"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Quel che deve cambiare nei paesi arabi...

Giovani donne a Piazza Tahrir

di Adel Jabbar

Mentre ordinavo i miei pensieri per scrivere quest'articolo, si è registrata un'escalation della repressione da parte degli apparati della sicurezza nei confronti dei manifestanti in diverse piazze dell'Egitto, causando centinaia di morti e migliaia di feriti.

Quarantacinque giorni di mobilitazione con migliaia e migliaia di manifestanti che denunciavano quello che consideravano un golpe contro l'ex presidente Morsi - effettivamente ne ha tutte le caratteristiche - non hanno suscitato una reazione di condanna nei confronti della casta militare, né da parte degli altri stati arabi, che per la maggioranza hanno invece espresso il proprio assenso, né da parte dei paesi occidentali.

Ciò potrebbe far pensare che i processi di cambiamento democratico nel mondo arabo siano assoggettati ad un disegno internazionale volto a impedire l'affermazione di una vera dialettica democratica, oltre che di attori politici autonomi.

Anche se così fosse, ciò non ci esime dall'analizzare le questioni interne alla società arabo-musulmana e alle forze politiche, in particolare quelle di ispirazione islamica. A tal fine è utile tenere presente i seguenti elementi:

1. I cambiamenti degli ultimi tre anni dimostrano l'assenza di una reale società civile organizzata (tranne qualche caso).

2. Questi mutamenti evidenziano la frantumazione della società in formazioni identitarie, di clan, tribaliste e confessionali, spesso in conflitto tra di loro e senza un progetto collettivo. Gli stessi raggruppamenti che fanno riferimento all'islam politico, sono aggregati intorno a una miriade di sigle, ognuna delle quali rivendica per sé la vera ed unica interpretazione del messaggio divino.

3. Il panorama politico in questi paesi non esprime di fatto, né in ambito per così dire laico, né in ambito islamista, forze che abbiano un progetto in grado di interpretare i bisogni e gli interessi di larga fascia della popolazione. Oltre a ciò si constata la mancanza di visione della società che si vuole realizzare.

4. Quasi tutto l'arco delle forze politiche nei paesi in questione è molto subalterno alle ricette della politica neoliberista, alle pratiche della società di consumo e si mostra incapace di elaborare una pratica riformista alternativa.

Infine si può dire che i cambiamenti che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni hanno dato almeno un risultato importante: la creazione di uno spazio di dibattito pubblico relativamente libero. Questo risultato andrebbe utilizzato per affrontare questioni fondamentali quali il ruolo della donna nella società, il rapporto religione - politica, la
persistente dimensione tribalista preislamica, il modello economico da perseguire e la pratica di democrazia che si desidera realizzare.

 

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