"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

L'ultimo rigore di Faruk

La prima di copertina del libro

Gigi Riva

L'ultimo rigore di Faruk

Una storia di calcio e di guerra

Sellerio, 2016

«Sono quasi le 7,30 della sera a Firenze. Nessuna brezza è arrivata a dare un briciolo di refrigerio. Ai calci di rigore di consuma il destino di quella che sarà l'ultima Jugoslavia alla fase finale di una competizione mondiale».

«... Si è definito il Novecento come il secolo di Sarajevo. I cicli se ne infischiano delle cifre tonde, del tempo così come lo scandiscono gli umani. Un'epoca si esaurisce quando deve e non rispetta le date. Convenzionalmente il Novecento lo si afferma aperto il 28 giugno 1914, con gli spari di Gavrilo Prinzip all'arciduca. Nei libri di storia il rapporto causa-effetto è repentino. Gavrilo preme il grilletto e scoppia la prima guerra mondiale, muoiono quasi dieci milioni di soldati e sei milioni di civili, compreso quelli uccisi dai "danni collaterai", epidemie, carestie, fame. Altrettanto convenzionalmente il secolo si chiude a Sarajevo, emblema di tutte le guerre balcaniche degli anni Novanta. Naturalmente nessuno azzarda la semplificazione: Faruk sbagliò il rigore e la guerra fu. Suonerebbe blasfemo...»

Forse un po' "jugonostalgico" ma bello il libro che il giornalista Gigi Riva ha dedicato a Faruk Hadzibegic, il terzino e capitano dell'ultima nazionale jugoslava di calcio.

 

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