"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(17 ottobre 2011) Silvano Grisenti è stato condannato dalla Corte di Appello di Trento ad un anno e sei mesi nell'inchiesta "Giano Bifronte" per corruzione impropria: è andata peggio che in primo grado, considerato l'inasprimento della pena che era stata di quattro mesi. Grisenti ha avuto anche un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici e così il suo ritorno in politica risulta piuttosto improbabile.
Ciò che emerge da questa sentenza rappresenta una brutta pagina della nostra autonomia, perché non dobbiamo dimenticare che fino alle sue dimissioni nel corso della precedente legislatura, Grisenti era l'uomo forte del governo provinciale. Evidentemente un po' troppo forte.
Rimane inoltre la considerazione che se si erano create aspettative sul ruolo politico che avrebbe ancora potuto giocare Grisenti, qualora scagionato, in quell'area di centro che ha un po' di mal di pancia verso l'attuale coalizione di governo, significa pure qualcosa.
Ad esempio che la politica in Trentino non è proprio messa bene, che deve essere migliorato il profilo politico e culturale dell'attuale maggioranza, che occorre una nuova classe dirigente onesta e all'altezza della gestione della nostra autonomia. E non parlo solo delle istituzioni.
La Corte di Appello ha anche condannato il manager Dino Leonesi a quattro mesi, dopo che in primo grado era stato assolto.
0 commenti all'articolo - torna indietro