"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Esercizio di libertà. La storia di Lia

La locandina del ciclo di eventi

sabato, 5 ottobre 2013

Teatro da salotto al forte alto di Nago, sabato 5 e giovedì 17 ottobre 2013, ore 20.30 - ingresso libero

In scena, Sabrina Simonetto, con la partecipazione di Claudio Malfer nei panni di Scipio Sighele

Testo e regia, Paolo Domenico Malvinni

"Esercizio di libertà", il monologo teatrale messo in scena in occasione del centenario della morte di Scipio Sighele, è la storia di una giovane donna che nei primi anni del Novecento decide di cambiare il proprio destino andando contro le convenzioni e non rispettando norme e leggi che la vogliono soggetto passivo di una transazione familiare-sociale in uso ma non certo giusta. Lia, questo è il suo nome, trae l'ispirazione della sua ribellione da un impulso personale, da un desiderio di esistere assecondando l'amore che prova e non la convenienza sociale che le viene prospettata dalla famiglia. Lia trova sostegno, e quindi possibilità di riuscita, nella solidarietà di un'altra giovane donna e nelle idee che circolavano in quegli anni. Tra queste idee - che riguardano le pari opportunità e la parità dei diritti tra uomo e donna -, vi sono gli argomenti e le opinioni di Scipio Sighele, un femminista contro "il marchio indelebile di una inferiorità giuridica" come ebbe a dichiarare.

La finzione letteraria mette in gioco personaggi e dinamiche del primo Novecento in un piccolo paese trentino. La piccola rivoluzionaria azione di Lia si intreccia con i percorsi creati dalla spinta di rinnovamento sociale di quel tempo. A leggere e interpretare la realtà, e pure a lavorare per modificarla e migliorarla, personaggi come Scipio Sighele, giurista, sociologo, psicologo delle folle, ansioso irredentista. In due parole: scienziato e innovatore.

Fu lo studioso trentino Giovanni Pedrotti nel 1932 ad attribuire a Scipio Sighele il merito di essere "femminista", in quanto "scrittore e sociologo che denuncia coraggiosamente lo sfruttamento che tutt'ora si va facendo della donna".

In scena Sabrina Simonetto, che interpreta la settantenne signora Lia, contemporanea e vicina di casa di Sighele, che negli anni Sessanta, prima della prossima evoluzione sociale, ripensa alla sua vita, alla sua rivoluzione personale, offrendo un messaggio di forza e consapevolezza, e di "felicità possibile".

Ad interpretare un passaggio in scena di Scipio Sighele, l'avvocato Claudio Malfer, che offre con simpatia la sua straordinaria somiglianza con il grande intellettuale scomparso un secolo fa.

Nago, Forte

 

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