"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
La serata ha preso avvio con la presentazione da parte degli ospiti di casa del messaggio relativo al luogo (il Museo di Scienze Naturali di Trento) in cui si è deciso di svolgere la messa in scena dello spettacolo. Di particolare interesse è stato l'intervento di Michele Lanzinger (Direttore del Museo) che ha portato una riflessione - coinvolgente - sul tema del limite secondo le angolazioni e le prospettive che la scienza è in grado oggi di offrire, anche in termini di conoscenza del mondo naturale e di come, quest'ultimo, sia in grado di difendersi (una volta oltrepassato il limite) mediante una peculiare resilienza specifica ed una capacità di assorbimento ed adattamento alla circostanze avverse.
L'uomo moderno è il frutto delle tante umanità che si sono susseguite ed estinte nel corso dei tempi, ed è l'idea stessa di uomo post-moderno che ci conduce a considerare e ripensare il significato del limite come, appunto, una misura per la sopravvivenza dell'essere umano in quanto tale.La rappresentazione della Ginestra di Giacopo Leopardi, infatti, ha avuto come scopo quello di far soffermare i partecipanti anche sui contenuti del termine limite (sul significato e sull'evoluzione delle parole in sè, come ad esempio, trasversalmente, quella di pace). Per questo motivo, a fine spettacolo sono state raccolte alcune interviste, ponendo agli astanti una semplice domanda: "Che cos'è il limite, per te?". Diverse le declinazioni ed affascinanti i riscontri. Una lotta (nel comprendere e nel conoscere) quella dell'uomo, dunque, non contro, ma insieme alla natura.
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