"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Mediterranei

I fiori del Rossarco

Accadono strane coincidenze, che forse coincidenze non sono.

Mentre leggo "La collina del vento", il bel romanzo di Carmine Abate che ha vinto il Premio Campiello, mi telefona Tonino Perna. Come sempre accade nei nostri colloqui, la conversazione con questo caro amico di Reggio Calabria spazia sul nostro sguardo che pure da angolazioni diverse ha trovato in questi anni molti punti d'incontro.

Uno per tutti quando, nel giugno del 1999 a Venezia, decidemmo che i Balcani erano troppo importanti per continuare a rincorrerne distrattamente gli avvenimenti e che sarebbe stato necessario darsi uno strumento di osservazione permanente di questa parte d'Europa. Ideammo così Osservatorio Balcani, oggi punto di riferimento riconosciuto a livello internazionale.

Tonino mi chiama per dirmi dell'uscita di "Aspromonte", un film in distribuzione nelle sale cinematografiche italiane che gioca sui pregiudizi di un nord verso questa terra e il fascino dei luoghi, tratto da un soggetto proprio di Tonino Perna.

L'Aspromonte, con tutte le sue contraddizioni, i suoi misteri e la sua magia, appare come un grande libro dentro il quale leggere la storia di un imprenditore brianzolo alle prese con il fratello musicista della cui firma ha bisogno per l'affare della sua vita e con il suo presunto rapimento. Soprattutto in questo momento di crisi, non solo economica, l'Aspromonte ritorna ad essere quello che è stato per molti secoli: l'incanto e la fascinazione per la sua bellezza, unica e straordinaria, il luogo che ha ospitato i monaci bizantini, gli eremiti, che in tempi di guerre e di crisi di civiltà trovavano la pace e cercavano la buona vita tra queste montagne. Come alla fine di questo film il siur Boatti, tipico rappresentante dell'imprenditore stressato e divorato dai ritmi del mercato, ritrova se stesso ed un più equilibrato rapporto con la vita ed il lavoro, a partire da un'esperienza che gli ha fatto scoprire il respiro profondo della Madre Terra.

Quel respiro profondo che rappresenta la trama profonda del romanzo di Carmine Abate, attraverso la storia della famiglia Arcuri e del "Rossarco", leggendaria collina sul mare Jonio, lungo le vicende del Novecento. Un romanzo che - nel suo continuo interrogarsi fra modernità e tradizione - ha molto a che fare con il messaggio chiave della primavera mediterranea.

Così propongo a Tonino di venire a Trento a presentare il film e, visto che Carmine e Tonino si conoscono, di fare di questa serata l'omaggio ad un Mezzogiorno che chiede di essere ascoltato ed amato. Quasi a rappresentare l'inizio di un viaggio con l'intento dichiarato di riconnettere politica e luoghi.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 17 febbraio 2013 20:47
    ahahah Tonino imperversa: gli devono essere fischiate le orecchie a forza di essere citato sul tuo blog ;o)
    Ci vediamo in Sala Rosa.
  2. inviato da fvtrento il 17 febbraio 2013 19:46
    bravi , complimenti.
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