"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Il Nobel per Predrag Matvejević

Con Predrag Matvejevic

Un intellettuale che guardando al Mediterraneo ha sempre cercato di superare le divisioni e i conflitti mutandoli in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio. Pubblichiamo la lettera diffusa dal comitato che sostiene la candidatura al Nobel di Predrag Matvejević. Un appello che vede anche la mia adesione.

(marzo 2016) La seguente lettera è stata diffusa dal comitato che sostiene la candidatura di Predrag Matvejević al Nobel per la letteratura. Un modo per sostenerlo in questo suo difficile momento di salute - è da più di un anno ricoverato in un ospedale di Zagabria - ma soprattutto per far sentire la voce delle sue opere e dei suoi pensieri in questi giorni drammatici per quel Mediterraneo che lui ha tanto amato.

“Predrag Matvejević è la sintesi dell'Europa, anche dell'Est, che si riconosce nel Mediterraneo e nella sua storia: nella sua vita, nella sua famiglia, nella sua opera letteraria e politico-letteraria, ai tempi della cortina di ferro, si ritrovano quasi tutte le etnie, le religioni, le nazionalità e le culture che oggi come ieri, qualcuno vuole trasformare in ragione di conflitto. Tutta l'opera di Matvejević, ma in particolare il suo impareggiabile Breviario Mediterraneo, ripercorre quelle differenze presunte, mostrandone, come forse nessuno ha fatto, oltre lui e Braudel, quanto siano nostre, di tutti; mutandole, così, in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio.

Ma, soprattutto, a Matvejević si deve una concezione poetica altissima, che fonde la sua capacità di sentire con quella di capire i luoghi e le genti della sua Europa: egli ha elaborato la teoria della “geopoetica”, intendendo che sono i luoghi, sedimentando storia e sentimenti di tanti popoli, che emanano poesia; i poeti non la creano, quindi, ma semplicemente, con la loro maggiore sensibilità, la colgono e la “traducono” con i loro versi, mettendola a disposizione degli altri.

L'immensa modestia di Predrag ne nasconde il valore. La modestia è una grande virtù; portata all'esagerazione, è un delitto, perché danneggia il bene.

I fatti di questi giorni, e più in generale di questi anni, rendono tragicamente attuale l'ammonimento di Predrag Matvejević: “Sono immense le incongruenze che hanno contrassegnato le diverse civiltà e culture del Mediterraneo, vecchie e nuove” e continua aggiungendo che “lo tradiamo accostandoci ad esso da punti di vista eurocentrici”. Perciò rimane di grande attualità, diremmo obbligatoria per tutti coloro che hanno a cuore una pacifica e fruttuosa convivenza mediterranea, la rilettura di “Mediteranski Brevijar”, pubblicato nel 1987 in serbo-croato e tradotto poi in francese, italiano e in tante altre lingue. In quei lontani anni Ottanta, gli occhi europei erano tutti rivolti a est, dimentichi del sud, che per l'Europa corrisponde con il Mediterraneo, “il mare della vicinanza”. Una vicinanza che per non rivelarsi conflittuale, deve praticare l'ascolto e accettare la convivenza nella diversità, storica, politica e religiosa. Questo è innanzitutto il primo insegnamento di “Mediterraneo. Un nuovo breviario”. Ma ancora dieci anni dopo, al Collège de France, malgrado la caduta del Muro, le tragedie balcaniche e l'esodo albanese, Matvejević ribadiva inascoltato che “L'immagine che ci offre il Mediterraneo non è affatto rassicurante”, invitando perciò tutti a conoscere e valorizzare “modi di essere e maniere di vivere comuni o avvicinabili, a dispetto delle scissioni e dei conflitti”.

Può essere sufficiente un libro per candidare al Nobel l'autore? Noi crediamo di sì.

Ma se ciò non bastasse, allora aggiungiamo il valore letterario e culturale, antropologico e storico, di tutti gli altri suoi libri, tra cui ci limitiamo a ricordare: “Epistolario dell’altra Europa”, “Mondo Ex: confessioni”, “Tra asilo ed esilio”. I titoli sono già sufficienti per riassume la tensione morale di Matvejević, volta alla comprensione dell'alterità culturale. In ultimo, “Pane nostro”, può essere letto anche come un manifesto della condivisione del più necessario e sacro degli alimenti dell'uomo.

Avanziamo perciò la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura a Predrag Matvejević, nato a Mostar e cresciuto sulle rive del Mediterraneo che ha magistralmente narrato, guardando con grande attenzione e sensibilità genti e culture dei tre continenti che lo bagnano.

 

Comitato promotore

Pino Aprile (giornalista e scrittore)

Nicolò Carnimeo (docente universitario e scrittore)

Giulia D’Angelo (giornalista e scrittrice)

Fabio Fiori (scrittore)

Fabio Pozzo (giornalista e scrittore)

 

Primi firmatari

Cesare Accetta (artista)

Filippo Angelucci (docente universitario)

Laura Angiulli (regista)

Massimo Angrilli (docente universitario)

Monica Ardemagni (Project Manager Advocacy Programme – ICCROM)

Pier Paolo Balbo (docente universitario)

Donatella Bianchi (presidente WWF giornalista e scrittrice)

Maurizio Bizziccari (giornalista)

Michele Capasso (Fondazione laboratorio Mediterraneo Napoli)

Alessandro Cassinis, (direttore Il Secolo XIX)

Luisa Chiodi (direttrice Osservatorio Balcani e Caucaso)

Antonio Alberto Clemente (professore universitario)

Maurizio De Giovanni (scrittore)

Giuseppe De Tomaso (Direttore Gazzetta del Mezzogiorno)

Antonio Di Natale (ICCAT)

Matteo di Venosa (ricercatore e docente)

Jaime L. Enseñat Benlliure (avvocato)

Silvio Ferrari (scrittore, traduttore)

Marco Firrao (editore Libreria Il mare)

Luigi Fozzati (docente di archeologia Soprintendente Trieste)

Giuliano Gallo (giornalista e scrittore)

Raffaele Giannantonio (docente universitario)

Rosalba Giugni (Presidente Marevivo)

Cristina Giussani (editore Mare di carta)

Davide Gnola (direttore Museo della Marineria Cesenatico)

Ennio Grassi (saggista e critico letterario)

Mimmo Jodice, (artista)

Helena Kaloper (traduttrice, poetessa)

Tiziana Krause-Jackson (accademia cucina Madrid)

Oscar Iarussi (giornalista e saggista)

Cosimo Lacirignola (segretario generale Ciheam Iamb)

Valeria Li Vigni (direttore Museo Palazzo Belmonte Riso Palermo)

Claudio Magris (scrittore)

Stefano Manferlotti (docente universitario)

Giuliana Manfredi (consulente editoriale)

Stefano Medas (archeologo navale)

Michele Nardelli (ricercatore e co-fondatore Osservatorio Balcani Caucaso)

Rosario Pavia (docente universitario)

Silvio Perrella (giornalista e scrittore)

Andrea Plebe (giornalista)

Folco Quilici (scrittore)

Sergio Romano (giornalista e scrittore)

Maurizio Scaparro (regista)

Giovanna Scianatico (docente universitario, direttore Centro Studi sul viaggio adriatico)

Enrica Simonetti (giornalista e scrittrice)

Alberto Sinigaglia (giornalista e scrittore)

Pietro Spirito (giornalista e scrittore)

Ercole Sori (docente universitario)

Luca Tamagnini (fotografo)

Stasa Tensek (ICCAT)

 

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