"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Se il paesaggio è una saga, in questo ultimo fine settimana in Valle di Cembra ne è stato raccontato un pezzo, aggiungendo un piccolo tassello a quella narrazione collettiva che dà espressione viva al rapporto tra l'uomo e il territorio. "Lavorare il paesaggio" è stato questo: uno sforzo collettivo di analisi, conoscenza e descrizione dei paesaggi terrazzati, del loro valore, delle loro potenzialità.
Venerdì 3 maggio decine di ricercatori da diversi paesi europei si sono incontrati a Cembra, per un pomeriggio di studio e confronto inserito nel solco di una collaborazione internazionale che ha trovato in ITLA (International Alliance for Terraced Landscapes) il suo luogo d'elezione. Parte di queste riflessioni sono confluite il giorno successivo nel convegno "Terrazzamenti e muri a secco tra identità e valori", svoltosi ad Albiano presso il Museo del Porfido: oltre cento i partecipanti, che hanno seguito con attenzione i diversi passaggi di un programma articolato e ricco, che ha preso avvio con i saluti istituzionali delle diverse autorità presenti.
Saluti non di circostanza, a partire da quello del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Alberto Pacher: "Curare il paesaggio - ha detto nel suo intervento- è un po' come prendersi cura di sé stessi, un modo per essere comunità elaborando una propria idea di futuro basandosi sulle specificità del territorio". Considerazione fatta propria e rafforzata dall'assessore all'urbanistica Mauro Gilmozzi, che ha ricordato come "solo attraverso una profonda riflessione sulle potenzialità espresse dal paesaggio e dall'ambiente si possono creare le premesse per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato, che assicuri un futuro ai giovani ed eviti lo spopolamento dei territori di montagna". Il paesaggio come frutto del lavoro incessante dell'uomo, della tenacia dei suoi sforzi, è stato al centro anche del saluto di Aurelio Michelon, presidente della Comunità della Valle di Cembra. I successivi interventi del prof. Tiziano Tempesta (UniPd), della prof.ssa Mariangela Franch (UniTn) e del dott. Paolo Nicoletti (dirigente dipartimento agricoltura PAT), sono partiti proprio da questo punto: come far sì che questo lavoro caparbio venga riconosciuto e messo a valore, per garantire un futuro economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile a questi territori, tanto belli quanto fragili?
Una piccola risposta è stata abbozzata il giorno seguente, quando due gruppi di turisti hanno percorso sentieri e strade interpoderali nei comuni di Cembra e Lisignago, accompagnati dalla guida Roberta Gottardi, immergendosi per qualche ora in quei monumenti alla fatica e al coraggio dell'uomo che sono i vigneti terrazzati di una delle più belle e meno note valli d'Europa.
Potete trovare gli interventi in Muri solidi, territori fragili
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