"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Animazione territoriale e sviluppo appropriato

Gerhard Richeter

Dal Corriere del Trentino di ieri l'editoriale del professor Ugo Morelli sul tema dell'animazione territoriale al centro della riflessione dell'incontro promosso dal gruppo consiliare del PD del Trentino

di Ugo Morelli

(20 ottobre 2012) Da tempo abbiamo provato a sostenere che è necessario cercare, attraverso la progettualità sociale e la capacità di iniziativa delle comunità locali, una via appropriata a un nuovo modello di sviluppo. Quando le cose cambiano profondamente e in fretta, come accade in questo tempo, tendono a prevalere l'ansia e le difese, che di solito procedono insieme. Mentre l'ansia induce perlopiù all'immobilismo derivante dalla paura della fine delle risorse abbondanti, le difese cercano vie di fuga facili e ingannatrici.

Riguardo alla ricerca di un modello di sviluppo appropriato le difese si chiamano decrescita, oppure conferma del modello vigente. In entrambi i casi si fugge dal problema: nel primo spesso non si considera la ricerca della propria autorealizzazione da parte delle persone e il bisogno di creare economie soddisfacenti; nel secondo caso si fa come se non ci fosse l'esigenza di tutelare le risorse e utilizzarle in modo che non se ne pregiudichi l'uso per il futuro.

La progettualità sociale e l'impegno attivo e creativo, però, non sono spontanei; richiedono di essere promossi e sostenuti. Proprio con questo intento è in atto un confronto importante sull'animazione territoriale che vede coinvolti Assessori provinciali come Gilmozzi e Olivi e consiglieri come Michele Nardelli, con lo scopo di sviluppare strategie di intervento concrete.

Se le persone e il territorio sono individuate come le risorse principali, vale la pena tenere presente che i fattori critici per ridisegnare un modello di sviluppo appropriato, oggi, possono essere la conoscenza e le tecnologie. Se quel modello di sviluppo dovrà essere leggero, appropriato e partecipato, proprio per tutelare il territorio e valorizzare la vivibilità, deve partire dall'esigenza di aumentare il livello di conoscenza circolante e investita. Deve affrontare la passività sociale e la disposizione alla dipendenza che si è affermata negli anni che abbiamo alle spalle. Deve valorizzare le tecnologie per aumentare l'accessibilità e creare forme innovative e appropriate di sviluppo.

I temi che l'animazione territoriale mira ad affrontare e a svolgere in ogni Comunità di Valle sono: il riconoscimento dei valori e delle specificità territoriali di ogni sistema locale; l'accompagnamento degli attori locali nell'analisi delle vocazioni territoriali; il sostegno alla creazione di reti e alleanze tra attori pubblici e privati, nell'individuazione di strategie di sviluppo condivise e sostenibili; la creazione di relazioni fra territori per abitare in maniera attiva e creativa un presente sempre più interdipendente.

Animare, in tal senso, vuol dire aumentare i saperi diffusi oltre a valorizzare le risorse esistenti; dotarsi di metodologie di azione capaci di incidere effettivamente nella progettualità sociale e economica; favorire la creazione di sistemi di relazioni  al sostegno della vivibilità e di progetti di sviluppo locale. In una fase di profonda trasformazione l'animazione territoriale può essere una via per diventare protagoniste del proprio destino da parte delle comunità locali.

 

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