"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Investire in conoscenza

macchina da scrivere
Fra i molti paradossi del nostro tempo, uno m'inquieta forse più di altri. Mai come ora abbiamo avuto a disposizione una quantità immensa di informazioni, eppure ho l'impressione che non siamo mai stati così ignoranti. Vediamo, ma facciamo fatica a mettere a fuoco. Una sorta di autismo che ci fa scorrere davanti agli occhi le immagini senza aver la capacità di comprenderne il significato.

E' come se la nostra casella postale fosse strapiena di messaggi, per cui alla fine non si è più in grado di distinguere fra il vero e il virtuale. La realtà, e con essa la natura, ci inviano in continuazione messaggi che non sappiamo o fatichiamo a comprendere. E ne abbiamo paura. Per questo è necessario darsi il tempo per uno sguardo non banale, scavare dentro le notizie, approfondire, leggere il passato per evitare che la storia non si ripeta come beffa. In una parola, significa investire nella conoscenza.

Gianfranco Bettin nel suo "Gorgo. In fondo alla paura", un libro che indaga attorno alla drammatica vicenda dell'assalto ad una villa di Gorgo al Monticano, borgo della marca trevigiana, conclusasi con il feroce assassinio dei due anziani custodi, ci descrive con efficacia questa fatica a comprendere un mondo in rapida trasformazione attraverso il colloquio con una persona anziana incontrata per caso davanti al luogo del delitto, un anno dopo. «Roba da bestie, no da cristiani. Roba da bestie. Ma gnanca e bestie, me vien da dir. Gnanca e bestie. Quea povera dona, quel povero omo. Mai vista roba del genere. Questo posto non è più lo stesso. Tante robe gera già cambiae. Basta vardarse intorno. Xe cambià tuto. Ma questo massacro xe ‘na roba fora del mondo. Ea xe un mondo de bestie. De bestie...».

E' questo "gorgo" che dobbiamo abitare. E' a questi cambiamenti profondi di un mondo sempre più interdipendente che dovremmo attrezzarci. E per farlo non c'è altra strada che la conoscenza. Potremmo parlare della crisi della finanza internazionale che è entrata prepotentemente nelle nostre case, a prescindere dall'aver investito o meno nei "titoli derivati", e sarebbe lo stesso. Occorre attrezzarsi, non erigendo muri ma fornendo strumenti adeguati di conoscenza. Non è un caso che proprio nel corso del terremoto finanziario ed economico che ha attraversato il pianeta si sia più volte affermato che le vere misure anticrisi sono la creatività e l'innovazione.

E' in questa cornice che va inquadrata la mozione di cui ero primo firmatario ed approvata dal Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, che dà la possibilità ai diciottenni che ne faranno richiesta di avere un quotidiano - cartaceo oppure online - in abbonamento a condizioni molto agevolate.

Già nel corso della discussione sulla manovra finanziaria avevo insistito sulla necessità di investire in cultura (libri, teatro, viaggi...), nella convinzione che una comunità consapevole sia anche più in grado di far fronte alle sfide del nostro tempo. In buona compagnia, devo dire. Perché proprio questo è stato uno dei motivi conduttori dell'ultima edizione del Festival dell'economia.

Con questo documento, approvato non senza fatica visto l'atteggiamento ostile delle opposizioni, il Trentino è la prima regione italiana a dar corso ad uno strumento di civiltà che già in Francia, grazie all'iniziativa del presidente Sarkozy, è divenuto realtà. In Italia l'idea è stata ripresa dal presidente dell'Osservatorio Giovani Editori Andrea Ceccherini nel cosiddetto "Patto di Bagnaia", protagonisti Massimo D'Alema e Gianfranco Fini. «Due esponenti di parti distinte sono qui a testimoniare il valore per cui leggere serve, soprattutto, a pensare». E ripresa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti che ha lanciato la proposta di un abbonamento gratuito di sei mesi a un quotidiano ai diciottenni che ne faranno richiesta.

Una proposta che rappresenta un investimento sulla cittadinanza e sullo spirito critico delle nuove generazioni, per rendere famigliare la lettura di un quotidiano, per conoscere più da vicino le problematiche del proprio territorio, costruire senso di appartenenza e di responsabilità.

Quand'anche il Trentino sia in testa alle classifiche nazionali per quanto riguarda le forme partecipative, non possiamo non vedere le crepe e i "chiaroscuri" ben evidenziati dalla recente ricerca sulla "Qualità della democrazia nella Provincia Autonoma di Trento". Analogamente, se fra le variabili che compongono il macroindicatore "Partecipazione" del "Quars" (Indice di qualità regionale dello sviluppo 2008) c'è anche la diffusione dei quotidiani con un dato regionale di 183 quotidiani venduti giornalmente ogni mille abitanti contro i 102 della media nazionale, non possiamo affatto accontentarci e non accorgerci che nella stessa ricerca nell'indicatore Istruzione e cultura (dove le variabili sono l'ecosistema scuola, la partecipazione alla scuola superiore, il grado di istruzione, la mobilità universitaria, le biblioteche, il teatro e la musica) la Provincia di Trento (pure sopra la media) non esprime dati di eccellenza.

La lettura di un quotidiano, nelle sue versioni cartacea oppure online, non è la sola risposta, ma una possibile risposta. Quel che ci interessa è mettere in campo condizioni favorevoli alla lettura e alla conoscenza. I diciottenni che scopriranno - anche attraverso queste opportunità - il piacere di essere informati su quanto accade e sui diversi modi di interpretarlo, probabilmente coltiveranno nel tempo questo interesse. E avranno qualche strumento in più per affrontare con spirito critico e creatività il loro, e nostro, futuro.

Michele Nardelli

 

 

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