"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Investire sulla coalizione

Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco

(16 giugno 2013) C'è ancora incertezza sul candidato del centrosinistra autonomista per le elezioni di autunno in Trentino e sulle primarie di coalizione che - in assenza di una figura condivisa da tutti - dovrebbero esprimerlo.

Errori sin qui ce ne sono stati, primo fra tutti quello di non aver investito abbastanza in questi anni su una cultura coalizionale. Ma ora è necessario avere pazienza, perché l'unità della coalizione è un bene prezioso che ci ha permesso in questi quindici anni di ancorare il Trentino ad una prospettiva politica diversa da quella che ha pesantemente segnato tutto l'arco alpino. Lo abbiamo visto a Pergine Valsugana che cosa significa andare divisi, anche se in quel caso - venendo da un'esperienza amministrativa non certo positiva - una lezione ci stava e si potrebbe rivelare anche salutare.

Bisogna comprendere che l'alleato forse oggi più in difficoltà, l'area politica che un tempo era rappresentato dalla Margherita ed oggi dall'Unione per il Trentino, è stato e continua a rappresentare una componente indispensabile per poter contare su una maggioranza politica in questa nostra terra. Il problema è che quest'area ora è dilaniata da una diaspora (quella grisentiana) che ne ha eroso in parte il consenso e che si colloca in maniera alternativa al centrosinistra.

Salvaguardare l'alleanza è importante però prima ancora che per i numeri per le sensibilità sociali e culturali che rappresenta. Così dovremmo ragionare tutti nella coalizione, consapevoli che ognuna di queste sensibilità richiede di mettersi in questione e dunque della propria parzialità e dell'urgenza di nuovi paradigmi per comprendere un tempo nuovo. Insomma, dobbiamo averne cura. Nelle idee innanzitutto, ma anche nel saper farsi carico, come quando nelle recenti elezioni politiche abbiamo proposto che il partito maggiore della coalizione (il PD del Trentino) esprimesse la propria candidatura nel collegio senatoriale più difficile, quello della Valsugana.

Per questo la logica delle forzature non aiuta nessuno. Se saremo capaci di essere portatori di un progetto ambizioso e condiviso nei contenuti, il prossimo presidente della PAT non potrà che esserne espressione, nella proposta come nel metodo di governo. (m.n.)

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*