"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Via San Nicolò 30

La copertina del libro

Roberto Curci

Via San Nicolò 30

Traditori e traditi nella Trieste nazista

Il Mulino, 2015

 

 

Un libro tragico e avvolgente attraverso i personaggi dell'occupazione tedesca di Trieste e di una città che più di ogni altra vive nella propria falsa coscienza.

 

«... I delitti della Risiera restano impuniti, le ceneri dei “giustiziati” si sono sparse nelle acque del Vallone di Muggia dove, metodicamente e tranquillamente, venivano scaricate a carrettate, sotto gli occhi di diversi testimoni.

A qualcuno dei criminali dell'Abteilung R penserà – a tempo debito – la giustizia tedesca, ai tanti collaborazionisti indigeni non penserà nessuno. Il Governo militare alleato, l'abbiamo visto, ha provveduto a cancellare qualsiasi documentazione “compromettente”, Mauro Grini è scomparso nel nulla, dei circa 700 ebrei triestini deportati sono tornati appena una ventina. E preferiscono, quasi tutti, tacere.

Umberto Saba si avvia alla sua ultima stagione di uomo e di poeta, stordendo il suo madornale dolore (le sue ambivalenze, le sue angosce, forse i suoi rimorsi) con altrettanto madornali dosi di morfina, facendosi iniettare più volte al giorno il provvidenziale Pantopon. Figurarsi se si rammenta di due giovanissime sorelle suicidatesi nel remoto 1922. 

Sopravvivono Carlo Grini e Lidia Frankel, già separati da lungo tempo, chiusi ognuno nel proprio silenzio e sotto il peso, entrambi, di cose più grandi di loro. Non basterà il breve frastuono mediatico del processo del 1976 né, tanto meno, quello del processo di appello della primavera del 1979 a spezzare quella che sempre più appare come una congiura del silenzio, come una rinuncia definitiva a chiarire e a capire, a condannare o forse, chissà, a giustificare, a perdonare.

Non c'è conclusione, non c'è un vero finale né ci sono i titoli di coda in questo film dell'orrore, che va a concludersi proprio con quella straziante dissolvenza, dove anche le domande – più che irrisolte – sembrano diventare ormai irrilevanti.

Chi oggi voglia indagare, comprenderà subito che è ormai troppo tardi, e che lo sarebbe stato – comunque – anche cinquanta, sessanta, settanta anni fa. Potrà tutt'al più mescolarsi ai turisti acculturati che s'incuriosiscono dinanzi alla Libreria Antiquaria di via San Nicolò 30, gestita tutt'ora dall'ottimo figlio dell'ottimo Carletto, Mario Cerne, o alle scolaresche ignare che (doveri della gita scolastica annuale) visitano o fingono di visitare, ridacchiando e spintonandosi, la Risiera di San Sabba.

Gremita di invisibili, intollerabili fantasmi.»

 

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