"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

La globalizzazione del lavoro impone la globalizzazione dell'azione sindacale

Un sindacato europeo?
Diario di viaggio dalla Polonia, seconda puntata

di Walter Largher e Gianni Tomasi - Segreteria UIL del Trentino

(9 settembre 2011) Incontriamo i responsabili di Solidarnosc nella loro sede di Danzica che ci illustrano i cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro in Polonia dai tempi degli scioperi ad oggi. Le descrizioni sembrano riguardare un'epoca molto più remota dei trent'anni che ci separano da quei fatti. Il cambiamento avvenuto appare violento. Ci narrano di coloro che parteciparono alle famose manifestazioni ai cantieri navali Lenin di Danzica che contribuirono alla caduta del regime.

Ne è valsa la pena passare da una società senza libertà, arretrata economicamente ma che dava una seppur modesta garanzia dei bisogni essenziali, quali la sicurezza dei posti di lavoro, ad una condizione di maggior libertà di pensiero, di azione, di iniziativa ma con tutti i risvolti negativi di un'economia di mercato? Ci spiegano che per la grande maggioranza la risposta è ancora si, ne valeva la pena. Certamente lo sviluppo dell'economia è evidente, come sono evidenti dalle analisi dei responsabili di Solidarnosc, le conseguenze di questo cambiamento del mercato del lavoro: la disoccupazione seppur a livelli non eccezionali è aumentata in modo significativo, la progressiva instabilità dei rapporti di lavoro, la flessibilità sempre più accentuata (la Polonia ha la percentuale di lavoratori più elevata a contratto determinato), l'abbassamento delle tutele. Colpisce come partendo da storie diverse, contesti economici assolutamente dissimili in relativamente pochi anni le problematiche che attanagliano il mondo del lavoro polacco somiglino in maniera inaspettata a quelle del nostro Paese.

Uscendo dall'albergo rivolgi lo sguardo a destra e a non più di 100 metri un centro commerciale di circa 40000 mq, a sinistra forse a 150 metri un altro molto più grande. Entrati potresti essere in qualsiasi cittadina europea. I negozi gli stessi come ovunque: H&M, Intimissimi, Intersport, Obi, etc.

L'incontro di ieri con Jan Cuber, giovane sindacalista poco più che trentenne che segue per Solidarnosc le aziende della grande distribuzione in Polonia, ci conferma che le problematiche del settore sono le stesse anche qui; lavoratrici che tra mille difficoltà provano a conciliare orari di lavoro in negozi aperti 7 giorni su sette dalle 8 alle 23 in assenza di una legislazione che ha lasciato completamente mano libera in termini di aperture. Solidarnosc è in difficoltà sia a rappresentare i lavoratori del settore sia a creare relazioni sindacali stabili in aziende con sede legale in Germania, Svezia, Inghilterra, Italia e in assenza di associazioni datoriali che in Polonia non si sono ancora costituite. Solidarnosc per uscire da questo empasse ha deciso di alzare l'asticella dello scontro chiedendo a lavoratori e clienti di segnalare attraverso un sito internet, dove viene rappresentata una cartina della Polonia, abusi e violazioni contrattuali delle aziende. Il sito ha ricevuto in pochi giorni oltre 3000 mails di segnalazioni e sta facendo discutere il mondo del lavoro polacco.

Condivisa, al termine dell'incontro, la necessità di un sindacato che come le aziende deve assumere, se vuole davvero incidere nelle dinamiche e nell'organizzazione delle multinazionali, modalità d'intervento di livello europeo. La globalizzazione del lavoro impone la globalizzazione dell'azione sindacale.

 

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