"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(1 giugno 2012) Fra i tanti messaggi che mi arrivano in queste ore, quello di Francesca Bottari è forse quello che ho sentito più vicino, non tanto sul piano della solidarietà, quanto piuttosto nell'esplicare il valore delle persone che in questi mesi hanno lavorato in questo cammino. Perché nel Forum, contrariamente a quel che qualcuno malignamente ritiene (anche forse perché non conosce pratiche diverse), operano persone, non portaborse o ruffiani. Giovani, curiosi, intelligenti, belli e puliti dentro.
di Francesca Bottari
Oggi 31 maggio 2012 finisco il mio percorso (18 mesi) come volontaria in servizio civile al Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani. Mai avrei voluto concludere un tale cammino con una eco tanto amara nell'animo. Non immaginavo di dover scontrarmi con una dialettica che personalmente non ritengo costruttiva nemmeno all'interno di una tifoseria da stadio. Dove "buono e cattivo" si palleggiano parole e battute prive di sobria criticità. Dove l'attacco viene sferzato e imperterrito infanga chi, invece di essere ascoltato per comprendere i motivi di quello che ha fatto e che fa, viene solamente aggredito.
La zona fra due sponde spesso è ricca di sfumature, l'incontro fra due poli crea inevitabilmente contrasto e precipitazioni avverse. Serve sobrietà di pensiero, profonda conoscenza e un'accurata sensibilità per cercare di fare dei passi proprio in quel terreno di mezzo che nessuno sa bene come cavalcare. Per farlo però è necessario anche fermarsi, farsi domande che esulino dai suggerimenti di quell'Io interessato a. A cosa poi? In questo caso la cattiveria usata nell'aggressione verso Federico Zappini e il Forum hanno lasciato spazio solamente a percettibili amarezze.
Sono stanca di una realtà vanesia, staccata dal prima e confusa verso il poi!! L'attacco deve iniziare ad essere un avvicinamento. Il non concordare pensiero deve iniziare ad essere un ascoltare. Ascoltare deve portare a mediare e a comprendere. Polvere e fango non costruiscono ponti. Polvere e fango coprono solamente terreni dove il ripopolamento è disinteressato e disorientato. Fango e polvere coprono quei cuori curiosi di capire cosa succede adesso. Ed è questo che mi fa soffrire. Questo mi ha ferito in questa infelice occasione, ed è sempre questo che mi affatica quotidianamente.
Dobbiamo mantenere la nostra curiosità d'animo ed intellettuale elevata. Eleviamola ogni qual volta la cattiveria prende il posto alla nostra voce. Se anteponiamo sempre il Nord al Sud ed il Sud al Nord va da sé che ci muoviamo sempre e solo in queste due aree. Ed è così che per conoscere noi stessi e misurarci dobbiamo sempre scontrarci verso il bersaglio nel quale non ci identifichiamo. Finiamo per riconoscerci solo se siamo dove crediamo di voler essere.
Dobbiamo esporci in quel luogo di mezzo che spesso è indefinito perché sconosciuto. E' difficile farlo e si barcolla nel provarlo. Ma possiamo tenere i nostri piedi dove erano prima. Teniamoli al Nord se è lì che ci sentiamo sicuri, ma iniziamo a smuovere e spostare i nostri cuori e i nostri occhi. Le gambe poi ci seguiranno indicandoci la via. Iniziamo a chiederci perché Federico ha scelto un tale percorso invece che un altro. Al di là del tipo del tipo del suo cammino passato presente o futuro. Chiediamoci perché Federico Zappini ha scelto ed è stato scelto come persona al Forum per la durata del suo contratto. Osserviamo ciò che il Forum ha fatto e sta facendo. Avviciniamo la nostra curiosità alle nuove letture possibili di Pace e proviamo a contribuire.
Questo non significa dover concordare perché si parla di Pace e di Diritti Umani, ma vuol dire esporsi ad un confronto con la giusta sobrietà di espressione, non per forza priva di conflitto intellettuale. Iniziamo - lo dico prima di tutto a me stessa e senza pretese di saggezza - a schiacciare tasti sobri e lontani da suoni cattivi. Appoggiamo le nostre dita su punti e trasciniamoli vicino o lontano da altri.
Non serve costruire né demolire, ma solo ricreare ciò che di incompreso c'è. E oggi è troppo. E' troppo quello che non si capisce. Cerchiamo un disegno che porti la giusta mediazione fra due, tre, venti, mille parti dissonanti. Fermiamoci a parlare, non corriamo gridando dovendoci fermare a battaglia persa proprio perché iniziata.
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