"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Roberto Devigili
(11 febbraio 2012) Qualche mese fa l'assemblea della Comunità di Valle della Rotaliana -Konisberg, "grazie" anche all'astensione dei rappresentanti dei Comuni che ne fanno parte aveva bocciato una mozione che chiedeva alla Comunità stessa di farsi promotrice dell'unificazione dei servizi idrici di quel territorio. Ma poco dopo, paradossalmente, è iniziata una verifica della fattibilità della proposta respinta solo qualche settimana prima. Questione di metodo, si disse allora per motivare l'affossamento dell'iniziativa solitaria.
In realtà, contro la proposta si erano confusamente coagulati i timori di alcuni sindaci preoccupati di "perdere potere", di altri preoccupati di dover mediare le tariffe più favorevoli in vigore nei loro territori con quelle, più elevate, presenti in altri comuni più "sfortunati", e infine, una certa insofferenza verso l'ente Comunità di Valle, da alcuni più temuto che altro.
In ogni caso, grazie all'azione di qualche comune (Zambana in particolare) evidentemente conscio delle conseguenze del referendum sull'acqua celebrato nel 2011, è iniziato un lavorio ed incontri mirato a verificare la volontà tecnica e politica della gestione sovra comunale degli acquedotti della Rotaliana.
Infatti, anche a causa del (futuro prossimo?) forzato disimpegno di Dolomiti Energia che ha in gestione quattro degli otto acquedotti della zona, alcuni amministratori hanno iniziato ad interrogarsi. Che fare? Muoversi verso l'ipotesi di un'entità unica che veda uniti tutti i territori i cui acquedotti ad oggi sono ancora gestiti da Dolomiti Energia? O verificare se si può agire più concretamente partendo da un territorio più ristretto ed omogeneo ma in ogni caso ben più esteso e popolato (quasi 30 mila i residenti nella Comunità di Valle Rotaliana) rispetto alle attuali gestioni?
La pubblicazione dei dati sulle tariffe di acqua e fognatura in vigore, dati che dimostrano la maggior economicità ed efficienza dei servizi idrici serviti in rete dall'azienda rotaliana nei comuni di Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele, hanno spinto verso una riflessione, fino a qualche mese fa impensabile. E quindi, ad AIR, l'azienda rotaliana appunto, è stato informalmente affidato il compito di acquisire e studiare i dati e di proporre un piano economico - industriale di fattibilità diretto al coinvolgimento, a tappe, di alcuni (in prospettiva di tutti) i comuni della Comunità di valle nel medesimo servizio. E alcuni dei Comuni (ad esempio Roverè della Luna), in attesa di decisioni e di fronte alla scadenza del contratto con Dolomiti Energia, hanno deciso di prorogare solo di un anno il rapporto con l'attuale gestore.
Tra l'altro, i lavori attualmente in corso sulla sorgente per l'ingrandimento del bacino di accumulo di Air (una galleria che attraversando il Monte Corno, collega la frazione di Maurina di Spormaggiore alla località Piani di Mezzolombardo) permettono di osservare l'abbondanza di acqua che sgorga dalla montagna e che potrebbe fornire il prezioso liquido a tutto il territorio. Attualmente, invece, alcuni paesi della CdV della Rotaliana sono costretti a pompare l'acqua dai pozzi (addirittura da Trento!) o a temere (come Faedo). Le annate più secche (come quella in arrivo, se l'inverno non cambierà andazzo!).
La realizzazione di un gran collettore per la distribuzione dell'acqua in tutto il territorio della Comunità garantirebbe a tutti i cittadini della Rotaliana la stessa qualità, a costi probabilmente inferiori e con un risparmio anche ambientale rappresentato dal mancato consumo dell'energia elettrica ora "sprecata" nel pompaggio dai pozzi o verso le colline, operazione necessitata dalla scarsa pressione presente nei tubi dell'attuale impianto.
E l'acqua cosiddetta di supero sarebbe utilizzata anche per produrre energia elettrica per la pubblica illuminazione. Il gran tubo rappresenterebbe infine, anche plasticamente, l'unità di Comuni che, salvo lodevoli eccezioni, contando su una dimensione demografica ed organizzativa mediamente elevata (per il Trentino, ben s'intende!) rispetto ad altre aree confinanti, si sono spesso mossi con una visione autarchica ora sempre meno sostenibile.
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