"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Daniele Rielli
Storie dal mondo nuovo
Adelphi, 2016
Il libro di Daniele Rielli “Storie dal mondo nuovo” è un affresco del contemporaneo. Pur nella distanza che avverto verso uno sguardo che teme sin troppo il “politicamente corretto” tanto da apparire cinico, è un saggio sul nostro tempo che vi consiglio di leggere, per l'efficacia dello stile letterario del giovane autore e per la sua capacità di mettere a fuoco alcuni dei luoghi simbolici di una postmodernità che sfugge alle cronache nel suo rincorrere frettoloso e superficiale degli avvenimenti.
Uno sguardo al presente che non a caso inizia in un Transatlantico prigioniero dei propri riti, dove l'esercizio della politica avviene in un gioco di specchi fra apparenza e realtà nel quale non si sa bene quale sia il confine dell'una e dell'altra.
Così le storie dal mondo nuovo appaiono altrettanti tasselli di trasformazioni profonde e insieme virtuali, laddove la vita reale si confonde con l'azzardo, che siano le startup o il mondo del poker online, il paese nato dalla crisi delle piramidi (vent'anni prima di Wall Street) o la fatica del progetto europeo osservato dal luogo (il Sud Tirolo) che avrebbe potuto incarnarlo più di altri.
L'autore racconta, non dà risposte. E non c'è neppure una chiosa che queste storie racchiuda, per cui faccio fatica a condividerne il meta-messaggio che comunque, sia o meno nelle intenzioni, un libro trasmette al proprio lettore.
Ma non importa. Credo piuttosto che in questo passaggio di tempo di queste ed altre storie abbiamo un drammatico bisogno. In primis per comprenderlo.
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