"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Signori Consiglieri,
ricorre oggi l'anniversario della tragedia che il 19 luglio di 26 anni fa in pochi attimi provocò la morte di 268 vite e cancellò la Valle di Stava.
Quella data rappresenta quindi, per tutta la comunità, un giorno consegnato alla tristezza, ma anche un discrimine nel modo di intendere il territorio e l'utilizzo delle risorse ambientali.
Il Consiglio provinciale - nella sua veste di espressione ed interprete della società trentina - non può in alcun modo dimenticare quella tragedia, nella consapevolezza di quanto quell'avvenimento, apparentemente lontano, deve costituire per tutti - ed in particolar modo per quanti rivestono responsabilità pubbliche - un costante riferimento della memoria ed un richiamo permanente al rigoroso rispetto della natura, delle sue leggi e dei suoi limiti invalicabili.
Sono proprio quei limiti che, come ci insegna la drammatica vicenda di Stava, impongono alla cultura civile di questa terra una vigilanza attenta e continua, affinchè l'interesse del profitto mai abbia a prevalere sulle ragioni dell'esistere e della natura.
Nonostante lo scorrere del tempo porti con sé il rischio dell'affievolimento del ricordo necessario, noi dobbiamo far tesoro del testo della lapide, nella Chiesetta di S. Leonardo, che così recita: "la loro perenne memoria sia di monito perché la superficialità, la noncuranza, l'approssimazione, l'incuria, l'interesse non debbano più prevalere sulla cura per l'uomo, la sacralità della vita umana, la coscienza delle personali responsabilità". Questo è il modo migliore per far sì che quella tragedia non sia stata vana.
Bruno Dorigatti, Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento
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