"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Il capitalismo in-finito. Venerdì la presentazione a Trento dell'ultimo libro di Aldo Bonomi

La copertina del libro

venerdì, 18 ottobre 2013

Aldo Bonomi
Il capitalismo in-finito
Indagine sui territori della crisi
Einaudi, 2013

Ciò che resta e ciò che sarà del capitalismo (finito o in-finito che sia) nell'Italia della crisi: dalla Torino postfordista ai porti della Liguria, da Milano al Veneto del modello del nordest, dall'Italia di mezzo fino al Sud, un'indagine sul declino e sulle risorse del nostro paese.

Il libro verrà presentato a Trento alla Biblioteca comunale di Via Roma (Sala degli Affreschi) venerdì prossimo 18 ottobre, alle ore 17.30 per iniziativa dell'associazione "Politica responsabile". Sarà presente l'autore.

Resilienza è il contrario di rigidità, si resiste per andare oltre, non per rinserrarsi nella tristezza o nella disperazione, ma per aprirsi nella speranza come aspirazione cosciente a un futuro nuovo. Difficile cercarne le tracce territoriali i soggetti che la praticano nell'Italia di questi anni di crisi. Più facile comunicare le difficoltà; più difficile ricordare sempre il "dover essere", per chi racconta e accompagna i soggetti, orientato a ragionare su come se ne esce. Ma se la crisi è una metamorfosi, invece di un ammutolito silenzio necessita allora del racconto della nostra mutazione.

Ciò che resta e ciò che sarà del capitalismo (finito o in-finito che sia) nel'Italia della crisi: dalla Torino postfordista ai porti della Liguria, da Milano al Veneto del modello del Nordest, dall'Italia di mezzo fino al Sud, un'indagine sul declino e sulle risorse del nostro Paese.

Che cosa è cambiato rispetto agli anni del trionfo del modello della piccola e media azienda italiana rampante? E che cosa da quando migliaia di imprenditori (molti nel Nordest) investivano nel Made in Italy e si lanciavano in nuove sfide, mossi dalla voglia di affermarsi sul mercato e di guadagnarsi il proprio posto al sole? Erano gli anni di quel che Bonomi definì il «capitalismo molecolare». È cambiato tutto. Dal Nordovest alla Pedemontana lombarda e veneta e poi dall'Emilia, la Toscana fino al Sud, il nuovo saggio di Bonomi - straordinario per la mole di dati e di preziose interviste raccolti su tutto il territorio - mette insieme le storie di artigiani, imprenditori, piccoli e meno.

E lo fa nel contesto non agevole di un declino dei ceti medi di mercato (professionisti, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori) e della middle class cresciuta con lo sviluppo dei sistemi di welfare. Eppure, nonostante le difficoltà, l'indagine di Bonomi ci dice che piccoli imprenditori e lavoratori della conoscenza non subiscono passivamente la crisi; aggiornano le competenze, si muovono sul mercato, cooperano. Forse, in alternativa al «finanzcapitalismo» la traccia da seguire sta nella eventualità di far sì che la parola chiave, Economia, sappia tenere assieme le 3 T della new economy (Tecnologia - Talento - Tolleranza) con le 3 T della Terra come risorsa, del Territorio da ripensare e della Tenuta dell'ecosistema.

Visita e interagisci con il sito di Politica Responsabile www.politicaresponsabile.it

Trento, Biblioteca comunale, Sala degli Affreschi

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 16 ottobre 2013 10:04
    - Il 41% della ricchezza mondiale è controllato dallo 0,7% della popolazione mondiale;
    - Oltre l’83% della ricchezza mondiale è controllato dall’8% della popolazione mondiale;
    - Il 70% della popolazione mondiale controlla il 3% della ricchezza mondiale;
    FONTE: Credit Suisse
    850 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, un valore in aumento, essenzialmente a causa delle speculazioni sui prezzi delle derrate alimentari
    UNIONE EUROPEA: L’austerità ha portato a questi risultati nell’Unione Europea: disoccupazione al 24%, 120 milioni di poveri o basso reddito (146 milioni negli Stati Uniti, ossia quasi metà della popolazione)
    STATI UNITI: Nel 2012 17 milioni di americani hanno constatato di non poter arrivare a fine mese senza saltare dei pasti. 46,5 milioni di americani, pari al 15% della popolazione, vive sotto il livello di povertà. Un bambino su 7 vive in povertà.
    Meno di un americano su quattro ha abbastanza soldi per coprire sei mesi di spese.
    Meno del 20% della popolazione non ha preoccupazioni economiche.
    Negli anni ‘70, un americano ogni 50 chiedeva dei buoni pasto. Oggi, circa un americano su 6,5
    L’1% in cima alla scala sociale si è accaparrato il 95% della ricchezza prodotta nei quattro anni compresi tra il 2009 e il 2013.
    il debito privato della "virtuosa" Danimarca è pari al 322% del reddito delle famiglie, ed è il più alto del mondo.
    In Germania, il 25% degli occupati ha un lavoro precario, la stessa percentuale è pagata meno di 9,54 euro lordi l’ora. I corrieri dei pizza-express guadagnano attorno agli 1,59 euro l’ora per 40 ore di lavoro a settimana.
    il tasso di povertà è arrivato al 16% non lontano dalla media europea (24%), tenuta altissima dalla periferia europea. Il 10% della popolazione possiede il 53% della ricchezza, mentre metà della popolazione si deve accontentare dell'1% della ricchezza.
    FONTE: "Rapporto del governo federale sulla ricchezza e la povertà in Germania"
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