"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(27 luglio 2011) Nei giorni scorsi il quotidiano "Trentino" ha avviato un appello sul tema dei costi della politica che ha raccolto finora millesettecento adesioni. La richiesta è che gli assessori e i consiglieri provinciali si taglino rispettivamente il 20% e il 10% delle loro indennità come segno di partecipazione al contesto di sacrificio cui è chiamato il paese, denaro che andrebbe a formare un fondo di solidarietà per i soggetti più deboli.
Le risposte sono state molteplici, non ultima quella del segretario del PD del Trentino Michele Nicoletti che ha preannunciato un'iniziativa specifica per l'autunno, ricordando altresì che la nostra è l'unica regione italiana ad aver abolito i vitalizi già nella scorsa legislatura e, in quella in corso, ad aver tagliato gli appannaggi agli assessori provinciali e sterilizzato ogni forma di aumento delle indennità per i consiglieri.
Pur condividendo la necessità che la politica sia esempio di sobrietà e non di privilegio e di spreco, dobbiamo ricordare che ciascun consigliere non può tagliarsi l'indennità. Può invece destinare una parte del suo stipendio ad iniziative di solidarietà, partecipazione o beneficenza: cosa che personalmente faccio sin dall'inizio di questa legislatura rinunciando non il 10% bensì il 50% della mia indennità mensile, destinandola per il 20% al PD del Trentino e per il 30% a progetti di partecipazione democratica e di cooperazione internazionale (nei prossimi giorni darò il dettaglio di questa destinazione sociale).
Devo peraltro dire che ho molto condiviso la lettera che l'amico Silvano Bert ha inviato al Trentino e che riporto integralmente di seguito.
Perché non firmo il vostro appello
di Silvano Bert
Quando voto un partito a rappresentarmi nelle istituzioni la domanda che oggi mi pongo, in questa fase della storia umana, è il suo atteggiamento verso gli immigrati. Se è serio lo sforzo dell'accoglienza. Questa discriminante esprime, per me, la concezione complessiva di società e di Stato. Comprende i principi di libertà, di eguaglianza, di fraternità. In tutti gli ambiti, dal lavoro al fisco, dalla scuola al tribunale, dall'ospedale alla laicità, dal rapporto fra i sessi all'ambiente, dall'Unione Europea all'Onu. Parla della nuova moschea, della vecchia sinagoga, della chiesa di sempre. Il politico che eleggo lo penso in un conflitto continuo, democratico, con il collega che invece ha in mente i respingimenti. E anch'io, fra un'elezione e l'altra, sono in un conflitto continuo con altri cittadini che sono dominati dalla paura e dall'ostilità verso gli stranieri.
So bene che i miei politici hanno una bocca, un cervello e un cuore come i politici avversi. Alzano la stessa mano per votare leggi e mozioni, dopo la discussione. Godono, a fine mese, dello stesso sostanzioso, eccessivo, stipendio. Però io non firmo la protesta di cui il "Trentino" va fiero. Perché gli scritti di Alberto Faustini, di Ubaldo Cordellini, anche di Chiara Bert, di altri giornalisti e collaboratori, tendono a farmi credere che lo scontro vero è fra i politici tutti, la casta in alto, e noi in basso che tiriamo la cinghia. Quella è la causa dei mali, da cui dipendono le sorti del Trentino e dell'Italia intera.
Io invece continuo a pensare che il conflitto decisivo rimane fra accoglienza e respingimento. Titoli in prima pagina come "I consiglieri ci costano otto milioni", e "I politici in vacanza a spese nostre", suscitano indignazione non verso gli abusi, ma contro la politica, la sua stessa esistenza. Cadono su una società già ammalata di antistatalismo, di individualismo, di odio verso una democrazia dei partiti. Per questo alle invettive contro la casta, terreno di cultura del berlusconismo, si possono associare serenamente "Libero" e "il Giornale", fino a Francesca Gerosa e Angelo Lorenzetti. Non ha forse detto una volta Silvio Berlusconi che le commissioni, il parlamento, lo stesso Consiglio dei ministri sono un impaccio al suo governare? Prima ancora dei magistrati e del presidente della Repubblica.
Io non mi associo. Nell'eleggere un politico so di farne un cittadino privilegiato, che visita a Madrid il museo del Prado a spese mie, per organizzare bene i mostri musei. Spero ne abbia consapevolezza anche lui. Per questo è importante che scegliamo i politici dotandoci di regole oculate, che gli teniamo il fiato sul collo, che i giornali ci informino sul loro lavoro e sugli abusi. La democrazia è un metodo di governo molto esigente. Anch'io mi aspetto leggi (non autoriduzioni) che riducano i costi della politica. Affinché il conflitto fra i politici, e i cittadini, sostenitori dell'accoglienza e del respingimento diventi sempre più trasparente ed efficace.
Ad ogni indignato, cominciando da Faustini, Cordellini, e Chiara Bert chiederei anche: qual è per te lo stipendio giusto da attribuire a Froner e Fugatti, Civico e Borga, Andreatta e Miorandi?
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