"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Approvata la legge provinciale "Nome per la promozione della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale, per la diffusione del software libero e dei formati di dati aperti".
Le tecnologie informatiche stanno cambiando le nostre vite, mettendo in discussione l'economia, l'organizzazione del lavoro, la gestione della pubblica amministrazione, il concetto di mobilità, il nostro tempo libero. Ciò nonostante, quando si parla di amministrazione digitale, di software libero, di dati aperti, di diritti digitali dei cittadini si pensa di avere a che fare con cose per addetti ai lavori.
Ed in effetti, non è sempre facile muoversi con cognizione di causa in questo mondo, tanto ancora consistente è il divario digitale.Eppure ormai un computer c'è in ogni casa e anche le persone meno giovani hanno spesso a che fare con le nuove tecnologie. In Italia il 52% della popolazione usa regolarmente un computer e questa percentuale sale al 59% in Trentino.
Quando usiamo un computer, siamo connessi al mondo. Questa connessione può essere più o meno costosa, veloce ed integrata ad un sistema aperto o chiuso. Abbiamo inoltre a che fare con dei programmi. Questi possono essere sottoposti a licenza proprietaria, oppure essere liberi (open source). Nel primo caso li paghiamo comprandoli dai grandi network che ne curano l'aggiornamento periodico (in genere con un costo accessorio), i linguaggi e i dati che vengono usati sono chiusi e immodificabili. Nel caso delle licenze "open source", i programmi sono scaricabili gratuitamente, sono modificabili e adattabili alle esigenze specifiche, i soggetti che ci lavorano possono essere del territorio e avere conoscenza delle specificità, dunque favorire la creatività e le professionalità locali. I dati sono accessibili e costituiscono un bene comune.
Gran parte dei programmi utilizzati dalla pubblica amministrazione sono stati fino ad oggi a licenza proprietaria. Pensiamo che una piccola realtà come la Provincia Autonoma di Trento spende ogni anno per le licenze o il loro aggiornamento una cifra molto significativa, nell'ordine di almeno 4/5 milioni di euro.
Ma non è solo una questione economica. Quando parliamo di società dell'informazione dobbiamo essere consapevoli che abbiamo a che fare con questioni decisive per i
processi che governano la partecipazione e la democrazia. In questo processo di cambiamento, gli strumenti diventano sostanza. Ecco perché la rivoluzione informatica richiede una particolare attenzione sul piano della democrazia digitale.
Tutto questo ci può far capire l'importanza della Legge Provinciale n.16/2012 "Norme per la promozione della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale, per la diffusione del software libero e dei formati di dati aperti" approvata il 18 luglio scorso e della quale ero primo firmatario.
A breve il Trentino sarà la prima regione europea ad essere dotata di connessione veloce in ogni segmento del proprio territorio, attraverso un sistema di informazione elettronica che mette in rete i cittadini con tutti i soggetti della pubblica amministrazione (Provincia Autonoma di Trento, Comunità di Valle, Comuni, Azienda Sanitaria, Autonomia scolastica, Università, Società di sistema) ed un Polo archivistico elettronico in grado di assicurare la disponibilità delle informazioni come bene comune. Tutto questo avverrà all'insegna del software libero, dei formati di dati aperti e del superamento del divario digitale.
Una legge che ci mette all'avanguardia sul piano dei diritti digitali dei cittadini.
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