"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Amianto, indagine sulla morte di 223 marinai

L\'amianto utilizzato sulle navi
Il sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello ha deciso di procedere per disastro colposo e omissione dolosa di cautele infortunistiche nei confronti di 12 ufficiali della Marina militare. L'insorgere del mesotelioma (il tumore associato alle fibre di amianto) a causa del servizio svolto in prossimità di quelle parti delle navi che venivano rivestite con materiali cancerogeni. Una pesante eredità che abbiamo anche sul nostro territorio e di cui si parlerà a breve in Consiglio provinciale

(25 agosto 2011) Sono 223 le persone morte per mesotelioma pleurico o peritoneale. Lavoravano o prestavano servizio di leva sulle navi della Marina militare. Sul banco degli indagati Capi di Stato Maggiore, ufficiali e altre figure di vertice della Marina italiana in servizio negli anni '80 e'90. Sono accusati di "disastro colposo e omissione dolosa di cautele infortunistiche". L'accusa parte dalla considerazione che la pericolosità dell'amianto in quegli anni fosse cosa nota. Le vittime erano fuochisti, motoristi, caldaisti, che svolgevano le loro attività in prossimità delle centrali termiche. Mentre altre segnalazioni arrivano alla procura di Torino da diverse parti d'Italia.

Un'inchiesta analoga è stata aperta a Padova nel gennaio del 2010 dopo la morte di oltre 500 militari in servizio nelle basi di Monfalcone, La Spezia e Taranto. Il processo, ancora in corso, ha già ottenuto un primo effetto: il pagamento da parte del Ministero della Difesa di un  indennizzo rispettivamente di 800.000 e 850.000 euro alle famiglie di due ufficiali morti per effetto dell'esposizione ad amianto.

Questo materiale è stato usato per decenni. Nell'industria come isolante termico nei cicli industriali con alte e basse temperature, come barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici e come materiale fonoassorbente. Nell'edilizia come materiale spruzzato per il rivestimento per aumentare la resistenza al fuoco, nelle coperture sotto forma di lastre piane o ondulate, tubazioni e serbatoi, canne fumarie, ecc.. in cui l'amianto è stato inglobato nel cemento per formare il cemento-amianto (eternit), nella preparazione e posa in opera di intonaci con impasti spruzzati e/o applicati a cazzuola, nei pannelli per controsoffittature, nei pavimenti costituiti da vinil-amianto in cui tale materiale è mescolato a polimeri o come sottofondo di pavimenti in linoleum. In ambito domestico in vari elettrodomestici (ad es. asciuga-capelli, forni e stufe, ferri da stiro), nelle prese e guanti da forno e nei teli da stiro, nei cartoni posti in genere a protezione degli impianti di riscaldamento come stufe, caldaie, termosifoni, tubi di evacuazione fumi. E nei mezzi di trasporto (freni, frizioni,  schermi parafiamma, guarnizioni, vernici e mastici "antirombo", coibentazione di treni, navi e autobus).

Per comprendere la diffusione di questo materiale si pensi che perfino i sacchi della posta utilizzati dalle Poste Italiane fino al 2002 erano realizzati con fibre di amianto.

Come evidenziato nella relazione al Disegno di legge sulla bonifica dell'amianto in provincia di Trento (della quale sono primo firmatario) si tratta di una tragica eredità i cui effetti continueranno a manifestarsi a distanza di anni dal divieto di utilizzo (1992), sia perché l'insorgere della malattia avviene dopo molto tempo e per la diffusa presenza sul territorio. (m.n.)

 

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