"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Una sala intitolata a Franco Dalvit e Roberto Mattedi

Un momento della cerimonia

(21 dicembre 2014) Questa mattina al centro civico di Spini di Gardolo (a nord di Trento) è stata intitolata la sala civica a due persone che molto hanno dato alla loro comunità, Franco Dalvit e Roberto Mattedi, insieme fondatori dell'associazione “Amizi del pont dei vodi”.

Non conoscevo Roberto Mattedi, ma ricordo come Franco si curava della relazione con un'associazione che esprimeva l'amore per quella borgata un tempo agricola, così ai margini della vita urbana quand'anche esprimesse il più rilevante insediamento industriale della città.

Franco era parte integrante di quel collettivo politico che diede vita a DP del Trentino e successivamente a Solidarietà. Quando nei primi anni '90 iniziammo a scomporre e ricomporre la sinistra trentina, per Franco era il suo pane, lui tanto rigoroso nei valori quanto aperto al dialogo con gli altri. Gli veniva naturale perché Franco era così, nella sua vita familiare come nel suo lavoro. Aveva la percezione piena di quella stagione che insieme stavamo costruendo e lo riempiva di orgoglio il vedere come piano piano quei nostri valori diventassero governo del reale, in Trentino come nella sua comunità.

Poco prima di andarsene, quasi a consolarmi, Franco mi disse di quanto fosse soddisfatto della sua vita, della sua famiglia come del suo impegno sociale e politico. Non dimenticherò mai quell'ultima nostra conversazione sul terrazzino di casa, con un bicchiere del suo vino, a Spini di Gardolo.

Non amo le cerimonie e la retorica che spesso le accompagna, ma nel ricordo di una comunità ci sta il riconoscimento di un impegno e di una vita spesi per il bene comune.

 

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