"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Autonomia, quel cambio di sguardo che serve all'Europa

Immagine della presentazione

sabato, 16 dicembre 2017

Da Pieve di Soligo a Trento, nuova tappa del viaggio

Dopo l'incontro di Pieve di Soligo – “Autonomie cooperanti. L’utopia di un’Europa che si fonda sull’autogoverno territoriale” – a conclusione del V itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica", ci siamo interrogati su come dare continuità a quella conversazione, continuità peraltro sollecitata da molte delle persone che vi hanno partecipato. Abbiamo così immaginato di proporvi due o tre cose.

In primo luogo una riflessione da titolo “Autonomia, quel cambio di sguardo che serve all'Europa” che, proprio a partire dalle idee che ci siamo scambiati nel borgo di Andrea Zanzotto, definisse un profilo nel quale riconoscerci e aprire uno spazio di discussione.

Partendo dalla visione, ovvero dalla tenuta sul piano del pensiero verso un mondo sempre più interconnesso e a geografie variabili che sembra stupirsi di fronte al continuo manifestarsi della crisi della struttura rigida e tutt'altro che resiliente dei confini e degli Stati nazionali sovrani. Per comprendere la fatica delle istituzioni democratiche e dei corpi intermedi deputati alla rappresentanza politica (partiti, movimenti, associazioni, comunità) nel definire il proprio ruolo e i propri strumenti in relazione al "mondo che sarà". E infine per cercare di riportare in superficie la cultura e l'approccio federalista come possibile schema per un ripensamento dell'Europa politica (l'Unione, ma non solo) provando a sfuggire dalle narrazioni troppo retoriche (dalla generazione Erasmus in giù...) e stressare le proposte sul tavolo, come ad esempio il modello da molti sostenuto degli Stati Uniti d'Europa.

Una riflessione che è l'esito di percorsi di ricerca politica sperimentati in ambiti diversi ma dai forti tratti comuni e che stiamo cercando di condividere – speriamo proficuamente – nel nostro “viaggio” con chiunque abbia voglia di raccoglierli.

Partendo dal testo di convocazione dell'incontro (vedi allegato) abbiamo proposto a Ugo Morelli, Michele Kettmajer, Giuseppe Caccia (Diem25) e Francesco Galtieri (Movimenta) di allargare e qualificare il campo della discussione, facendo interloquire la nostra riflessione con i loro particolari punti di vista. L'obiettivo è prima di ogni altra cosa quello di provare a tracciare i contorni delle sfide che tra la prossimità e la dimensione sovranazionale ci attendono e di mettere a fuoco gli strumenti necessari per farsene carico.

A partire dalla quale vorremmo proseguire la nostra conversazione in una mattinata di confronto che proponiamo sabato 16 dicembre 2017 (dalle 10.00 alle 13.30) a Trento presso le Gallerie di Piedicastello, alla quale invitiamo tutti coloro che – da punti di partenza diversi – sono interessati a mettere in comune pensieri e azioni capaci di essere "presenti al proprio tempo" e generativi di un modo diverso di intendere la politica e l'autonomia.

E' questa, del resto, la filosofia del “Viaggio nella solitudine della politica” che abbiamo intrapreso nei mesi scorsi. Quello che si è concluso a Pieve di Soligo era infatti il quinto dei 19 itinerari finora previsti, che sin qui hanno attraversato la regione dolomitica, le terre alte alpine, la città di Roma, il limes nord-orientale e, da ultimo, la traiettoria che ha cercato di indagare una "Padania" smarrita fra spaesamento e affermazione di identità vissute molto spesso in sottrazione. Traiettoria che ha avuto come sfondo i giorni cruciali dei referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto e della quale potete trovare documentazione nel diario di viaggio (http://www.zerosifr.eu/5499-2/).

Vi aspettiamo.

Michele Nardelli e Federico Zappini

NB. Per chi viene da fuori lo spazio delle Gallerie di Piedicastello è in prossimità del casello autostradale di Trento centro. Provenendo da Sud, uscire a Trento sud e prendere la tangenziale uscendo a Piedicastello. Potete trovare posti auto in prossimità delle Gallerie, nella piazza di Piedicastello e dintorni.

Autonomia, quel cambio di sguardo che serve all'Europa

Trento, Gallerie di Piedicastello

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Maurizio il 15 dicembre 2017 17:22
    Caro Michele,
    non mi complimenterò più con te per quello che stai facendo, l'ho già fatto e ho reso partecipe delle tue riflessioni tutto il gruppo direttivo del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli che ha dedicato una serata agli sviluppi del caso serbo-bosniaco. Ne è venuta fuori una nuova discussione.
    Ora ti scrivo per dirti solo che ci piacerebbe seguire il dibattito del 16 a distanza e quindi ti invitiamo ad organizzare una diretta Facebook. Se lo farai, tienici informati. Grazie comunque e buon lavoro!
    Mdb
  2. inviato da Vincenzo il 10 dicembre 2017 08:30
    cari Michele e Federico, grazie dell'invito. Questo vostro viaggio ha toccato confini sensibili, in tutti i sensi. Servirebbe un'attenzione alla geografia, un po' scemata da tempo (da cui l'idea di un festival che passi dalla scienza, triste per definizione ad una un poco più esatta nella sua materialità). Certo, anche per la geografia sorgono problemi, quando nuove/antiche questioni esplodono: uno Stato come la Palestina prevederebbe, come capitale naturale, Gerusalemme; se non fosse che dai tempi dei tempi è questo il luogo scelto dall'angelo della storia per rappresentare la tragedia umana nelle sue più crude e immodificabili forme. Bosnia, Palestina, Ucraina, Catalogna, come luoghi deputati agli eterni ritorni del male? Ecco perchè l'idea federalista, maturata nei tempi in cui il male assoluto fu padrone dell'Europa intera, va coltivata in questo infelice "Mare nostrum". Continuate con determinazione a "prendete la vita di petto" per usare le parole dedicate dal poeta Tobino a uno dei nostri maggiori, senza aspettarvi riconoscenze. Per quello che fate ancora il mio grazie, per quanto può valere.
    Vincenzo
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