"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(14 maggio 2015) “Desiderio di buona politica”: potrei definire così l'incontro che si svolge alla Camera del Lavoro di Padova nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso. Una sala di attivisti sindacali, di rappresentanti di associazioni per la pace e di giovani che mi ascoltano con attenzione nella trattazione di un tema di grande attualità: "Come si costruisce il nemico". Un tema che potrebbe essere declinato in tanti modi e che provo a sviluppare attorno alla questione cruciale dello "scontro di civiltà".
Gli amici di Padova che mi hanno invitato stanno realizzando un percorso sul centenario della prima guerra mondiale, incontri, libri, viaggi di studio... del quale questo incontro è parte integrante. Siamo a Padova, un sindaco leghista dopo dieci anni di amministrazione di centrosinistra... siamo nella sede della Cgil dove il tema del lavoro s'incontra ogni giorno con la solitudine dei lavoratori e con il propagarsi del “prima gli italiani”.
L'uditorio è di quelli esigenti, chi di relazioni ne ha ascoltate per una vita, chi vorrebbe che il destino della propria giovane vita non avvenisse all'insegna della paura. E così, nella mia esposizione, cerco di riflettere sull'elaborazione del Novecento, per mettere a fuoco dove ci ha portati il delirio degli stati nazione, ma anche per indagare la capacità delle vecchie categorie novecentesche di leggere il presente.
Vedo che le persone mi seguono con sempre maggior interesse mano a mano che entro nel mio racconto e, non contenti di un'ora abbondante di relazione, mi bersagliano di domande che spaziano a 360 gradi, quasi non potessero perdere l'occasione di confrontarsi con una visione “non ortodossa”. Annotano la bibliografia che gli propongo, abbiamo iniziato con l'Angelus novus di Paul Klee commentato da Walter Benjamin e finiamo con Andrea Zanzotto che di quella terra è stato la coscienza critica, quand'anche inascoltata.
Una bella serata, ne ho bisogno anch'io per confortarmi che la strada non può che essere quella della ritessitura di un pensiero originale di liberazione.
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