"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(12 dicembre 2011) "Ritorno alla terra". E' questa l'idea forza che abbiamo cercato di mettere a sistema nell'incontro che si è svolto sabato scorso ad Isera.
Accolti nella Locanda delle Tre Chiavi dal governatore di Slow Food del Trentino Alto Adige/Sud Tirolo Sergio Valentini, un primo gruppo di volenterosi che operano nel mondo agricolo s'incontrano per rimettere al centro dell'azione programmatica della politica e delle istituzioni l'economia vera e segnatamente l'agricoltura.
"Ritorno alla terra" s'intitola anche l'ultimo libro di Vandana Shiva, fisica e ambientalista indiana che dedica questo suo ultimo lavoro alla necessità della ripresa dei principi della cultura contadina. La prefazione del libro è curata da Carlo Petrini, presidente di Slow Food ed ideatore di "Terra madre", il più grande forum mondiale dei produttori agricoli. Di "ritorno alla terra" ci parla da anni anche Giuseppe De Rita quando ci descrive un ritorno all'agricoltura della società italiana nel riscoprire la cultura del territorio e lo stesso ci diceva Andrea Zanzotto nel suo testamento politico quando ammoniva la sua terra, il Veneto, per aver "annientato la cultura contadina".
La combinazione delle crisi demografica, ecologica e finanziaria rendono oltremodo necessario l'interrogarsi su una nuova centralità della terra nel ripensare un modello di sviluppo diventato da tempo insostenibile. Nella dimensione globale, come in quella locale.
Certo, se misuriamo l'economia con i parametri tradizionali, il settore primario rappresenta oggi in Trentino una quota limitata del PIL. Ma se solo sappiamo leggere, le filiere che dalla terra si sviluppano oltre l'agricoltura in senso stretto ci accorgiamo che questo segmento apparentemente limitato si allarga a macchia d'olio, investendo l'industria di trasformazione, il turismo, il commercio, l'ambiente e la tutela del territorio, la salute, l'educazione alimentare...
Ambiti che pure risentono di una situazione di difficoltà come deriva dei processi di omologazione e di riduzione delle biodiversità, alle quali non si è saputo reagire con tempestività ed intelligenza quando la quantità non ha saputo misurarsi con la qualità delle produzioni. E di cui risentono in particolare il comparto vitivinicolo e quello lattiero-caseareo.
Non sono mancati in questi anni segnali importanti di riqualificazione dell'agricoltura trentina. Oggi la terra è oggetto di ritorno da parte di molti giovani agricoltori, l'agricoltura è ritornata ad essere un lavoro che produce reddito, alcune delle nostre produzioni godono di diffuso riconoscimento nel mondo, i nostri centri di ricerca come la Fondazione Mach ci vengono invidiati. E al tempo stesso dobbiamo dirci senza infigimenti che l'agricoltura trentina vive una situazione di sofferenza che richiede un salto di qualità ed un approccio di sistema.
Anche in questo comparto occorrono innovazione, ricerca, diversificazione, investimenti, recupero di aree agricole per favorire imprenditoria giovanile ... attenzione da parte della politica. Un'attenzione che come PD del Trentino abbiamo cercato di recuperare nell'ultima parte della scorsa legislatura con l'approvazione della legge di iniziativa popolare sul Parco Agricolo dell'Alto Garda fino ad oggi rimasta in larga misura inapplicata, e in questa prima metà della legislatura attuale con le leggi sulle filiere corte e sull'educazione al consumo consapevole e con quella sui fondi rustici, delle quali sono stato proponente e che ora devono trovare concreta implementazione nelle linee guida e nei programmi dell'Amministrazione.
Di tutto questo e d'altro abbiamo parlato nell'incontro di sabato scorso ad Isera. Con il triplice obiettivo di saldare le nostre relazioni con il mondo agricolo e le sue associazioni categoriali e di territorio, di ridare piena cittadinanza programmatica ad una cultura della terra altrimenti dimenticata, di qualificare e al tempo stesso valorizzare le produzioni di qualità (e biologiche) di cui il Trentino è già oggi protagonista.
Si è trattato di un primo momento di confronto, un giro di opinioni che aveva lo scopo di realizzare una sorta di ricognizione critica del settore, che sarà seguito da un ulteriore momento previsto a metà gennaio (sabato 21, con ogni probabilità), allargando gli inviti e mettendo a fuoco le questioni che si riterranno cruciali per un contributo di idee e proposte da rivolgere alla Conferenza programmatica del PD del Trentino di febbraio e, più in generale, come schema di lavoro per i due anni che ci separano dalla fine della legislatura.
(All'incontro hanno partecipato - a titolo personale - Carlo Alessandrini, Francesco Cattani, Paolo Calovi, Ciro Devigili, Enzo Mescalchin, Silvano Pedrini, Flavio Pezzi, Daniele Stenico, Sergio Valentini e i consiglieri provinciali Michele Nardelli e Andrea Rudari)
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