«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»
Manifesto di Ventotene

Scomparsi nell'oceano

Rino, Giambattista e Gianni, persone che facevano diversa la nostra comunità

Mentre sono in riunione al Progetto Prijedor mi arriva una telefonata. E' Lidia che mi dice di un aereo della Air France partito da Rio de Janeiro con oltre duecento passeggeri a bordo e diretto a Parigi, disperso nell'oceano atlantico. Sembra che a bordo vi siano dei trentini, componenti una delegazione dell'associazione Trentini nel Mondo: Rino Zandonai, che dell'associazione è direttore, Giovanni Battista Lenzi, consigliere della Provincia Autonoma di Trento, e Gianni Zortea, sindaco di Canal San Bovo.

 

Mi si stringe il cuore. Con Rino Zandonai eravamo amici, ci si incontrava spesso per parlare di cooperazione e delle attività della Trentini nel mondo nei Balcani. Avevamo fatto anche un viaggio insieme nell'estate del 1996, pochi mesi dopo la fine della guerra in Bosnia, per riprendere i contatti con Stivor. Dopo quel viaggio c'eravamo rivisti un sacco di volte e proprio qualche mese fa avevamo messo le basi per un progetto di turismo responsabile lungo gli itinerari della memoria dell'emigrazione trentina nel mondo. Ci eravamo incrociati un paio di settimane fa, per strada, ed era proprio con Giovanni Battista Lenzi, collega consigliere provinciale che da poco era stato nominato membro della conferenza dei consultori. Ricordo che ne parlammo perché anch'io ero interessato a farne parte, ma visto che Giambattista ci teneva anche in qualità di consigliere proveniente da una terra, la Valsugana, da sempre terra d'emigrazione, avevamo votato compatti per la sua nomina. Gianni Zortea, invece, lo conoscevo appena ma la nostra scommessa politica era la stessa ed ogni tanto ci vedevamo alle riunioni del Partito democratico.

Ora sono scomparsi in mare e di loro rimane solo il ricordo. Ed un vuoto, che ciascuno si porta dentro insieme a qualche amara considerazione sulla fragilità del nostro viaggio.

 

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