"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Srebrenica, fine secolo

AAVV

Srebrenica, fine secolo

Nazionalismi, intervento internazionale, società civile

ISRAT, 2005

Un libro a cura di William Bonapace e Maria Perino con interventi di Rada Ivekovic, Michele Nardelli, Svetlana Broz, Andrea Rossini, Camillo Boano e Guido Franzinetti. Lo pubblica, in collaborazione con Osservatorio Balcani, l'Istituto per la Storia della Resistenza della Provincia di Asti.

Il testo qui presentato in occasione del decennale dell'eccidio di Srebrenica è una raccolta di una serie di riflessioni nate e discusse all'interno di diverse realtà che da anni a vario titolo lavorano nei e sui Balcani. Tra queste, l'Osservatorio sui Balcani e l'Agenzia di Democrazia Locale di Zavidovici, coproduttrici del presente volume, ne sono tra le più significative espressioni.

L'Istituto per la Storia della Resistenza della provincia di Asti ha accolto il progetto di realizzare quest'opera riconoscendo, nell'attuale panorama di costruzione dell'Europa, la centralità simbolica e politica dei conflitti balcanici degli anni novanta, in cui temi come pace e guerra, stato e nazione, diritti e cittadinanza, ritornando ad essere questioni essenziali della contemporaneità, hanno avuto in quel contesto una dimensione fondamentale.

Srebrenica, con la sua tragedia, sintetizza in modo estremo questi processi ed esprime nella forma più radicale l'implosione di categorie e di strutture della modernità e l'esaurimento di quelle brevi speranze che la caduta dei regimi dell'Europa orientale avevano portato con sé. A Srebrenica, all'interno dei tentativi di ridefinire le relazioni internazionali e le diverse logiche di potenza, sono emerse le drammatiche contraddizioni dell'intervento umanitario, la profonda inadeguatezza delle Nazioni unite, la real politik degli stati e le tragiche conseguenze delle politiche identitarie.

Gli interventi che compongono il libro intendono problematizzare questi aspetti da prospettive disciplinari diverse e con sensibilità segnate da esperienze differenti, sia personali che collettive.

In questo senso il presente volume non vuole essere un ennesimo racconto delle vicende del massacro e neanche un libro di denuncia, bensì un'opera di riflessione storico politica su diversi aspetti che il conflitto ha fatto emergere con particolare virulenza ma che riguardano il nostro vivere la contemporaneità e i suoi complessi
dilemmi.

Il primo capitolo, partendo dalla voce di alcuni testimoni sopravvissuti all'eccidio di Srebrenica, colloca i fatti in un quadro generale in cui vengono messi a fuoco i principali nodi che hanno segnato gli anni della guerra. Il saggio di Rada Ivekovic sviluppa un'analisi filosofica delle categorie di comunità e soggetto che sottostanno al conflitto e alle forme della violenza; tutto ciò attraverso una prospettiva teorica grazie a cui indagare le radici del pensiero occidentale. Nel terzo capitolo Guido Franzinetti assume invece il punto di vista storico problematizzando la nozione di nuove guerre con la quale si è soliti interpretare i conflitti contemporanei nell'area balcanica, mettendone a fuoco la continuità con le altre guerre del secolo XX.

Di fronte ai crimini che venivano compiuti, spesso in assenza di efficaci interventi di tutela delle popolazioni da parte delle Nazioni Unite, la Comunità Internazionale decise di istituire un tribunale penale internazionale. La sua azione e i suoi esiti sono elemento di discussione sia giuridico che politico da parte di Andrea Rossini nell'ampio testo di cui sono composti il quarto capitolo e il quinto capitolo.

Negli ultimi anni sono inoltre emerse l'insufficienza di una giustizia puramente penale e la difficoltà di ricomporre una società lacerata da tanta violenza. Michele Nardelli nel quinto capitolo approfondisce questi argomenti attraverso le categorie dell'abitare ed elaborare il conflitto, aprendo nuovi scenari anche per le azioni e il senso della cooperazione internazionale. La ricostruzione è a questo proposito un ambito fondamentale di intervento. Camillo Boano nel sesto capitolo ripercorre l'esperienza bosniaca, emblematica della complessità del "ritorno".

Svetlana Broz infine, partendo dalla sua esperienza, descrive il tragico contesto politico del paese dominato dai nazionalismi, accompagnato da una serie di intense testimonianze di soldati e di civili che nel cuore del conflitto, con rischi a volte estremi, hanno rifiutato la logica della divisione e dell'odio. Una speranza e la fiducia che il mondo con tutte le sue brutture e tragedie possa e debba essere diverso.


Srebrenica, fine secolo - Nazionalismi, intervento internazionale, società civile
A cura di William Bonapace e Maria Perino
ISRAT, Ass. ADL a Zavidovici, Osservatorio sui Balcani
Edizioni Joker, 2005, 189 pag, 15 euro

 

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