"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Una riflessione del Café de la Paix sull'assenza della politica nel pensare la città, la sua vita culturale, i suoi spazi...
Le parole che scrivo sono frutto di una lunga riflessione alla luce di quello che sta tutt’ora accadendo nel nostro locale. Il nostro locale, proprio quello che voleva essere un locale per la Città.
Mentre scrivo queste parole mi torna in mente la storia di un uomo che si getta dal quarto piano di un palazzo ... e ripete tra sé e sé : “Quarto piano, fin qui tutto bene...”
E fin qui infatti tutto bene.. di certo non per Il locale in cui abbiamo tentato in ogni modo di produrre “bellezza” e non solo divertimento, affinché non fosse uno di quei luoghi dove vai a far casino per sfogare in due ore le frustrazioni accumulate in una settimana grigia.
Non va bene per quel locale nato dal progetto della provincia e del forum della pace ma ostacolato fin dalla sua nascita, quello dove si rendono manifeste le ipocrisie e le schizofrenie di una Città che guarda con sospetto alla letteratura e alla musica ma si propone come città della Cultura, facendo finta di ignorare il fatto che il presidio più efficace per la sicurezza è quello posto in essere dai cittadini stessi; perché in una città vuota è facile andare in giro a bucare in maniera seriale le ruote di 50 macchine e restare pressoché indisturbati.
E mi torna in mente l’uomo della storiella: “Terzo piano, sto bene, fin qui tutto bene...”
Non tanto bene per una città dove sembra che il sogno più ambito sia quello di andare a dormire presto e svegliarsi in un giardino fiorito con i nani colorati e gli uccellini che cantano, il tutto offerto dalla provincia che evidentemente produce denaro dal nulla, dato che molte attività commerciali e imprenditoriali soffocano e muoiono sotto il peso di mille divieti selettivi.
Non tanto bene per le assurdità che sono state segnalate al questore ed al presidente del PAT e al mondo intero da alcuni inquilini i quali vaneggiano di canti a squarciagola e fischietti notturni, di fantomatiche chiusure a tardissima notte, di concerti punk ... assurdità su cui stiamo ovviamente valutando l’opportunità di querele ma che sono state evidentemente prese in considerazione senza neanche darci la possibilità di controbattere.
E di nuovo l’uomo della storiella fa capolino nel mio pensiero, e lo immagino ripetersi : “Secondo piano, sto bene … fin qui, tutto bene.”
Male invece per il progetto del Forum per la Pace che si infrange nell’indifferenza generale e nell’assenza della Politica che a parte alcuni proclami non riesce a guidare quella che a mio parere è divenuta una macchina burocratica fuori controllo, autoreferenziale, una struttura il cui scopo principale è quello di autotutelarsi ignorando, a volte dando la sensazione di autocompiacersene, gli effetti che determinate scelte producono sul tessuto sociale.
Male per tutti gli imprenditori di questa Città che lottano, alcuni fortunatamente con successo ma molti altri meno, contro una repulsione mal celata verso tutto ciò che è sviluppo e libera iniziativa.
Male per tutti i nostri soci che hanno mollato la presa, probabilmente stanchi di sostenere con la loro gioiosa presenza un luogo così duramente attaccato e non voluto ... un luogo costretto ad infinite ripartenze, forse un luogo che Trento non vuole affatto.
Preso atto di questo, il Café de la Paix valuta la possibilità di sollevare le tende e lancia un appello ad altre realtà: Rovereto, Pergine, Bolzano (per dirne solo alcune) ... forse a qualcuno in questa regione interessa averci tra i piedi.
Se così non fosse, noi sentiamo di aver comunque dato tutto per contribuire alla Vita di questo luogo e non solo alla sua vivibilità, ci siamo battuti fino in fondo contro il grigiore, contro le strade vuote, contro il freddo dell’anima ... forse a pochi importa … perché il degrado è silenzioso, non si vede, non disturba.. come saprebbe dirvi bene l’uomo della storiella:
“..primo piano, sto bene, fin qui sto ancora bene ...
Ma il problema... è l’impatto!”
Luca Buonocunto, Café de la Paix
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