"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Polveroni

Il gattopardo

di Michele Nardelli 

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini si è dimessa. Travolta dalla degenerazione della politica. O, meglio, di un'idea della politica ridotta a potere, carriera, interesse personale, privilegio.

Dovrei esserne felice, in fondo "Liberare la politica dai privilegi" era quanto scrivevamo sui manifesti ancora vent'anni fa, in quel passaggio fra la prima e la seconda repubblica che avveniva sull'onda di "mani pulite". Come sappiamo, andò diversamente.

Anche ora, il crepuscolo dei personaggi cresciuti all'ombra del cavaliere dovrebbe rappresentare una sorta di pulizia morale da accogliere come una liberazione. Eppure avverto inquietudine.

Sono inquieto perché la valanga non investirà i furbi, che già stanno attrezzandosi per cavalcarla con la demagogia di cui sono capaci. A rischio temo saranno le istituzioni in quanto tali. Una polvere nella quale "sono tutti uguali", dove la caccia alle streghe avviene indistintamente contro "la casta", come se l'impegno politico e istituzionale fosse cosa di cui vergognarsi. Temo il rancore e la locanda che ne è il retroterra culturale.

E' un film già visto. Odora di "dannunzianesimo". Gli uomini della provvidenza scaldano i motori, il cavaliere annuncia il suo ritorno e la Lega ricresce nei sondaggi.

 

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