"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Regioni, una proposta per ridurne i costi

Sicilia

Taglio di 300 consiglieri, indennità ridotte. Il piano delle Regioni prevede un taglio di un terzo dei consiglieri e nuove forme di controllo. Ma attenzione alla demagogia...

(27 settembre 2012) I governatori delle Regioni e delle Province autonome hanno deciso di prendere l'iniziativa con una proposta piuttosto radicale: via un terzo dei consiglieri regionali in tutta Italia, indennità ridotte e più controlli. I governatori chiedono all'esecutivo di agire per decreto.

Il documento è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome all'unanimità ed è stato illustrato da Vasco Errani, presidente della Conferenza, al capo dello Stato e successivamente al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. "Si tratta di misure giuste e necessarie che dovranno essere contenute in un decreto legge", ha detto Vasco Errani, lasciando Palazzo Chigi.

Le misure proposte sono le seguenti: taglio al numero dei consiglieri regionali, che dovrebbe portare a diminuirli di circa 300 (un terzo degli attuali); attivazione di procedure di controllo, attraverso la Corte dei Conti; piena trasparenza e pubblicità dei dati relativi ai costi di funzionamento delle istituzioni e dei gruppi consiliari. Se i Consigli Regionali non si adegueranno viene prevista una riduzione ai trasferimenti per le Regioni.

Tutto bene, dunque? Niente affatto. Perché tagliare i privilegi è una cosa, scassare le istituzioni un'altra. E poi... Dov'è finito l'autogoverno? 

Il documento della Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province Autonome

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele Nardelli il 27 settembre 2012 18:34
    Comprendo il tentativo di fermare la valanga che dal Lazio inizia a travolgere anche altre regioni italiane. Ciò nonostante condivido le considerazioni di Davide. Il mettere mano al delicatissimo assetto istituzionale del Paese sotto l'onda dell'antipolitica e degli scandali, nell'illusione di farmarla, penso anch'io sia improvvido, nel metodo come nel merito. Purtroppo dobbiamo prendere atto che la cultura federalista continua ad essere estranea alla politica.
  2. inviato da Davide Sartori il 27 settembre 2012 18:32
    A me pare l'ennesimo tentativo di affannarsi al rispondere all'emergenza, senza dare una risposta veramente efficace nei confronti di un'antipolitica tanto (o forse più pericolosa) dell'atteggiamento di certi soggetti indegnamente eletti. Il fatto che le stesse Regioni chiedano al governo di intervenire per decreto su una materia che riguarda sia politicamente che giuridicamente le proprie attribuzioni mette una pietra tombale su ogni possibilità di affermazione di un federalismo o regionalismo responsabile in Italia, che pure è stata cavallo di battaglia tanto del centro destra che del centro sinistra negli ultimi decenni.
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