"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Venti di guerra contro l'Iran?

L\'ipotesi di intervento militare israeliano contro l\'Iran

(15 agosto 2012) L'opzione militare contro il nucleare iraniano sta diventando sempre più probabile. E' quanto si evince da numerose fonti di informazione interne a Israele che parlano di un intervento entro i prossimi tre mesi. Le conseguenze di un attacco contro i siti nucleari dell'Iran sarebbero disastrose non solo nel vicino Oriente, ma a livello globale. Riportiamo qui una notizia dal sito www.repubblica.it e, in allegato, l'interessante opinione di un ex dirigente del Mossad (www.versounmondonuovo.wordpress.com)

"Israele vuole attaccare l'Iran". In un blog i documenti del piano.

Il sito di Richard Silverstein è soprannominato il "Wikileaks d'Israele". E, proprio a Ferragosto, rivela i piani per colpire il paese arabo. "Inizierà tutto con un cyberattacco senza precedenti"All'inizio, un cyberattacco. Per mettere fuori uso internet, comunicazioni radio, trasmissioni televisive. Tutto per non far sapere all'Iran cosa succede all'interno dei propri confini e per consentire a Israele di scatenare una guerra lampo.

La trama dell'ultimo thriller di fantapolitica internazionale? No, almeno secondo Richard Silverstain uno dei blogger più seguiti e discussi se si tratta di conoscere i retroscena della vita politica dello stato d'Israele. Proprio a ferragosto Silverstain mette online documenti che descrivono tattica e strategia di un prossimo attacco al Paese di Ahmadinejad. Informazioni rivelate al blogger perchè, secondo la fonte sconosciuta, il premier israeliano Netanyahu e il ministro della difesa, Barak, farebbero "maledettamente sul serio".

E il piano prosegue. Infrastrutture, centrali elettriche. Un black out totale. Infine un attacco missilistico per eliminare materialmente le difese iraniane.Nel documento pubblicato da Silverstein vengono individuati anche alcuni obiettivi sensibili. Tra cui il "reattore nucleare di Arak, che è destinato a produrre plutonio". Poi le "strutture di produzione di combustibile nucleare a Isfahan" e l'impianto di Fordo. Inoltre, si parla di "un fuoco di fila di centinaia di missili da crociera" diretti contro "centri di ricerca e sviluppo e residenze del personale dell'apparato di sviluppo nucleare e missilistico". Una seconda fase prevede l'utilizzo del satellite "Blue and White" per rendere più semplice la marcia delle truppe di terra. In queste fase sarebbero usate armi elettroniche la cui esistenza "non è nota neanche ai nostri alleati statunitensi".

Voci incontrollate? Forse. Ma oggi Matan Vilnai, ex ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che "Israele ha preparato la popolazione a un eventuale conflitto che potrebbe durare 30 giorni su diversi fronti simultaneamente". "Non c'è alcuna ragione di essere isterici. Mai prima d'ora il fronte interno è stato così ben preparato", prosegue il ministro. "Posso assicurarlo con la massima autorità: oggi ognuno sa esattamente quello che deve fare", ha aggiunto riferendosi alla ripartizione dei compiti tra le diverse istituzioni incaricate della protezione civile, per quanto riguarda la concentrazione della popolazione fuori dalle zone di combattimento in tempo di guerra. Secondo Vilnai, "Israele si è preparato a uno scenario di guerra di 30 giorni su diversi fronti" che potrebbero causare 500 morti "persino di più, o meno". Inoltre ha precisato che ci sono kit contro attacchi chimico-batteriologici disponibili per oltre la metà della popolazione israeliana. L'esercito sta intanto testando un sistema di allerta per sms per avvertire la popolazione in caso di attacchi missilistici.

La tesi di un ex direttore del Mossad

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 16 agosto 2012 14:28
    è troppo scadente come piano. Molto probabilmente è disinformazione fatta circolare per sviare gli interessati.
    Il governo israeliano dovrebbe chiedersi come pensa di poter contare sull'appoggio americano data la categorica contrarietà all'attacco dell'opinione pubblica statunitense, della CIA, dell'eminenza grigia Brzezinski, dei vari direttori del Mossad e settori delle forze armate israeliane. L'Amministrazione Obama ha già fatto capire che la Siria è già abbastanza.
    Quel che gli USA hanno recentemente appreso è che la Russia è tecnologicamente più avanzata di loro, se si può permettere di mandare sottomarini (classe Akula) nel Golfo del Messico, facendoli operare per settimane (!) senza che il sistema di difesa americano se ne accorga.
    Se non sono dei completi incompetenti si daranno una calmata in Medio Oriente. Diversamente, l'Italia si troverà a combattere dalla parte perdente (non è la prima volta, ce ne faremo una ragione).
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