"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Michele Nardelli
(25 gennaio 2015) Non so se oggi in Grecia – come dice Alexis Tsipras – si faccia la storia. Penso inoltre – contrariamente a quel che sostiene il candidato di Syriza – che il futuro debba essere l'austerità, non quella della troika bensì la consapevolezza che siamo già oltre il limite e che se vogliamo dare un futuro ai nove miliardi di esseri umani che abiteranno il pianeta nel 2030 dobbiamo riconsiderare e riqualificare i consumi nel nome della sobrietà e della bellezza.
Sono convinto – diversamente da quel scrive Syriza nel suo programma – che un diverso modello economico e sociale non si debba fondare sulle nazionalizzazioni bensì su un progetto realmente alternativo che valorizzi le vocazioni territoriali e le forme di economia sociale.
Credo – e si tratta di un'impostazione diversa da quella di Syriza – che l'Europa debba essere la nostra casa comune e che l'esercizio dell'autogoverno debba essere sempre più in capo alle regioni e alle autonomie locali.
Ci sarebbero molte altre cose di cui discutere nel programma di Tsipras ma qui, ora, non ha importanza. Perché nonostante tutto questo spero che oggi per la Grecia sia una bella giornata di democrazia e spero che Syriza, vincendo le elezioni, sia capace di aprire davvero un capitolo nuovo non solo nella vicenda travagliata di quel paese, ma ci aiuti tutti quanti a guardare con occhi diversi l'Europa e il Mediterraneo. Perché di una diversa Europa e di un Mediterraneo come spazio comune di civiltà ne ha bisogno il mondo intero.
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