"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Lo sguardo inquieto sul nostro tempo
Sabato 6 aprile 2013, ore 21.00 - Trento, Teatro Sociale
A conclusione del percorso "Nel limite. La misura del futuro" proposto dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, una serata in forma di spettacolo dedicata al poeta Andrea Zanzotto.
Testimoni: Carmine Abate, Marzio Breda, Anne-Marie Bruyas, Luca Mercalli, Ugo Morelli, Alberto Trenti, Michele Lanzinger. Con la partecipazione di Marisa Zanzotto
Brani musicali interpretati e arrangiati da Antonio Colangelo Ensemble *
Interventi teatrali: Roberta Biagiarelli. Coordinamento: Emanuela Rossini. Fotografie e flipbook: Pierluigi Cattani Faggion. Disegno luci: Marco Comuzzi. Esposizione opere presso Foyer Teatro Sociale: Annamaria Gelmi e Lome
Ingresso: 10,00 Euro. I biglietti sono acquistabili all'interno del circuito Primi alla Prima. http://www.centrosantachiara.it/
La serata in forma di spettacolo del 6 aprile 2013 (ore 21.00) al Teatro Sociale di Trento sarà l'evento conclusivo del percorso annuale del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani dal titolo "Nel limite. La misura del futuro", in omaggio alla figura di Andrea Zanzotto. L'intenzione - certamente ardua - è quella di far vibrare, intrecciando conversazioni con ospiti/testimoni d'eccezione, brani musicali e interventi teatrali, alcuni temi forti ricorrenti nell'opera e nella parola poetica di uno dei giganti della letteratura del nostro tempo. Nessuno meglio del poeta di Pieve di Soligo ha raccontato la progressiva scomparsa del senso dell'umano e con essa conseguentemente, la disarticolazione dell'idea di armonia nei paesaggi esteriori e interiori.
"... la me pias anche in sci
l'è perché sta cità ghe lu denter in di occ
de quan s'eri un fiulin.
E l'ho vista dal tram. Tacà sul respingent
Come in giostra volar
Propi in sci ve la vori cantà..."
Enzo Jannacci, "Ohè! Sun chì!"
Le parole di un brano straordinario di Enzo Jannacci ("Ohé! Sun chì!") ci raccontano di una città come Milano che negli anni cinquanta accoglieva una parte importante dell'immigrazione meridionale. La città vista con gli occhi di un "fiulin", così grande e piena di luci da sembrare una giostra. I giochi dei bambini, nelle strade e sui "respingent" dei tram. Ci racconta altresì come nell'arco di cinquant'anni questo nostro paese sia cambiato in profondità, rendendo questo affresco oggi pressoché inimmaginabile. E, a guardar bene, attraverso il passaggio dalla società rurale a quella industriale e successivamente al modello post industriale fatto di capannoni e di centri commerciali, di come è cambiato il paesaggio intorno a noi. E noi dentro il paesaggio. Nel gorgo di un tempo privo di elaborazione collettiva e di memoria si sono smarrite identità, sono cresciuti lo spaesamento e con esso solitudini e paure.
Di questo cambiamento profondo, di un presente complesso e un futuro incerto, Andrea Zanzotto è stato uno straordinario narratore attraverso la forza della poesia. Poesia che, nei passaggi cruciali, si conferma malgrado internet lo strumento più efficace per sferzare le coscienze. Zanzotto leggeva questo tempo non con lo sguardo accusatore del demiurgo, ma con l'amara ironia di chi vive la contraddizione, nella consapevolezza che ciascuno è al tempo stesso vittima e carnefice. Per questo il suo messaggio ci è sembrato capace di indagare più di ogni altro il significato del "limite" che come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani abbiamo sviluppato lungo un intero anno di incontri, riflessioni, pensieri.
Dopo "Cittadinanza Euromediterranea", il percorso "Nel limite. La misura del futuro" ci ha permesso di declinare la pace e i diritti umani non solo attraverso le guerre per l'accaparramento delle risorse (l'acqua, il petrolio, la terra...), ma anche indagando il delirio dello sviluppo senza limiti e delle "magnifiche sorti e progressive" di cui ci aveva parlato Giacomo Leopardi (la Ginestra), dell'Ulisse quale metafora dell'uomo alle prese con la finitezza della propria esistenza (la mostra su Bekim Fehmiu che all'Ulisse ha dato il volto cinematografico), della finanziarizzazione dell'economia (con la winter school "Mafie senza confini") e tante altre immagini.
Uno sguardo su nostro tempo, insieme inquieto e lucido, capace di imprimere significati non banali alle forme dell'impegno per la pace.
Michele Nardelli, presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani
Info stampa: federico.serviziocivile@forumpace.it
3473242667 (Federico Zappini, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani)
* Antonio Colangelo, Pierluigi Colangelo, Alessandro Bianchini, Michele Bazzanella, Giuseppe Tassoni, Tomas Samonati
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