"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(2 marzo 2011) A proposito di catastrofe umanitaria e di invasioni barbariche, una bella testimonianza dell'amico Ezio Pilati che scrive da Tunisi.
*... a ogni incrocio, all'entrata di ogni paese- grande o piccolo-, controlli con tanto di STOP e transenne e tante, tantissime "divise". Quello che sconcerta è che i controlli non sono rivolti all'osservanza delle giuste regole di circolazione, sono "verifiche" rivolte in particolar modo ai "locali", che consci della "discrezionalità" degli agenti (polizia) si devono "adeguare" ai loro, a volte estenuanti, tempi di verifica e se uno ha fretta e lascia perdere le proprie ragioni, senza il rischio certo di doversi sottoporre a ulteriori e più approfonditi controlli, basta un volontario-codificato-piccolo contributo e il tutto si risolve...
Lo stesso atteggiamento si ripete in tante altre situazioni di contatto con l'amministrazione (da intendersi in senso lato, in quanto molto è da ricondursi a un unico grande controllo e controllore). Sottolineo che i controlli sono, particolarmente, rivolti ai "locali", mentre la semplice esibizione del passaporto (estero) ti mette al riparo dalle comuni angherie e/o soprusi.** ora il rapporto si presenta modificato di molto. E' come se ci fosse una nuova coscienza dei propri doveri e diritti: all'incrocio ti fermi perché, oltre il rischio di provocare o subire incidenti, te lo indica la norma della circolazione stradale e non perché te lo impone una transenna con un uomo in divisa pronto a ... Con l'Addetto allo sportello x, con il Funzionario doganale o il Responsabile dell'ufficio Y, oltre che (ri)trovare cortesia (non servilismo), ti senti alla "pari" e, quando possibile, trovi le spiegazioni e le indicazioni che prima non arrivavano mai se non dopo ...
A cosa sia dovuto questo sostanziale e veloce cambiamento / atteggiamento saranno altre analisi a chiarirlo: fatto è che si riscontra uno spirito diverso e tante persone e amici tunisini mi confermano che questo cambiamento/atteggiamento, già riscontrato da me e da altri ospiti non "locali", è ancora molto più significativo nel "popolo" : quel peso che prima "gravava" su tutto e su tutti è stato rimosso, come sono state rimosse anche le onnipresenti enormi "immagini" che prima "rassicuravano" da ogni dove.
Queste mie, non giornalistiche, impressioni vogliono solo testimoniare quanto ci sia di positivo in Tunisia: non mi sembra che si debba temere chissà quali invasioni così mal indicate dal nostro Ministro degli Interni.
Le persone, giovani-anziani, donne-bambini, operai-studenti-impiegati e senza lavoro, il "popolo" non è nel "caos", sono magari "poveri" secondo certi metri valutativi, ma vedi, senti, riscontri tanta dignità e orgoglio di volercela fare. Certo che ci sono problemi, ma tanti, tantissimi tunisini il loro lavoro e la loro vita intendono (ri)costruirla in Tunisia e ogni restringimento di movimento Tunisia/Italia/UE, non favorirà il superamento dei problemi.
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