"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Roberto Pinter
Quello che sta accadendo a livello nazionale non è quello che ci aspettavamo e rafforza la necessità di ribadire la nostra autonomia politica.
Dobbiamo immaginarci e costruire un partito in Trentino che non ci trascini in uno scontro rispetto al quale abbiamo più di un motivo di estraneità e rispetto al quale dobbiamo proporre un'altra via d'uscita.
Il destino del PD ci appartiene, ma più che cercare di collocarci dobbiamo trovare il modo per andare oltre, augurandoci che la nostra ricerca possa offrire una possibilità che non è stata ancora esplorata.
Anche per questo il nostro dibattito congressuale deve essere segnato dalla costruzione di un progetto che ci dia gambe per poter camminare domani, comunque vada a livello nazionale.
Poiché condividiamo l'esigenza di fare il congresso e di farlo contemporaneamente a quello nazionale, non ci rimane che trovare il modo per dare priorità al confronto politico sul futuro del PD in Trentino.
Il regolamento e lo statuto sono complessi, ma le semplificazioni hanno un senso se permettono di raggiungere meglio l'obiettivo. Dopo l'assemblea del 23 giugno, che ha rinviato alla prossima ogni decisione sul regolamento e soprattutto sul ruolo degli iscritti, vorrei richiamare l'attenzione su alcuni principi.
Il fatto che noi approveremo il regolamento contemporaneamente alla conclusione del tesseramento non permette di far capire esattamente, a chi si chiede perché iscriversi, quali saranno i diritti esercitabili dagli iscritti.
Gli statuti non cambieranno e quindi evito di porre interrogativi che ora affiorano nel dibattito, ma che solo ridiscutendo dello statuto potranno avere delle risposte.
Rimane però il fatto che lo statuto sancisce due principi che nella fase costitutiva non erano contemplati: il fatto che la scelta del segretario e del gruppo dirigente avviene al termine del dibattito politico e il fatto che di questo dibattito sono protagonisti in modo particolare gli iscritti.
Mi pare che concordiamo sul primo principio e quindi è necessario che il deposito delle candidature, che deve avvenire dopo un congruo tempo dal momento dell'approvazione del regolamento, sia slegato dalla formazione e deposito delle liste collegate per la nuova assemblea. Solo così ci potrà essere un dibattito politico nei circoli e nella convenzione che non abbia già un esito condizionato dalla preventiva formazione delle liste. In altre parole è necessario che le liste siano depositate dopo la convenzione e prima delle primarie.
E credo concordiamo sul fatto che il dibattito sul provinciale avvenga prima di quello sulle mozioni nazionali, quand'anche nella stessa giornata. La priorità è il confronto sul futuro politico del PD in Trentino.
Sul ruolo degli iscritti non c'è dubbio che solo gli iscritti possono sottoscrivere per le candidature a segretario e quindi attraverso il numero richiesto di sottoscrizioni esiste comunque un filtro rispetto alle candidature.Rimangono due problemi: uno è la composizione della convenzione che avviene per delegati: sarebbe incomprensibile che la stessa fosse composta sulla base del voto nei circoli per i candidati nazionali piuttosto che quelli provinciali, sarebbe logico il contrario fermo rimanendo ovviamente il fatto che alla convenzione nazionale i delegati trentini dovranno rispecchiare il voto espresso sulle mozioni nazionali.
Un'assemblea degli iscritti invece che una convenzione per delegati potrebbe essere un'idea, ma rimane il problema se gli iscritti devono votare o meno per i candidati segretari provinciali.
Ora capisco che il doppio voto, degli iscritti e delle primarie, abbia un senso soprattutto se ci saranno diversi candidati per scegliere appunto chi abbia diritto a partecipare alle primarie, ma invito a riflettere sulla circostanza che nei circoli al termine del dibattito ci si possa e si debba esprimersi sui candidati nazionali ma non lo si possa fare su quelli provinciali. Avremo degli esiti congressuali locali piuttosto anomali perché verrebbe espresso l'orientamento sul nazionale ma non su quello provinciale. Per cui, vedi agli effetti mediatici, anche se magari come auspico il dibattito sul provinciale sarà prevalente, lo schieramento nazionale risulterà l'unica informazione conclusiva del dibattito nei circoli, con il risultato che i candidati alle primarie partiranno tutti allo stesso livello ma si indebolirà la percezione del dibattito provinciale . Invito a riflettere sui riflessi negativi rispetto alla nostra autonomia politica e rispetto al ruolo degli iscritti che comunque lo statuto, anche se con qualche contraddizione, riconosce.
Rimango aperto ad ogni soluzione innovativa che rispetti i principi statutari.
PS. Chiedo scusa a chi non ha partecipato ai lavori dell'ultima assemblea, purtroppo l'oggetto è complesso di suo.
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