"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Ne basta uno a teatro per sviare l'attenzione...

scrittura

di Giorgio Rigotti

(24 febbraio 2013) Un degrado immediato e crescente, da quando è tornato Berlusconi. Già il ricompattarsi istantaneo del Pdl ne ha dimostrato la superficialità del suo valore politico e il volto squallido di una proposta fatta di individualismo, di bene comune come preda, di partito come clan di interessi.

La proposta Monti, che aveva il fascino di una borghesia consapevole del proprio ruolo storico - del rigore morale "calvinista", della responsabilità personale, del merito come compiacimento del servizio - si è subito svelata senza spessore politico ( Albertini candidato in Lombardia è stata scelta clamorosa) e in balia di Casini e del suo politicismo, privato di colpo del velo del moderatismo e del disinteresse.

 

Le piccole forze politiche - dimostrando di essere meno un bisogno sociale e più una rappresentazione di interessi di "casta" (anche se so che il giudizio dovrebbe essere più articolato) - hanno tentato di restare a galla, nell'angolo, a difesa di petizioni di principio (penso a Ingroia) o di un ruolo di grilli parlanti (Giannino).

Due mesi (due anni? vent'anni?) di Berlusconi hanno costretto tutti a rintuzzare le sue alzate di auditel, e per certi versi è comprensibile, ne basta uno a teatro se grida per sviare l'attenzione.

Questo ha dato l'idea che si fosse tornati all'omogeneità della politica. Sono tutti eguali. Tranne Grillo, che - paradosso della corruzione culturale, segno della mancanza di dibattito collettivo, spia di una politica che ha venduto la propria autonomia alla gestione, agli interessi, alla furbizia dei forti - appare credibile politicamente per non avere proposta politica. Se fosse una rappresentazione teatrale lunedì, tirato il sipario, torneremmo a casa purificati ed edificati.

Non di catarsi si tratta ma della vita che continua e della vita collettiva. Il pericolo è il fuggi fuggi sordo a ogni richiamo, il correre disperato a salvare il proprio piccolo fagotto, a fortificare la propria rendita di posizione. L'egoismo sociale, odioso quando spartisce i privilegi e orribile e senza riscatto quando cerca di salvaguardare le proprie miserevoli miserie...

E' importante la lucidità che ha dimostrato il Pd. La cosa comune, il collettivo, il noi, La consapevolezza della gravità del momento. La giustizia: il rifiuto a sancire un'uscita dalla crisi che veda i forti rinforzati, i deboli definitivamente consegnati nelle riserve e chi sta in mezzo, sedato. Ridotto a spettatore che applaude, perché complice e di più quando spera di essere visto.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 24 febbraio 2013 16:40
    Vedremo se, nei fatti, il PD sarà all'altezza di queste attese.
    Intanto lo è stato Federico Mayor Zaragoza, ex-direttore generale dell’UNESCO, in quest'intervista a "Las 1001 noches", Canal Sur2, 2011, che ho trascritto:
    "Non siamo stati cittadini, siamo stati sudditi, per secoli, fino al punto di offrire la nostra vita per dei disegni di potere e siamo stati confinati tanto intellettualmente quanto geograficamente. Non sapevamo che cosa succedeva a pochi chilometri di distanza. Abbiamo sognato di pace, di libertà di solidarietà, fino a quando ci hanno cominciato a togliere tutto dicendo: “no ora è il mercato, il mercato è quel che ci guiderà nella direzione in cui troveremo il nostro benessere”. La democrazia si è risolta in una conta dei cittadini. Ma non è democrazia, la democrazia è dove i cittadini contano, vengono presi in considerazione, si tengono da conto. Consolidiamo la democrazia, diciamo: non possiamo tollerare gli intrallazzi tra potere politico ed economico-finanziario, non possiamo tollerare la mancanza di solidarietà di quelle migliaia di cittadini che hanno i loro conti nei paradisi fiscali. Non avevamo detto che avremmo regolamentato i mercati finanziari? Nessuno lo ha fatto. I paradisi fiscali sono un’ossessione per me, perché li considero l’apice del rifiuto di essere solidali, come lo è l’economia sommersa. Come possiamo pensare di conservare la sanità gratuita, l’istruzione gratuita se allo stesso tempo ci dicono che occorre salvare le istituzioni finanziarie in buona parte responsabili della crisi che stiamo affrontando? E ora i soccorritori impoveriti sono costretti a tirare la cinghia.
    Sono solo poche le persone che comandano il resto del genere umano. Io lo chiamo il Gran Dominio, perché se si guarda a chi detiene il potere mediatico nel mondo, sono sei o sette persone. È non è solo una questione di informazioni parziali o menzognere, a sua volta un’altra cosa contro cui occorrerebbe protestare. Non credo che sia questo il mondo che vogliamo per i nostri figli. Ma mentre prima potevamo solo essere testimoni, oggi possiamo partecipare in maniera decisiva. Ora possiamo mobilitare la gente, spingerla verso quest'altro mondo che sogniamo, un mondo che si orienta in funzione dei diritti umani. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è una meraviglia. Ci dice: non abbiate paura. Nel preambolo si spiega che i diritti umani servono a liberare l’umanità dalla paura. Sono credente, credo nell’amore, nella solidarietà, non credo nella minaccia del fuoco eterno. È il potere eternamente minaccioso. Chi non è al potere è sempre obbediente.
    Un gruppo di paesi ricchi ha sostituito la democrazia delle Nazioni Unite: “noi, i popoli”. Che formula magnifica! Non tanto stati e governi, ma popoli. E l’hanno sostituita con un gruppo di plutocrati G6, G7, G8, G20. E questi sono i signori che ci portano in guerra. Spese militari ingenti mentre migliaia di persone muoiono ogni giorno di fame. Follia. Si possono distrarre le masse per un po’ di tempo, ma non per tutto il tempo, e penso che questo tempo stia per scadere".
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