"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Non è solo una biografia: è il Novecento stesso a essere raccontato attraverso la passione umana e politica di un uomo, infaticabile e testardo interprete del proprio tempo. Alberto Tridente, operaio e sindacalista torinese nato in una famiglia numerosa di immigrati a Venaria, racconta la sua formazione morale e intellettuale intrecciando emozioni e vicende sue proprie con i grandi eventi della storia.
Nella fatica e nella ripetitività del lavoro in fabbrica, iniziato a 13 anni, e nelle dure lotte sociali degli anni Cinquanta alle Ferriere si forgia e cresce uno dei protagonisti della riscossa operaia unitaria che in pochi anni cambierà la faccia dell'Italia, Comunista mai, democratico sempre, aperto a ogni unità, sindacale o politica, che rispondesse agli interessi e ai valori di donne e uomini esclusi dalle decisioni. Impegnato a dare piena cittadinanza al popolo dei lavoratori e a lanciare ponti fra i due lati dell'Oceano Atlantico, Alberto Tridente è testimone di una classe dirigente rara, che si metteva a fianco di chi possiede solo la sua dignità più che al seguito dei potenti. Lo slancio di quegli anni ci fa rivedere un modo di vivere la politica al servizio della collettività, dimentico del tornaconto personale, che appare lontano dalle cronache contemporanee ma che non può limitarsi per il lettore a essere un esercizio di nostalgia. Presentazione di Gian Giacomo Migone.
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