

Saluti.
Francesco

* Francesco Cavalli, giornalista, è direttore del Premio Ilaria Alpi

 

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