"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

In un paese normale...

Un italiano

(2 agosto 2013) Come ha detto in queste ore Vittorio Zucconi, "in un paese normale Silvio Berlusconi verrebbe espulso dal Parlamento".

La condanna definitiva per aver truffato lo stato e dunque i cittadini avrebbe dovuto mettere la parola fine alla parabola politica del Cavaliere.

E invece così non è. Ieri sera attraverso tutte le reti radiotelevisive questo truffatore è di nuovo entrato nelle case degli italiani e gli italiani sono stati ad ascoltarlo come se si trattasse di un perseguitato politico.

Ovviamente spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione che il suo consenso - nonostante i tre gradi di giudizio lo attestino come un delinquente - sia cresciuto.

Silvio Berlusconi ha vinto in questi anni perché ha saputo parlare ad un paese che gli assomigliava molto. E' stato così anche in passato, quando le piazze erano piene di gente che inneggiava alla guerra e allo spazio vitale per l'Italia. L'Italia non è un paese di creduloni, che si sbagliano a votare. Votano (o non votano) per quello che sono e che pensano.

Tutto questo ci racconta di un paese incapace di fare i conti con se stesso. E di una politica che, nel rincorrere la ricerca del consenso, non sa immaginare un paese normale.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da rob il 02 agosto 2013 20:31
    Concordo Michele, il problema principale è, ed è sempre stato, non tanto lui, ma il seguito che ha sempre avuto. Questa è l'anomalia italiana. La sentenza ovviamente non la scioglie rendendone piuttosto ancora più aspro l'impatto.
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